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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.10.2007 Polemiche sull' "intelligenza ebraica"
un dibattito all'American Enterprise Institute

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 ottobre 2007
Pagina: 17
Autore: Ennio Caretto
Titolo: ««Ebrei più intelligenti». Bufera sul convegno neocon»
Dal CORRIERE della SERA del 31 ottobre 2007:

WASHINGTON — Sta suscitando polemiche negli ambienti culturali e politici un ostico dibattito svoltosi ieri all'American Enterprise Institute (Aei), uno dei più potenti serbatoi di cervelli neocon degli Stati Uniti, la casa dell'ex sottosegretario alla Difesa ed ex presidente della Banca mondiale Paul Wolfowitz, l'architetto della guerra dell'Iraq. E le sta suscitando non tanto per il tema — «Perché gli ebrei sono così intelligenti?» — quanto per le tesi dei suoi tre protagonisti che, come ha riferito il Washington Post, hanno dato l'impressione di considerare il popolo ebreo superiore agli altri. Anche se, ha osservato con una punta di cattiveria il giornale, Wolfowitz, che vi appartiene, «ha dimostrato con la sua condotta al Pentagono prima e alla Banca mondiale poi che pure gli ebrei sono capaci di errori di giudizio».
Protagonisti del dibattito sono stati Jon Entine, ebreo, autore di un libro controverso I figli di Abramo: razza, identità e Dna del popolo eletto; Charles Murray, presbiteriano, un teorico dell'inferiorità dei neri; e Laurie Zoloth, anche lei ebrea, professoressa di bioetica alla Northwestern university. Entine ha ipotizzato che l'elevato quoziente d'intelligenza degli ebrei, che nessuno contesta, sia dovuto a mutazioni genetiche quali il morbo di Tay Sachs. Murray lo ha attribuito al rigore degli studi religiosi ebraici nei secoli: «Se eri ebreo e poco intelligente ti riusciva più facile diventare cristiano».
La Zoloth, chiamata a contestarli, si è mostrata più cauta: «Noi ebrei brilliamo — ha detto — perché studiamo e ci impegniamo di più».
Entine si è chiesto perché «tra i premi Nobel ci siano tanti ebrei». La risposta: le mutazioni genetiche occorse tra gli ebrei dell'Europa orientale «che potrebbero aver favorito la crescita delle cellule celebrali». Entine ha ammesso che il problema se l'intelligenza sia basata sui geni «è molto discusso». Murray, al contrario, lo ha ignorato: «Anche gli ebrei sefarditi in Spagna e Portogallo eccelsero», ha asserito. È toccato alla Zoloth affermare che la cultura, la necessità di sopravvivere alle persecuzioni, esperienze millenarie, non la natura, hanno reso il popolo ebreo più intelligente e costruttivo, e ammonire Entine e Murray che «le conversazioni sulle differenze razziali hanno contribuito storicamente all'antisemitismo ».

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