Da La GAZZETTA dello SPORT un articolo su un episodio di intolleranza antisraeliana nello sport che ha visto protagonista un giocatore di calcio tedesco di origine iraniana.
Il pezzo è sostanzialmente corretto, osserviamo solo che tra Israele e Iran non vi sono state "tensioni" e non sono queste ultime a spiegare perchè Ahmadinejad non sopporti "l'idea che gli sportivi del suo Paese partecipino a competizioni che coinvolgono anche il "nemico". Ahmadinejad ha sostenuto che Israele deve scomparire dalla faccia della terra e lo considera il "piccolo satana" del Medio Oriente. Non si tratta affatto di normali "tensioni" tra le due parti.
Ecco il testo:
MONACO DI BAVIERA (Ger), 8 ottobre 2007 - La sfida è tutt'altro che da sottovalutare. La Germania Under 21 è attesa venerdì in Israele, Paese la cui nazionale giovanile occupa il secondo posto del Gruppo 9 dell'Europeo a pari punti (3) proprio con i tedeschi e alle spalle dell'Irlanda del Nord. Per questo al c.t. Dieter Eilts piacerebbe molto mandare in campo, tra gli altri, Ashkan Dejagah, talentuoso centrocampista del Wolfsburg col fiuto del gol. Ma Dejagah ha subito detto che non intende partire. E in Germania la sua scelta è già un caso.
CON AHMADINEJAD - Il fatto è che Dejagah è sì cittadino tedesco, ma con genitori iraniani. E si considera tedesco-iraniano. Lo dice chiaramente: "C'è una questione politica a proposito di quella partita - ha dichiarato - tutti conoscono le mie origini". Le quali, però, da sole non basterebbero a spiegare la scelta del giocatore, che è invece anche un simpatizzante dichiarato dell'attuale leader persiano Mahmud Ahmadinejad. E quest'ultimo, in seguito alle tensioni con Israele, non sopporta l'idea che gli sportivi del suo Paese partecipino a competizioni che coinvolgono anche il "nemico".
LA FEDERAZIONE TEDESCA - La federcalcio tedesca non ha ancora preso una posizione univoca. Eilts e anche il d.s. Matthias Sammer sembrano orientati a rispettare la volontà del giocatore. Ma l'orientamento del presidente federale Theo Zwanziger, pur nella pacatezza della dichiarazione, sembra diverso: "Se non giocasse mi dispiacerebbe. Quando si comincia a farsi condizionare dalla politica, il grande sconfitto diventa lo sport".
COMMENTI DURI - E sulla stampa la posizione di Dejagah inizia già a suscitare critiche pesanti. Oggi, per esempio, la Bild Zeitung non la manda a dire al centrocampista: "Chi rifiuta di andare in Israele con la nazionale per ragioni politiche non può più giocare per la Germania".
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