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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Bologna Rassegna Stampa
06.02.2008 La faziosità di un articolo
e quella di un certo impegno "umanitario"

Testata:Il Bologna
Autore: Daniele Guido Gessa
Titolo: «Una striscia umanitaria unisce Bologna con Gaza»

Il Bologna pubblica in data 4 febbraio 2008 un articolo a firma Daniele Guido Gessa intitolato “Una striscia umanitaria unisce Bologna con Gaza”.

 

 

L’articolo, che mette in luce la difficile situazione dei palestinesi nella Striscia di Gaza, spicca per faziosità e per fornire ai lettori una versione parziale dei fatti.

 

 

Se Israele viene citato più volte come responsabile della mancanza di acqua, rifornimenti di gasolio, medicine ecc. si preferisce sorvolare sul fatto che, in realtà, il dramma che colpisce la popolazione di Gaza è ascrivibile esclusivamente alla dittatura e al  terrorismo di Hamas che, da giugno, “manu militari” ha preso il controllo della Striscia con un’escalation di violenze e terrore e solo per questo “è completamente chiuso all’esterno”.

 

 

La città di Bologna ancora una volta si distingue per l’appoggio incondizionato ai palestinesi; davvero encomiabile l’iniziativa dei volontari bolognesi per aiutare i palestinesi vittime del governo che si sono scelto !

 

 

Eppure sarebbe auspicabile che, in futuro, le medesime organizzazioni di volontariato volgessero lo sguardo anche alle popolazioni colpite quotidianamente dai razzi Qassam, ai bambini vittime di traumi post traumatici, a coloro rimasti senza casa, ai feriti e agli invalidi perché non è “punizione collettiva” solo l’”embargo” portato avanti a causa della politica di Hamas, ma anche il clima di terrore cui sono sottoposti senza “alcun fondamento” gli abitanti di Sderot e di tutte le cittadine israeliane bersaglio dei razzi di Hamas.

 

 

Le iniziative umanitarie non possono essere a senso unico!

 

 

Da Bologna alla Striscia di Gaza per portare un po’ di sollievo a una popolazione stremata da un lungo embargo e da restrizioni economiche sempre più forti. Il Gvc, Gruppo di volontariato civile, che ha sede proprio nel capoluogo emiliano, continua a lavorare in mezzo ai palestinesi, nonostante le vicende degli ultimi giorni, nonostante la situazione sia sempre più difficile. Responsabile dei progetti in quella terra non poi così lontana è Giuseppe Russo, 36 anni, nato a Parma ma residente a Bologna da molti anni, appena rientrato da Gaza dopo una lunga permanenza. “in quelle zone è in atto un quotidiano annullamento della vita civile – spiega . la dignità è negata da una punizione collettiva che non ha alcun fondamento.

 

 

Il Gvc opera con cinque persone e si occupa soprattutto di approvvigionamento d’acqua, di sostegno all’agricoltura e di supporto alle disabilità fisiche e mentali. “Ormai è emergenza assoluta – continua Russo – non esistono più attività produttive e dal giugno del 2007 il paese è completamente chiuso all’esterno. Passano solo alcuni aiuti umanitari, quelli che gli israeliani consentono, ma negli ultimi giorni sono mancati anche questi. Uno dei problemi principali, ora, è che manca il gasolio. Così non funzionano né l’unica centrale elettrica di Gaza né i pozzi né, ancora, i generatori. Un dramma per la popolazione, che non sa più come fare ad andare avanti e per questo molti giovedì scorso hanno cercato di scappare in Egitto”. La Ong bolognese, presente da oltre quindici anni in Palestina, sta operando ora a Gaza con due progetti finanziati dall’Unione europea, riguardanti l’installazione di un desalinizzatore che dovrebbe portare acqua potabile a 22mila persone e la realizzazione di una rete idrica destinata a un altro campo profughi di 37mila persone. Nel giugno scorso, quando si stavano portando a termine gli ultimi interventi, è sopraggiunto il problema della chiusura dei confini. Il progetto umanitario è stato così sospeso, proprio per l’impossibilità di portare i materiali che servivano. Le disposizioni di Israele erano quelle di lasciare aperti i confini solo agli aiuti umanitari, intesi però solo come cibo, medicine e poco altro. E’ dunque vietata l’importazione di qualsiasi materiale da costruzione e di pezzi di ricambio. Nonostante tutto, dal primo gennaio il Gvc ha ripreso i lavori, operando in un contesto a rischio. “L’agenzia che gestisce l’acqua all’interno della Striscia ha grossi problemi nella manutenzione delle pompe – riprende Russo – e ciò causa situazioni molto gravi. I generatori, a loro volta, sono alimentati a gasolio,e, da quando, più di un mese fa, è iniziata la riduzione dell’importazione di combustibile, automaticamente molti di questi si sono dovuti fermare e una serie di pozzi non ha avuto più acqua”. Il Gvc, per continuare il proprio lavoro, chiede l’aiuto di tutti. E’ possibile effettuare donazioni, per informazioni basta collegarsi al sito www.gvc-italia.org. “E’ molto importante il sostegno a iniziative come le nostre – conclude – perché a Gaza ormai non si vive più. Ormai è un’immensa prigione dalla quale non si esce in alcun modo”.

 

 

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bologna@ilbologna.com

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