Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Bernice Eisenstein Una figlia dell’Olocausto 20/10/2007
Una figlia dell’Olocausto Bernice Eisenstein
Traduzione Alba Bariffi
Guanda Euro 17
Che cosa la Shoah significhi per il popolo ebraico oggi, per chi è sopravvissuto allora e per chi è nato dopo, ce lo spiega molto bene una “grafic novel”, cioè un romanzo illustrato, di cui è autrice Bernice Eisenstein, Una figlia dell’Olocausto, come dice il titolo stesso.
Bernice è canadese perché quella terra promessa d’Oltreoceano fu il punto d’arrivo dei suoi genitori dopo i campi nazisti, in cerca di qualcosa che assomigliasse a una nuova vita. Bernice fa la disegnatrice, le illustrazioni del libro infatti sono sue e sono davvero molto belle. Con un tratto di penna, oltre che di matita, mai ingombrante e sempre intenso, lei ci racconta qui una storia personale come tante, tantissime altre, fatta di parole e soprattutto di silenzi intorno a quel passato.
Questo romanzo è in sostanza l’autobiografia di una donna, e con lei di tanti di noi, che nasce nel 1949 e che aveva “sempre creduto che se fossi riuscita a trovare il nocciolo del dolore dei miei, avrei potuto attribuire un posto al mio stesso lutto, per loro. Ma come avevo fatto a immaginare che tutto ciò che l’Olocausto aveva sterminato nella loro vita potesse essere sostituito, come se il mio bisogno di capire potesse in qualche modo compensare tanto dispiacere? Non riuscirò mai a conoscere la verità dell’esperienza dei miei genitori”.