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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.07.2007 Le poesie d'amore di Shimon Peres
un articolo di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 luglio 2007
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Le poesie d'amore di Peres diventano canzoni «Versi naïf, ma un presidente ottimista va bene»»

Dal CORRIERE della SERA del 20 luglio 2007:

GERUSALEMME — Sono le poesie scritte nei momenti di noia, più che d'ispirazione. Durante le riunioni politiche e di governo meno stimolanti a cui ha partecipato negli ultimi cinquant'anni, Shimon Peres ha composto. Versi che ha tenuto in un cassetto segreto nell'ufficio di Tel Aviv e che si è portato nella residenza presidenziale a Gerusalemme. Versi che pochi conoscono, non sono mai stati pubblicati.
«Da ragazzino non sognavo di diventare presidente. Volevo essere un pastore o un poeta», ha proclamato «l'ultimo dei Mohicani» — come lo chiamano i giornali — nel discorso davanti al Parlamento. Yona Bar-Tal, sua assistente da sempre, ha deciso di assecondare il desiderio del leader israeliano che a 83 anni è arrivato a sedere sull'unica poltrona che gli mancava. E che per la prima volta ha vinto un'elezione. Ad agosto, quando il neo-presidente di anni ne compirà 84, verrà pubblicato un disco che raccoglie le sue poesie, con le musiche di celebri artisti israeliani, da Mati Caspi a Keren Peles, a Arik Sinai.
«E' un regalo che vogliamo fargli», spiega Kobi Oshrat al quotidiano Yedioth Ahronoth. Il produttore e compositore — ha vinto un Festival Eurovision con la canzone Hallelujah nel 1979 — ammette che Peres non è un poeta nazionale come Nathan Alterman ma considera la sua scrittura «sensibile». «Non ha mai voluto pubblicarle, perché si sentiva timido e insicuro del talento».
Le poesie non sono politiche, la maggior parte sentimentali. «Non mi sembrano molto efficaci — commenta lo scrittore israeliano Etgar Keret, che ha letto quelle pubblicate da Yedioth —. Ben venga un presidente poeta, dopo un molestatore di impiegate come Moshe Katsav e prima di lui Ezer Weizman, che se n'è dovuto andare perché implicato in uno scandalo per corruzione». Una si intitola In elogio a Kalya: «Dietro le quinte di tutto Kalya si imbelletta / Di porpora al tramonto/ Di grigio nelle riflessioni / Di blu intenso nello strascico / e le spiagge sfocate / vanitosa nei suoi abissi / lontanissima nei suoi orizzonti. / Città rifugio, luogo immaginario, avamposto finale, / speranza disperata / i suoi monti maschi, spasimanti virili, non invitati / dietro le quinte di tutto, Kalya si imbelletta». Keret giudica i versi «naïf». «C'è parecchio sentimentalismo. Ma anche se non sono un bene per la poesia, lo sono per questo Paese. Naïf significa che Peres è rimasto ottimista, un sognatore. Ci sono ottimi poeti che non vorrei mai avere come presidenti».
Il produttore Kobi Oshrat non ha parlato a Peres del progetto, è stato preparato come una sorpresa. «Non so se accetterà di venire nello studio di registrazione. Le poesie sono fuori dal comune, difficile costruirci attorno una canzone. So che quando ascolta i suoi versi in musica è felice come un bambino. Ho visto la sua eccitazione, quando ha ricevuto il titolo di "cittadino onorario di Tel Aviv"». In quell'occasione, Arik Sinai ha cantato Sono stato un giovane a Tel Aviv e il brano verrà inserito nel disco.
Peres è arrivato domenica nella residenza presidenziale a Gerusalemme. Accompagnato dalla nuova scorta e da pacchi di camicie bianche fresche di lavanderia. I suoi assistenti hanno aspettato la fine della cerimonia di insediamento alla Knesset per cambiare il sito ufficiale e sostituire il nome di Moshe Katsav. Nelle pagine digitali, non è stata inserita la biografia della moglie Sonia. La first lady ha sempre scelto di tutelare la vita privata e non è mai apparsa accanto a Peres in cerimonie ufficiali o durante le campagne elettorali. Non ha potuto neppure partecipare alla festa in Parlamento, poche settimana fa è stata colpita da un attacco di cuore ed è ancora convalescente. A lei il nono presidente si è rivolto nel primo discorso: «Sonia, l'amore della mia vita

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