Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
In molti sono pronti a scommettere su Marco Di Porto, trentenne romano al suo esordio narrativo. Tra gli estimatori, Alessandro Piperno, che non solo ha letto per primo questi racconti ma si è prodigato per la loro pubblicazione. Protagonista di Kaddish ’95 è la Roma ebraica: non quella ricca e mondana descritta in “Con le peggiori intenzioni” da Piperno ma la più povera, impegnata ad arrivare alla fine del mese e a osservare i precetti dei padri. Di Porto, che pur giovanissimo ha fatto i mestieri più disparati (dall’autore televisivo all’ufficio stampa della Federazione italiana tabaccai), riesce a descrivere il precariato esistenziale della propria generazione attraverso un’ironia sospesa tra l’Aldo Nove degli esordi e l’anima più nera dell’umorismo ebraico. E mostra come sia possibile coniugare la “sfrontatezza” della vita di oggi con la calma e il silenzio necessari per prepararsi alle preghiere quotidiane. I suoi protagonisti non vivono nei salotti descritti da Piperno, ma all’aria condizionata dei call center e dei centri commerciali. Respirano con il fiato sul collo di un mutuo da pagare vivendo storie di amore e di sfratti ai tempi della Torah.
E, pur subendo ingiustizie di un presente da precari, non dimenticano le ferite di una “memoria” che neppure i nostri tempi (im)mediati sono riusciti a cancellare.