Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Laici israeliani arrabbiati con gli ortodossi, rabbini con la popstar Madonna le cronache di Davide Frattini e Francesca Paci
Testata:Corriere della Sera - La Stampa Autore: Davide Frattini - Francesca Paci Titolo: «Rabbia contro gli ultraortodossi «Ci hanno accorciato l'estate» - Rabbini furiosi “Madonna lascia in pace la cabala”»
Dal CORRIERE della SERA del 19 settembre 2007:
GERUSALEMME — «L'inverno è cominciato un mese e mezzo prima. Possiamo ringraziare gli ultraortodossi». Il commento sconsolato sul sito del quotidiano Haaretz arriva da un rappresentante della «maggioranza laica silenziosa». Che ha deciso di parlare e attaccare una legge votata un paio di anni fa dalla Knesset. Nel 2005, una commissione parlamentare ha stabilito le date di entrata in vigore dell'ora legale (il 2 aprile) e il ritorno a quella solare. O al buio anticipato, come si lamentano molti israeliani in questi giorni. Le lancette sono tornate avanti di un'ora nella notte tra sabato e domenica scorsi, quando nel Paese ci sono ancora trenta gradi, luce abbagliante e un clima estivo per le strade. E' successo perché i deputati hanno voluto che Yom Kippur cadesse sempre nell'orario invernale. I partiti religiosi hanno fatto pressioni per rendere il digiuno previsto nel Giorno dell'espiazione più «facile » da portare a termine, facendo arrivare prima il tramonto (in realtà la durata dell'astinenza resta uguale). Quest'anno Rosh Hashana (il capodanno ebraico) e Yom Kippur, tra venerdì e sabato, sono celebrati molto presto e con loro si è imposto il cambio di abitudini. In Europa e negli Stati Uniti l'ora legale andrà avanti fino alla fine di ottobre, un mese e mezzo più tardi che in Israele. L'Autorità palestinese ha scelto di seguire gli standard occidentali e tra Gerusalemme e Ramallah — a pochi chilometri di distanza — gli orologi battono un tempo differente. «Eppure anche gli arabi con il mese di Ramadan hanno il problema della durata del digiuno fino al tramonto », fanno notare i sostenitori del «partito della luce». E dimostrano che nei sei mesi da aprile a settembre lo Stato ebraico ha risparmiato 80 milioni di shekel (attorno ai 14 milioni di euro) come risultato di un calo dello 0,5 per cento nei consumi di elettricità. Se l'ora legale fosse stata mantenuta ancora per 45 giorni, sarebbero stati economizzati altri 20 milioni di shekel (3 milioni e mezzo di euro). Il primo politico ad aprire la sfida con i partiti ultraortodossi era stato Natan Sharansky, allora ministro degli Interni nel governo di Ariel Sharon. Nel 2000, aveva deciso di estendere «il tempo estivo» di trentaquattro giorni, senza preoccuparsi di Yom Kippur. Cinque anni dopo, la commissione della Knesset ha fissato le regole una volta per tutte, accettando le richieste di formazioni come lo Shas, che fanno parte dell'esecutivo di Ehud Olmert. Ministro degli Interni nel 2005 era il laburista Ophir Pines- Paz e i lavori sono stati guidati da Chaim Oron di Meretz, il partito che più di tutti dice di sostenere le ragioni dei laici. «Eppure entrambi hanno ceduto — commenta Nehemia Shtrasler sul quotidiano liberal Haaretz — invece di rappresentare gli interessi dei loro elettori. Hanno approvato questo danno non necessario, un danno che colpisce tutto il Paese in nome di una minoranza. Per questa ragione tutti e due devono chiedere perdono nel giorno di Kippur».
Da La STAMPA, un articolo di Francesca Paci:
Gli abitanti di Tzfat hanno due punti deboli: il rabbino Isacco Luria Ashkenazi, massimo studioso di cabala di ogni tempo, sepolto accanto ai notabili locali, e la cantante Madonna. Se il sommo studioso del XIV secolo ha reso santa con le sue ceneri questa ridente ma anonima cittadina della Galilea, l'ex material girl convertita tre anni fa alla mistica ebraica e ribattezzatasi Esther ne ha fatto il tempio dell'autocoscienza occidentale. E' qui che, seguendo il suo esempio, la classe dirigente della società opulenta, soprattutto americana, viene a esorcizzare il proprio edonismo con il potere spirituale dei numeri. Anche a costo di parecchie migliaia di dollari. Immaginate la rabbia degli tzfatiani, navigati businessmen dell'anima da quando un facoltoso mecenate di Palm Beach ha fondato il Kabbalah Tour di Tzfat, di fronte all'anatema dei rabbini ortodossi di Gerusalemme che ora accusano Madonna di profanare la più antica tradizione spirituale di Eretz Israel. La pop star, accompagnata dal marito Guy Ritchie, dall'attrice Demi Moore e dalla stilista Donna Karan, ha appena terminato il tour religioso del Paese, una settimana di seminari di preghiera per celebrare, in ossequio alla cabala Rosh Hashana, il capodanno ebraico del 5678, anticamera del messianico settimo millennio. Gli israeliani l'hanno inseguita per giorni lungo le spiagge modaiole di Tel Aviv per un autografo sulla copertina dell'album «American Life», ma lei ha sempre preferito dispensare inviti all'introspezione, fino all'incontro con il presidente israeliano Simon Peres, al quale ha regalato una copia del «Libro dello Splendore» di Zohar, cult della cabala popolarissimo tra i divi di Hollywood. Un bagno d'umiltà? Macché. Per gli ortodossi di Gerusalemme le ceneri sul capo di una diva restano comunque quel che sono, polvere di stelle. In Israele criticare un'icona nazionale è facile, sottoscriverlo un po' meno. Così, i responsabili delle scuole religiose che condannano Madonna, le yeshiva più conservatrici custodi di una dottrina che consente l'accesso ai misteri della cabala solo agli uomini over 40, parlano protette dall'anonimato: «La cabala spiega che l'impurità è inevitabilmente attratta dalla santità». La cantante, il cui nome viene definito «impronunciabile», è solo una delle molteplici manifestazioni del male: «La gente di Hollywood, patria del peccato, sta alla mistica ebraica come il diavolo all'acqua santa». Di più. Secondo il rabbino Yitzhak Batzri, figlio del popolare cabalista David Batzri, responsabile della Shalom Yeshiva, l'insegnamento della mistica dev'essere precluso ai non ebrei: «La conoscenza del Talmud è condizione necessaria per l'accesso ai segreti del Libro dello Splendore». Da Tzfat, dove arrivano mezzo milione di turisti spirituali all'anno, replicano con un'alzata di spalle. Dal 2003 l'economia cittadina si basa sui corsi di cabala e sull'attività di pittori asceti come Avrahm, un californiano approdato alla mistica dopo l'esperienza hippy. Madonna profana la religione degli avi? «Le vie del Signore sono infinite» risponde il rabbino Eyal Riess, barba lunga e pratica ortodossa, al servizio dell'ufficio prenotazioni del Kabbalah Tour di Tzfat. E se si tratta di vie commerciali tanto meglio: «La cabala non dice che cosa fare ma perché».
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