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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Stampa - La Repubblica Rassegna Stampa
29.07.2007 Secondo un giornale libanese sarebbe morto uno degli israeliani sequestrati da Hezbollah
due cronache scorrette e intrise di pregiudizi

Testata:La Stampa - La Repubblica
Autore: Lorenzo Trombetta - la redazione
Titolo: «“Morto un israeliano ostaggio di Hezbollah” - "Morto uno dei 2 soldati israeliani»
Secondo il quotidiano libanese  An-Nahar, fonti diplomatiche tedesche avrebbero ricevuto dal generale Michel Aoun (cristiano maronita, ma alleato di Hezbollah) avrebbe ricevuto l'informazione che uno dei due soldati israeliani sequestrati nel luglio 2006 sarebbe morto (.

Secondo Lorenzo Trombetta, che dà questa notizia sulla STAMPA del 29 luglio 2007 ( a pagina 15), gli israeliani non sono stati sequestrati, ma "catturati",non sono rapiti ma "prigionieri".
I terroristi di Hezbollah naturalmente sono "miliziani".
Fu l'ofensiva militare israeliana successiva al sequestro a causare non solo
"la morte di più di mille civili libanesi", nessuno dei quali, per Trombetta apparteneva ad Hezbollah, ma anche "di circa 150 israeliani". Gli Hezbollah e i raggi katiuscia lanciati sulle città israeliani non hanno fatto nemmeno un morto. Tutto si deve all'offensiva israeliana.

La capitale di Israele, in tutto l'articolo è indicata in Tel Aviv e non in Gerusalemme.

Degno di nota anche il fatto che, quando scrive degli scontri tra esercito libanese e Fatah Al Islam, Trombetta citi il governo di Beirut. Così che, incredibilmente, fa capolino la parola "terrorista", che si poteva supporre scomparsa dal vocabolario del giornalista.

In sintesi, un articolo che denuncia i pregiudizi di chi lo ha scritto, che non tacciono neppure di fronte al dramma, e forse alla tragedia, dei soldati israeliani sequestrati.

Ecco il testo:


Uno dei due soldati israeliani, catturati il 12 luglio 2006 da miliziani sciiti libanesi Hezbollah lungo il confine tra Libano e Israele, sarebbe morto. Lo hanno rivelato fonti diplomatiche tedesche citate ieri dal quotidiano libanese An-Nahar, spiegando che l’informazione è stata ottenuta dai servizi segreti di Berlino durante un contatto con l’ex generale libanese, il maronita Michel Aoun, principale leader cristiano dell’opposizione alleato di Hezbollah.
Aoun, hanno proseguito le fonti, si è però rifiutato di esser coinvolto nella vicenda dei prigionieri israeliani, confermando quanto più volte detto dai vertici del Partito di Dio: il dossier dei due soldati di Tsahal è in mano esclusivamente al leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah.
Ehud Goldwasser, 31 anni, e Eldad Regev, 26, furono fatti prigionieri, all’alba del 12 luglio di un anno fa, in territorio israeliano da guerriglieri Hezbollah in un punto nel settore orientale della Linea Blu che dal 2000 divide il Paese dei Cedri dallo Stato ebraico.
Israele lanciò allora la sua offensiva militare che durò 34 giorni e che causò la morte di più di mille civili libanesi e di circa 150 israeliani. Ieri un portavoce del governo israeliano ha commentato con freddezza l’indiscrezione sulla morte di uno dei due ostaggi: «Il governo israeliano non risponde a notizie riportate sui media libanesi».
La notizia diffusa ieri, che non ha ancora trovato conferma ufficiale né dalla Germania, né dal generale Aoun, non aiuta però a fare luce sulla sorte dei militari di Tel Aviv. Anche perché an-Nahar, il quotidiano che ha fatto trapelare l’indiscrezione, ha scelto volontariamente di pubblicarla in dodicesima pagina all’interno di un pastone politico, senza annunciarla in apertura.
Secondo alcuni osservatori a Beirut, il giornale sarebbe stato costretto a non dare troppo risalto alla notizia su richiesta degli stessi servizi segreti tedeschi, che avrebbero voluto mandare un messaggio a una delle due parti impegnate nel negoziato, Israele e Hezbollah, forse sollecitando un’accellerazione nel raggiungimento di un accordo.
La Germania è infatti impegnata dall’inverno scorso in una segreta mediazione tra Tel Aviv e il Partito di Dio per portare a termine un altro scambio di prigionieri, dopo quello ottenuto nel gennaio 2004 a seguito di tre anni di intense trattative.
Allora, i tedeschi riuscirono a metter d’accordo per la prima volta Nasrallah con il governo israeliano nel riportare a casa le salme di tre soldati di Tsahal morti nel Libano del Sud, oltre a negoziare il rilascio di un uomo d’affari israeliano, in cambio della liberazione di circa 400 prigionieri libanesi, palestinesi e di altre nazionalità arabe, e ottenere anche la consegna di 59 salme di miliziani Hezbollah.
In questo incerto scenario, il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, in visita da venerdì a Beirut, ha invitato i dirigenti politici libanesi a ripristinare il dialogo interno per metter fine alla crisi, giunta al suo ottavo mese, «perché in Libano il confronto politico può trasformarsi in nuove drammatiche violenze». E ieri il comandante dell’esercito libanese, generale Michel Suleiman ha detto, in una rara dichiarazione alla stampa, che la resa dei conti contro i miliziani di Fatah al-Islam ha raggiunto la sua fase finale, e l’attacco definitivo «contro i componenti rimasti del gruppo terrorista nel campo di profughi palestinesi di Nahr al-Bared è imminente».

