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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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D'Alema e Abu Mazen, un incontro inutile se fa il gioco di Hamas 05/09/2007
Si fa fatica a capire quali siano le ragioni che hanno spinto il nostro ministro degli esteri ad incontrarsi di nuovo con l’Autorità palestinese. Novità che lo giustifichino non ce ne sono, dato che anche  l’ultimo incontro Olmert-Abbas non ha prodotto nulla di nuovo. In più, Tzipi Livni ha avvertito Condi Rice che non bisogna farsi eccessive illusioni sull’incontro di novembre a Washington, nessuna “ aspettativa irragionevole”, ha dichiarato lunedì incontrando il primo ministro Salam Fayad. Che ci sia andato a fare D’Alema è quindi un mistero, anche perchè, ad ogni iniziativa, la nostra politica estera si ingarbuglia sempre di più. Mentre da un lato si presenta come il propugnatore  verbale per eccellenza della pace, dall’altro non perde occasione per presentarsi -  a differenze degli altri stati europei e dell’Unione europea – come il sostenitore del “dialogo” con Hamas e con gli stati che aiutano gruppi e movimenti terroristi. La scusa del dialogo, che non ha mai portato alla sconfitta di nessun terrorismo, è naturalmente brandita per addossare a Israele tutte le responsbilità, in una situazione politica che vede lo stato ebraico privo, al momento, di qualsiasi soluzione immediata per mancanza di un vero partner con il quale condurre le trattative. Abbas (Abu Mazen), pur dichiarandosi arcinemico di Hamas e difensore delle posizioni moderate, riesce in  realtà a sopravvivere,  forse non solo poltiticamente, grazie alla presenza dell’esercito israeliano, che finora ha impedito ai padroni di Gaza di estendere il loro potere anche sulla Cisgiordania. Sia Abbas, che Prodi e D’Alema, sanno benissimo che per Israele sarebbe un suicidio avere ai propri confini uno stato governato da Hamas. L’aeroporto di Tel Aviv dista cinque km in linea d’aria da quello che che dovrà essere il futuro stato palestinese. E’ immaginabile che a governarlo siano gli stessi che da Gaza, in due anni non sono riusciti a fare altro che lanciare missili Kassam su Israele e fare un colpo di stato contro l’Anp impadronendosi del potere ? E’ evidente che no, ma Prodi e D’Alema fanno finta di non saperlo, o forse non ci arrivano proprio, il che fa lo stesso, il risultato non cambia. Salutato Mahmoud Abbas, D’Alema andrà a trovare Ehud Olmert, che lo riceverà con i soliti sorrisi che non si negano mai a nessuno,  gli dirà anche lui che è “irragionevole”, vista la situazione interna palestinese, farsi delle eccessive speranze sulla conferenza di novembre. Far retrocedere Hamas, sembra che abbia detto D’Alema, bene, ci spieghi come, senza tante inutili chiacchiere.

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