Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Armi americane all'Arabia saudita, per contenere l'Iran una scelta non priva di rischi
Testata: La Repubblica Data: 29 luglio 2007 Pagina: 17 Autore: Paola Coppola Titolo: «Usa, armi ai sauditi contro l´Iran»
Dalla REPUBBLICA del 29 luglio 2007:
L´amministrazione Bush vuole vendere armi all´Arabia Saudita per un valore di 20 miliardi di dollari. Bombe guidate via satellite, aerei da combattimento di ultima generazione e navi: un pacchetto pensato come deterrente per fermare l´influenza dell´Iran nella regione. La cospicua vendita di armi sarà discussa al Congresso la prossima settimana. La stampa americana l´ha annunciato con grande enfasi registrando i malumori di molti deputati. I dubbi riguardano soprattutto il ruolo ambiguo che - secondo i rapporti dell´intelligence - Riad sta svolgendo nella guerra in Iraq, finanziando i gruppi sunniti e facendo passare attraverso i suoi confini i miliziani che gonfiano le file della guerriglia. L´accordo poi preoccupa Israele: così per risolvere il problema e raccogliere i consensi necessari a Capitol Hill l´amministrazione è pronta a mostrarsi più generosa anche con lo Stato ebraico: farà crescere gli aiuti militari fino a 30,4 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni, circa il 43 per cento in più rispetto al decennio passato. Secondo gli analisti il piano sarà approvato: «È un grande affare per gli Usa di cui beneficeranno soprattutto le multinazionali», dice Samer Shehata della Georgetown University. «L´accordo andrà avanti». Al momento però il regno di re Abdullah, in cambio delle armi, non sarebbe pronto a dare agli Stati Uniti l´assicurazione che si mostrerà più collaborativo nei confronti dei progetti Usa per pacificare l´Iraq. Al contrario, fino ad ora, il più potente alleato sunnita - come scrive il New York Times - li avrebbe ostacolati: a Riad non piace il premier iracheno del governo a maggioranza sciita, Nouri al Maliki (accusato di essere un agente di Teheran). Domani il segretario di Stato Condoleezza Rice dovrebbe annunciare l´apertura delle discussioni formali con diversi paesi della regione (oltre all´Arabia Saudita, la vendita riguarderà anche gli altri alleati nella regione, come Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar ed Emirati Arabi Uniti) nella speranza di raggiungere un accordo entro l´autunno. Dovrebbe anche rendere noto l´accordo per gli aiuti militari a Israele e un altro simile per l´Egitto. Poi la prossima settimana insieme al segretario alla Difesa Robert M. Gates, la Rice volerà a Riad: oltre a discutere il piano dovranno convincere il regno e gli altri paesi del Golfo a lanciare un messaggio ai gruppi sunniti iracheni contro le violenze. Intanto il Congresso americano ha approvato la nuova legge anti-terrorismo che recepisce le raccomandazioni della commissione che ha indagato sugli attacchi dell´11 settembre: entro tre anni saranno adottati sistemi di scannerizzazione di tutti i contenitori imbarcati a bordo degli aerei passeggeri e delle navi e maggiori finanziamenti andranno alla sicurezza sui trasporti e alle città più a rischio attentati.