Un articolo scorretto sui due soldati israeliani sequestrati si trova anche su REPUBBLICA.IT
Sul sito non ci sono le foto dei soldati israliani, solo quelle dei hizballah, chiamati "guerriglieri"... 
 A detta di Repubblica, la "violenta" reazione fu solo di Israele, gli Hezbollah non furono affatto violenti (i Hizballah sparavano 300 missili quotidiani sulla povera gente di Israele... questa non e' violenza...).
 Viene citata la risoluzione dell' ONU sul Libano, ma non viene ricordato che stabiliva il disarmo di Hezballah, e la restituzione dei rapiti. Cosa mai avvenuta. 
Viene usato il termine di "combattenti" per 59 terroristi che hanno assassinato o provato a farlo, civili ebrei inermi.
Si sostiene che Hezbollah si sia detto  disponibile ad uno scambio di prigionieri. Ma in realtà Hezbollah vuole la liberazione  di pericolosi terroristi, tra i quali Samir Quntar, che ha assassinato davanti ai suoi occhi, la figlia di quattro anni e il marito della signora Haran, che riusci' a nascondersi in un armadio di casa e a salvare l' altra sua figlia di due anni. Questo non e' uno scambio di prigionieri. Quella che vuole Hezballah e' la liberazione di barbari criminali di guerra, in cambio  di due soldati della riserva israeliana che facevano il loro giro di ricognizione in territorio israeliano al confine col Libano. 
Ecco l'articolo:

BEIRUT - Sarebbe morto uno dei soldati israeliani catturati il 12 luglio 2006 da Hezbollah sul confine tra Libano e Israele. Lo scrive il quotidiano libanese An Nahar riferendo le voci raccolte da elementi dei servizi segreti tedeschi nei contatti con il leader del Movimento Patriottico Libero, l'ex generale cristiano maronita Michel Aoun, alleato di Hezbollah, che guida l'opposizione al governo libanese.

Nella breve notizia - riproposta poi sul sito web Nahar.net - si afferma che "Berlino ha tentato, nei contatti con Aoun, di ottenere informazioni sulla sorte dei due prigionieri israeliani, ma Aoun si è rifiutato di affrontare questo argomento. Tuttavia, le agenzie della sicurezza hanno capito che uno dei due prigionieri è ancora vivo e il secondo è morto".

I due soldati, Ehud Goldwasser, 31 anni, e Eldad Regev, 26 anni, furono catturati dagli sciiti filoiraniani di Hezbollah durante un'azione in territorio israeliano all'alba del 12 luglio 2006. Nelle ore successive ci fu una violenta reazione militare dell'esercito israeliano, alla quale seguì una guerra durata 34 giorni e conclusa da una risoluzione Onu che ordinava il cessate il fuoco e l'invio di un contingente internazionale nel sud del Libano. Hezbollah si è sempre detto disponibile a uno scambio tra prigionieri israeliani e libanesi.

Dall'inverno 2006 i servizi segreti tedeschi sono impegnati in una mediazione per portare a termine uno scambio di prigionieri tra Hezbollah e Israele, dopo quello avvenuto nel gennaio 2004 al termine di negoziati durati quasi tre anni. Il movimento sciita rilasciò un uomo d'affari israeliano e consegnò le salme di tre soldati israeliani uccisi, in cambio della liberazione di 400 guerriglieri e della consegna di 59 salme di combattenti.

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