Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Due storici che hanno esplorato le origini della Shoah Giuseppe Galasso su Raul Hilberg e Norman Cohn
Testata: Corriere della Sera Data: 21 agosto 2007 Pagina: 37 Autore: Giuseppe Galasso Titolo: «Il filo nero dell'apocalisse»
Dal CORRIERE della SERA del 21 agosto 2007:
Sono scomparsi nei giorni scorsi due importanti storici ebrei del totalitarismo e dell'antisemitismo: l'inglese Norman Cohn (nato nel 1915) e l'americano Raul Hilberg (nato nel 1926). I l caso ha voluto che si spegnessero negli stessi giorni Raul Hilberg e Norman Cohn. Ad accomunarli, però, non è tanto questo, né il fatto che fossero vicini di età. Li ha, invece, accomunati, oltre l'essere ebrei, il fatto di essere stati entrambi tra gli studiosi più eminenti della storia degli ebrei come «popolo altro » nel corso del tempo e come oggetto della «soluzione finale» nazista. Hilberg pubblicò il suo capolavoro, The Destruction of European Jews, a Londra nel 1961. Era partito dai documenti addotti dall'accusa contro i leader nazisti a Norimberga. Forse questa genesi documentaria del suo studio fu alla base della critica, spesso rivoltagli, di aver trattato più dei persecutori e dei carnefici che delle vittime della Shoah, con interessi schematizzanti e ideologici, più da politologo che da storico. E, in effetti, egli ricostruì minutamente e dagli inizi tutto l'apparato omicida di massa messo su dal nazismo. Proprio qui è, tuttavia, il primo pregio del suo lavoro, che ha chiarito la dinamica storica di un fenomeno ancor oggi di non facile dominio intellettuale. Né egli descrive solo la costruzion e di una macchina e il suo funzionamento. Guarda, infatti, altrettanto alle motivazioni ideologiche e alle giustificazioni psicologiche dei protagonisti dello sterminio, senza contare che schematismo e ideologismo furono certo dietro quella persecuzione e la sua concezione e realizzazione. A parte ciò, resta, comunque, fermo, in primo luogo, che fu Hilberg a dare esistenza storiografica allo sterminio nazista degli ebrei, di cui, quando cominciò la sua ricerca nel 1948, non si amava parlare neppure da parte ebraica, tranne che in via generale. In secondo luogo, fu anche lui ad avvertire in Germania, in Israele e altrove uno sforzo di superamento razionale della vicenda, che poteva facilmente portare a minimizzarla, più che nei suoi termini quantitativi, nel suo significato storico e umano, quasi come un «incidente di percorso della storia», capitato una volta, che finiva lì. Certo, neppure lui poteva prevedere il «negazionismo». Ma questo non prova la sua sensibilità storica, oltre che politologica? Al suo tema egli lavorò ancora con varii altri volumi, ma soprattutto migliorando la sua opera maggiore, fino alla terza edizione, molto ampliata, del 2003, per la quale si giovò dell'apertura degli archivi sovietici. Altro tipo di studioso fu Norman Cohn, che percorse alcuni dei sentieri più nuovi della storiografia sull'Europa medievale e moderna. Nel primo dei suoi libri maggiori ( The Pursuit of the Millennium, 1957; trad. it. I fanatici dell'Apocalisse) domina il tema dell'apocalisse, dell'escatologia, del millenarismo, del quale si ricostruisce una continuità dall'antichità all'età moderna, legando in una parentela sostanziale la tradizione medievale cristiana dell'Apocalisse (studiò anche Gioacchino da Fiore, l'abate calabrese «di spirito profetico dotato», come lo definiva Dante), le forme millenaristiche frequenti nella religiosità cristiana dissidente sia cattolica che protestante, per giungere alle filosofie della storia totalizzanti ed escatologiche del secolo XX (ivi compresi nazismo e comunismo). Su questo «filo rosso» storico continuista ogni perplessità è consentita, ma la ricchezza delle suggestioni e dei dati offerti da Cohn è indiscutibile. Inoltre, se il libro del 1957 seguiva quel filo in ceti e gruppi sociali marginali, nel suo Europe's Inner Demons, del 1992 (trad. it. I demoni dentro), egli si volge a ceti più elevati, e ne segue atteggiamenti e idee circa le streghe, mostrando quanto antiche e frequenti siano le accuse mosse a gruppi minoritari di divorare i bambini e di praticare orge in promiscuità. Per lui alla fine del Medioevo il filo si annoda nella credenza che vi fosse un'organizzazione segreta delle streghe con periodici sabba. Di qui la «caccia alle streghe », così diffusa nell'Europa moderna; e, nel parlarne, Cohn, pur con tesi in parte anch'esse discutibili, illustra con mano spesso maestra una pagina della storia sotterranea dello spirito europeo di cui si vedono i riflessi anche oggi (e a me questo libro pare anche più robusto del precedente). Il nome di Cohn è, comunque, soprattutto legato a Warrant for Genocide (trad. it. Licenza di uccidere), del 1967. Egli ha, infatti, stabilito qui in modo (per quanto lo si può dire negli studi) definitivo l'incredibile falso storico costituito dai Protocolli degli Anziani di Sion, il testo-principe dell'antisemitismo europeo nel secolo XX, che, apparso in Russia fra il 1903 e il 1907, fu poi tra i vangeli della «soluzione finale» nazista, superando di gran lunga ciò che si era visto, come invenzione di miti negativi dalle drammatiche conseguenze, al tempo della caccia alle streghe. Anche in questo caso la storia di ieri si lega all'oggi, e va oltre, e questi due valorosi combattenti di un'importante battaglia storico-culturale ci ricordano una volta di più (e ripetere giova) che, quando si tratta di uomini, sempre è di noi stessi la favola che si narra.
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