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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Il Giornale-Libero Rassegna Stampa
22.07.2007 L'Iran arma la Siria e minaccia la guerra entro l'estate,ma non fa notizia
ne scrivono solo Fiamma Nirenstein e Angelo Pezzana

Testata:Il Giornale-Libero
Autore: Fiamma Nirenstein-Angelo Pezzana
Titolo: «Armi chimiche e atomiche, c'è accordo tra Siria e Iran - L'Iran promette di aiutare la Siria a farsi l'atomica.»

L'Iran arma la Siria, lo dichiara apertamente Ahmadinejad, fornirà a Damasco armi modermissime per 1 miliardo di dollari, con in più le attrezzature per predisporre l'arma nucleare. Dichiara pure l'Hitler di Teheran di augurarsi che la Siria metta ordine in Libano e che quest'estate i suoi nemici possano subire una decisa sconfitta. Queste notizie erano dipsonibili su internet già dal pomeriggio di sabato, ma ieri sera nessun TG ne ha parlato, nessun Televideo le ha registrate. Ancora più grave, oggi, domenica 22/07/2007, la notizia c'è solo su GIORNALE e LIBERO. C'è da preoccuparsi. Ecco i due articoli, il primo di Fiamma Nirenstein, dal titolo " Armi chimiche e atomiche, c'è accordo tra Siria e Iran ", il secondo, di Angelo Pezzana, dal titolo " L'Iran promette di aiutare la Siria a farsi l'atomica".

Ecco quello di Fiamma Nirenstein:

Dalle parole a fatti così gravi, che un ministro in Israele risponde lanciando addirittura l’idea di un governo di unità nazionale. Come si ricorderà il presidente iraniano Ahmadinejad in visita a Damasco giovedì, dove ha incontrato il presidente Bashar Assad, il leader degli hezbollah Hassan Nasrallah e Khaled Mashaal, oltre ad alcuni altri gruppi terroristi minori, aveva detto: «Speriamo che la temperatura calda dell’estate coincida con una vittoria dei popoli della regione, e che i nemici nella regione verranno sconfitti». Cioè, aveva annunciato una nuova guerra contro Israele. Una minaccia circostanziata che ricorda quelle alla vigilia della Guerra dei Sei Giorni da parte di egiziani e siriani.
Se qualcuno in Occidente ha pensato che si sia trattato di rodomontate può cambiare idea se sono esatte le odierne informazioni: il giornale libanese che esce in arabo a Londra, Asharq al Awsat, riportando una fonte iraniana racconta che l’Iran finanzierà con un miliardo di dollari l’acquisto da parte della Siria di armi russe e nordcoreane, fra cui 400 carri armati avanzati T-72, 18 Mig russi (aerei da combattimento) 31s, e otto elicotteri M-8, oltre ad altro equipaggiamento militare. In più, l’Iran aiuterà la Siria a costruire fabbriche di missili a media gittata, e le fornirà carri armati costruiti in Iran e veicoli corazzati. La marina siriana sarà riarmata con missili cinesi C 801 e C 802, attualmente costruiti in Iran. Ahmadinejad si è anche impegnato ad aiutare la Siria a perseguire la realizzazione di armi atomiche e chimiche. In più l’Iran ha promesso a Bashar Assad di aiutarlo a rovesciare il primo ministro libanese Fuad Siniora così da ristabilire l’influenza siriana.
Assad, da parte sua, dopo aver sollevato grande attenzione internazionale sulle sue supposte profferte di pace a Israele, di fatto, secondo il giornale arabo, ha promesso in cambio di non entrare in negoziati di alcun genere con Israele. Una promessa strategica, indispensabile per Ahmadinejad che ha bisogno della Siria nella costruzione di una grande forza egemonica che acquista dimensioni sempre più impressionanti.L’Iran sta perfezionando molto rapidamente un progetto a largo raggio: è dei giorni scorsi la rivendicazione di una sua legittima egemonia sul Golfo e in particolare sul Bahrein. È inoltre uscita in questi giorni una bozza della relazione periodica dell’intelligence americana, intitolata «La minaccia terroristica agli Stati Uniti», che sostiene che una parte della leadership di Al Qaida, nonostante la sua appartenenza sunnita, operi in Iran. Tre importanti leader di Al Qaida vi sarebbero basati, fra cui il figlio di Bin Laden, Saad, occupandosi soprattutto di costruire il terrorismo all’opera in Irak. Questa e molte altre informazioni sono state riportate dal quotidiano americano New York Sun il 17 di questo mese; ma giorno dopo giorno la decisa ambizione iraniana di creare una situazione di terremoto continuo e anche di frustrazione per chi cerca una strada per pacificare il Medio Oriente, si arricchisce di nuovi anelli della catena egemonica dell’Iran sul Medio Oriente.
Israele, da tempo sul chi vive e preoccupato per la possibilità di una guerra d’estate, ieri ha reagito con energia. Il ministro per gli Affari strategici Avigdor Lieberman ha detto addirittura che «poiché la minaccia iraniana va oltre ogni argomento politico, chiamo il governo e il capo dell’opposizione Netanyahu a riconsiderare la possibilità di un governo di unità nazionale». Iniziativa da tempo di guerra. Un allarme politico così acuto è tuttavia condiviso anche dal capo della commissione Esteri e sicurezza della Knesset, Tzachi Hanegbi: «L’Iran - ha detto - è un pericolo sempre più grande non solo per Israele, ma per la stabilità della regione». E pure dall’ufficio del Primo Ministro che dice di restare «volto verso la pace» si esprime delusione per la natura incerta e insieme radicale di Assad. In una parola: mentre con il rilascio dei prigionieri e con la previsione del summit di autunno Israele e il mondo moderato cercano la pace, alcuni folli giocano, nel caldo estivo, con un grande fuoco. Vedremo Tony Blair, in arrivo in Medio Oriente, alla prova sin dal giorno del suo debutto.

