Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
L'Autorità palestinese rifiuta di riconoscere Israele come "Stato ebraico" lo dichiara il consigliere di Abu Mazen Saeb Erekat
Testata: Corriere della Sera Data: 13 novembre 2007 Pagina: 14 Autore: la redazione Titolo: «Erekat: «Non riconosciamo Israele come uno Stato ebraico»»
Dal CORRIERE della SERA del 13 novembre 2007:
GERUSALEMME — Adesso che sembra esserci una data definita (il 27 novembre), i negoziati tra israeliani e palestinesi per il vertice di Annapolis diventano «difficili». Saeb Erekat (foto), consigliere di Abu Mazen, ha spiegato che le due squadre non hanno ancora cominciato a stilare un documento comune. E ha aggiunto un commento, che ha aumentato le distanze diplomatiche: «Riconosciamo il diritto di Israele a esistere. Ma i palestinesi non accetteranno Israele come uno Stato ebraico». «Il riconoscimento della nostra identità — ha commentato Miri Eisin, una portavoce del premier Ehud Olmert — non è in discussione. Ci aspettiamo questo passo da qualunque nazione voglia avere un trattato di pace con noi». I preparativi per il summit negli Stati Uniti — che secondo la radio israeliana dovrebbe svolgersi per un solo giorno— passano anche dalla Turchia. Ad Ankara, sono in questi giorni Abu Mazen e Shimon Peres. Peres sarà il primo capo di Stato israeliano a parlare davanti al parlamento turco. Preannunciando la vista del presidente, il premier israeliano Olmert aveva parlato esplicitamente di un evento di portata epocale: «La Turchia — aveva detto — è un importante Paese musulmano e democratico, che può giocare un importante ruolo nel nostro riavvicinamento al mondo arabo». Abdullah Gül si è proposto anche come mediatore con la Siria: «Damasco è interessata alla pace vera». Il presidente turco ha sostenuto con Peres la necessità che i siriani vengano invitati ad Annapolis e si è offerto di lavorare per il rilascio dei due soldati israeliani rapiti dagli Hezbollah, nell'estate del 2006.
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