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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.02.2008 Un colpo di spugna. Non sappiamo cosa può succedere
i rabbini italiani sulla preghiera del Venerdì Santo

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 febbraio 2008
Pagina: 25
Autore: Paolo Brogi
Titolo: «Nuova preghiera, gli ebrei respingono la mediazione»

Dal CORRIERE della SERA del 21 febbraio 2008:

ROMA — Arrivano nella sala «Visconti» dello Sheraton direttamente dall'assemblea rabbinica italiana. Riccardo di Segni, rabbino capo di Roma, e Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, confermano subito: la pausa di riflessione, decisa di fronte al ritorno al vecchio testo della preghiera per il Venerdì Santo, continua.
Nella sala piena Sandro Di Castro, presidente di Bené Berith, l'associazione nata nell'800 per proteggere gli ebrei dai pogrom e che ha convocato questo «chiarimento», esordisce ricordando che per gli ebrei tre sono gli «episodi preoccupanti » dell'ultimo periodo. Con la lista di proscrizione dei docenti ebrei c'è anche questa vicenda della preghiera che ripropone l'antica «ossessione della nostra conversione». «Sarò pacato », aveva premesso Di Segni. Ma poi la sua «lectio magistralis » sull'annosa questione della preghiera contestata si tinge di tinte drammatiche.
«Perfidi giudei» cita Di Segni alla platea, ricordando come la preghiera originaria aveva un'aggettivazione etimologicamente neutra come ebrei «privi di fede», con la pretesa di togliere il «velo dai nostri cuori» nella «speranza che riconosciamo Gesù». Cita i cambiamenti introdotti, con le ambiguità postconciliari capaci di una duplice lettura della «pienezza della Redenzione». Poi il «tuffo indietro di 43 anni», il ritorno alla «versione espurgata», «una notizia che sgomenta», «regressione nei confronti del Concilio».
«Non ci interessa se la Chiesa sia di destra o di sinistra, progressista o reazionaria, non è questo il nostro problema spiega il rabbino capo - . Il problema è se ci sono temi aggressivi e insultanti. Hanno dato un colpo di spugna sugli ultimi 40 anni. E se domani ne volessero cancellare altri 40? Non sappiamo cosa può succedere. Fino a questo febbraio avevamo una speranza che qualcosa stesse cambiando nel pensiero cattolico... ». Poi spunta l'ombra del cardinale Kasper. È lui, s'intuisce, l'autore di una «corrispondenza privata che presto diverrà pubblica». Che cosa è stato proposto? «L'idea che la preghiera sia rivolta solo a Dio e che sarà Dio a decidere se e come attuarla...». «E' assurdo», conclude il rabbino capo. E aggiunge: «Questo è un modo di deresponsabilizzarsi». La mediazione è respinta al mittente.

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