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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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u.d.g. non cambia mai 30/10/2007
Un commento all'intervista di Umberto De Giovannangeli presente a questo link

Il vostro cronista non cambia mai, nelle sue quasi quotidiane accuse a tutto ciò che concerne Israele.
Peccato che ...
I camion che possono transitare, da 3000 sono scesi a 1500 al mese, ci spiega. E, per essere più precisi, ci viene indicato anche il numero dei transiti delle ultime due settimane. Dunque: 663 e 793.
Ora, se sommiamo 663 con 793, pari ai transiti delle ultime due settimane, e li estrapoliamo ad un mese (pari a circa 4 settimane e mezzo), risulta una media mensile di 3276 camion. Ma non ci aveva spiegato che i transiti erano calati da 3000 a 1500?
Evidentemente la matematica non è il suo forte. 
Ma allora, chissà che cosa significano quei transiti di malati gravi, che da 40 si sono ridotti a 5: potrebbe essere che i numeri creino qualche problema al nostro giornalista, o che non si siano verificate emergenze tali da mandare i malati gravi a farsi curare dall'odiato nemico.
Già, ma poi mi volete spiegare in quale altro paese al mondo il malato viene curato negli ospedali del nemico? Perché non avete mai sottolineato questa strana anomalia?
Ed infine permettetemi un'altra osservazione allo stesso articolo: da Gaza non possono esportare i loro prodotti floreali ed agricoli, come facevano in passato. Non sarà, per caso, che, dopo che Hamas ha fatto distruggere le serre lasciate dagli israeliani fatti rientrare da Sharon, non ci sono più fiori e insalata da esportare? Tanto a Gaza, con gli aiuti internazionali che sono sempre in crescita (saliti da 1 a 1,2 miliardi dal 2006 al 2007), i soldi, per qualcuno, non mancano di certo. E la massa della popolazione è meglio che rimanga nella polvere, perché così di aiuti ne arrivano di più! E, con quelli, un minimo da mangiare lo si compera sempre.
Mi fermo qui, signor De Giovannangeli, ma le assicuro che potrei divertirmi ancora a lungo con questa analisi del suo articolo.


Distinti saluti
Emanuel Segre Amar

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