Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
A opprimere Gaza è Hamas chi vuole finanziarla non ha motivazioni umanitarie
Testata: Il Foglio Data: 15 agosto 2007 Pagina: 3 Autore: la redazione Titolo: «Hamas fa di Gaza un ghetto»
Dal FOGLIO del 15 agosto 2007:
E’ in corso una campagna di opinione falsamente venata di spirito umanitario sulla condizione dei palestinesi di Gaza. La condizione di queste persone è tragica, e lo è da molti decenni, a cominciare dal periodo nel quale, sotto il governo egiziano, non si fece nulla per dare qualche soluzione ai problemi dei profughi che si erano riversati lì. Oggi, dopo il ritiro unilaterale delle truppe israeliane e la guerra intestina tra i palestinesi che ne è conseguita, Gaza è sotto il controllo della fazione terroristica di Hamas, che non accontentandosi di gestire il governo ha voluto prendere tutto il potere, com’è naturale che facciano i partiti armati. E’ di questa dittatura faziosa che soffre la popolazione, alla quale è vietato anche protestare per decisione del partito teocratico che la tiene in ostaggio. Eppure due giorni fa, al grido di “vogliamo la libertà”, ci sono stati manifestanti a Gaza pronti a sfidare i divieti di Hamas pur di farsi sentire anche dal presidente del Consiglio italiano Romano Prodi. Se a Gaza c’è un ghetto i suoi carcerieri sono i miliziani islamisti, non Israele, non l’Autorità palestinese che di lì è stata cacciata da un colpo di stato. L’idea che bisognerebbe finanziare gli aguzzini della popolazione di Gaza per ragioni umanitarie, concedendo ai terroristi dopo il golpe quello che fu negato loro quando rispettavano, almeno formalmente, le regole del gioco, è del tutto irragionevole, con buona pace di Massimo D’Alema e di Prodi, che hanno scelto la causa più sbagliata per segnare il loro distacco dall’Europa, dall’America e da Israele e, in sostanza, dal legittimo governo e dal popolo palestinese
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