Ecco l'raticolo di Angelo Pezzana:

Sappiamo di dare un dispiacere al nostro esimio ministro degli esteri, ma la situazione non si evolve nel senso dal lui indicato. I suoi interlocutori, da Damasco e Teheran, si sono dimenticati di  avvertirlo. Provvediamo noi. La notizia è che l’Iran si appresta, attraverso un accordo diretto tra Ahmadinejad e Assad, a fornire alla Siria assistenza militare, finanziamenti finalizzati all’acquisto di armi dalla Russa e dalla Corea del Nord,  con l’aggiunta della supervisione, grazie all’esperienza accumulata in questi anni, per iniziare il cammino verso l’acquisizione dell’arma nucleare. A questo si aggiunge l’aiuto alla Siria nella sua politica di occupazione del Libano. Assad recepisce, ringrazia, e paga il conto, che consiste nel non procedere ad eventuali, futuri e poco probabili trattative con Israele. Il trattato entra poi nei particolari, con la modica cifra di un miliardo di dollari Ahmadinejad finanzierà l’acquisto  di 400 carri armati russi modello T-72, 18 aerei MIG 31, 8 aerei da combattimento Sukhoi e, infine, 8 elicotteri Mikoyan (toh, chi si rivede !). Come buon peso, l’Iran aiuterà la Siria nella produzione locale di missili a media gittata, fornendo carri armati e armi varie di produzione iraniana, tra le quali i missili navali C-801 e C-802, di tecnologia cinese, per contribuire all’ammodernamento delle vetuste forze armate siriane.

Come presenza di pace nella regione, niente male, caro on.D’Alema, non ci dimentichiamo le sue profonde analisi di politica internazionale, tutte rivolte con grandi segnali di stima verso quel paese che oggi non solo pretende di costruire per sè l’arma nucleare, ma è pronto a coinvolgere nei suoi criminali piani di guerra, altri paesi che, peraltro, non aspettano che il via. In questo caso la Siria, il cui regime poche settimane fa ci è stato presentato da quell’altro sapientone di Lamberto Dini come il massimo della democrazia, pronto alla pace con i suoi vicini soltanto che lo volessero. Ma, disse Dini, peccato che Israele dica di no. É questa la compagnia cantante che dirige la politica estera del nostro paese, con al seguito sottosegretari, partiti rossoverdi, tutti impegnati a tessere le lodi di qualunque governo criminale, gli basta solo guardare l’etichetta, che sia ben chiaramente anti Usa e anti Israele. Aiutando la Siria a intromettersi ancora di più in Libano, ci sarà una destabilizzazione del governo Siniora, così sarà contento D’Alema, potrà discutere con un premier che arriva direttamente da Hezbollah. Apprezzerà pure le parole di Ahmadinejad, “ Spero che l’estate porti nuove vittorie ai paesi della regione e sconfitte ai nostri nemici”, parole di non difficile interpretazione, anche per uno che si intende più di affari economici che esteri. Nel suo incontro siriano, il nuovo Hitler iraniano si è anche incontrato con Nasrallah. Non sappiamo cosa si siano detti, ma non facciamo fatica ad immaginarlo. Queste notizie non  provengono da qualche sito “sionista”, ma dalle agenzie internazionali, fra le quali molte arabe. Evidentemente c’è, nei paesi arabi oggetto delle “attenzioni” del terrorismo islamista, una forte preoccupazione per l’escalation iraniana nella regione. Una preoccupazione che non sembra interessare il nostro governo, nel quale abbiamo tutto e il contrario di tutto. Prodi che va in Israele e non la smette neanche un minuto di sorridere e lasciar capire che lui non è mica sulle posizioni di D’Alema. Ma, una volta rientrato in Italia, tutto torna come prima, anzi, peggio di prima. A D’Alema si aggiunge Fassino, entrambi vogliono che al tavolo delle trattative ci sia Hamas. Adesso ci aspettiamo che trovino qualche spiegazione per il piano di guerra che l’Iran sta approntando. Sarà dura, ma con l’aiuto della facciatosta, che in questi casi non manca mai, una via d’uscita la troveranno. Per esempio, siamo pronti a scommettere, Usa e Israele in qualche modo li faranno entrare, per esempio Bush minaccia la sicurezza dell’Iran e Olmert ha deluso profondamente Assad, buttandolo fra le le braccia di Ahmadinejad. Intanto arriva l’estate, calda secondo il gentiluomo di Teheran. D’Alema forse no, ma a noi la cosa preoccupa.

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