Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Radio uno informava la mattina di lunedì 29 ottobre che il governo israeliano aveva deciso di ridurre al 30% la fornitura di combustile destinato alla principale centrale elettrica della Striscia di Gaza in seguito al persistere quotidiano del lancio dalla Striscia di missili qassam sul territorio israeliano.
Normalmente, nel riferire un episodio, si dovrebbe cominciare dal principio e non dalla coda. Vale a dire che il continuo lancio di missili (azione) di Hamas su Israele provocava (reazione) la diminuzione da parte d’Israele della fornitura.
L’azione precede la reazione, e non viceversa. E’ una semplice questione di logica che diventa però politica nella maliziosa impropria successione dei fatti.
Non era certo fatto obbligo alla RAI di spiegare che un missile, anche di modesta produzione artigianale, è strumento di morte, e in più indiscriminata quando, come avviene con i qassam, non è indirizzato contro un bersaglio, ma a casaccio e dove arriva arriva.
Mentre la decurtazione del combustile produce sì dei danni, ma non condanna a morte nessuno, e costituisce semmai un avvertimento civile per indurre le orecchie tappate ad aprirsi.
Ma spiegare questo forse era troppo.
Peggio ha fatto "la Repubblica" che nello stesso giorno pubblica la stessa notizia titolando "Tel Aviv taglia luce e benzina destinate alla striscia di Gaza" e riferendo che "Tel Aviv ha ridotto da 300.000 a 213.000 litri al giorno il carburante fornito ai Territori palestinesi controllati da Hamas.
Se però Radio uno la spiegazione l’ha messo in coda, "la Repubblica" non l’ha proprio fatta conoscere. I missili non li ha mai visti, non ne ha mai sentito parlare.
Forse sarebbe stato poco fine farlo sapere al suo pubblico, che tuttavia, si sa, è raffinato, e il non detto, anche se insignificante, lo capisce a volo.