Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
nell'articolo di Giovanni Chianelli (Repubblica Napoli 30 gennaio, pag. XIII), si avalla, incautamente, quanto sostiene, in guisa del proprio documentario "Jenin Jenin", Muhammad Bakri, attore - regista arabo - israeliano (e non palestinese), per il quale nella città palestinese di Jenin, nell'aprile 2002 l'esercito israeliano avrebbe commesso un massacro, una orrenda strage.
Invero, una formula dubitativa avrebbe dovuto ispirare l'articolista, poichè già nelle settimane successive a quella che fu certamente una durissima battaglia (e in precedenza, non si dimentichi che i terroristi palestinesi avevano ucciso centinaia di civili isrealiani!), l'orrendo conto finale dei morti era di 56 palestinesi (tutti armati fuorchè due) e di 23 soldati israeliani: Jenin era una fortilizio di terroristi confusi deliberatamente ai civili.
Le fonti che ho consultato (Fiamma Nirenstein, che nel suo "gli Antisemiti progressisti", Rizzoli, 2004, si sofferma proprio sul documentario di Bakri; Emanuele Ottolenghi, "Autodafè", Lindau, 2007; Paul Berman, "Terrorismo e Liberalismo", Einaudi, 2003), possono anche essere discutibili. Tuttavia, quel che è sicuramente discutibile è affermare tout court che a Jenin l'esercito israeliano perpetrò un massacro deliberato di centinaia e centinaia di civili palestinesi, circostanza peraltro smentita da Amnesty International, ONU e Human Rights Watch: un motivo in più per vedere la controversa opera di Bakri, quando sarà proiettata alla Galleria Toledo nelle prossime settimane.