domenica 18 maggio 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



Clicca qui






Il Foglio Rassegna Stampa
13.09.2007 Dopo l'attacco da Gaza
Olmert rafforza il rapporto con Abu Mazen

Testata: Il Foglio
Data: 13 settembre 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «I nervi saldi di Olmert»
Dal FOGLIO del 13 settembre 2007:

L’attacco missilistico lanciato dal territorio di Gaza e rivendicato dal Jihad, e glorificato da Hamas come “una vittoria mandata da Allah per la resistenza”, ha fatto decine di feriti tra le reclute israeliane della base di Zikim e aveva uno scopo evidente: quello di far saltare le intese che si vanno realizzando tra il governo di Gerusalemme e l’Anp di Ramallah. Un attacco di terra delle forze israeliane nella Striscia di Gaza, che sarebbe peraltro una risposta del tutto legittima, è stato suggerito da Bibi Netanyahu, leader del Likud, il maggiore partito di opposizione, ma per ora il premier Ehud Olmert ha deciso di non dare fuoco alle polveri. Si tratta di una decisione difficile, perché i lanci dei missili Qassam sul territorio israeliano in qualche modo debbono essere fermati, ma saggia. Tornare a invadere la Striscia, oltre a provocare inevitabilmente anche vittime civili, significherebbe rinunciare alla strategia adottata da Ariel Sharon, quando decise di ritirare unilateralmente le truppe in modo da mettere i palestinesi alla prova sulla loro effettiva capacità di autogoverno. L’esito di quella scelta è stata la rottura tra le tendenze estremistiche e quelle disposte alla trattativa, che ha portato al tentativo di colpo di stato di Hamas, riuscito a Gaza e fallito in Cisgiordania. Ora Israele e il presidente palestinese Abu Mazen hanno un obiettivo in comune, quello di ristabilire la legalità a Gaza, e un nemico in comune, Hamas e chi, all’interno e all’estero, lo sostiene. E’ una base politica importante, sulla quale forse è possibile costruire un percorso di pace, perché ora è evidente che la sicurezza di Israele e quella della leadership palestinese sono interdipendenti e che la sconfitta degli estremisti e dei terroristi ne è la condizione indispensabile.
Olmert ha saputo tenere i nervi saldi, rischiando l’impopolarità che deriva dalla mancata risposta immediata, il che gli permette di consolidare i rapporti con l’Anp, in modo che non si spezzino quando si sarà costretti a dare a Hamas la risposta che merita.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Foglio

lettere@ilfoglio.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT