Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Apertura ad Hamas: D'Alema isolato e smentito dai fatti
Testata:Il Foglio - Avvenire Autore: la redazione Titolo: «Perfino l’amico Kouchner attacca D'Alema su Hamas - Israele: "Hamas prepara un esercito"»
Dal FOGLIO del 20 luglio 2007:
Roma. Il ministro Massimo D’Alema considera “banale” rompere con Abu Mazen, polemizzare con l’alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Javier Solana, essere criticato dal ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, e impone all’Italia una collocazione internazionale mai vista prima. Il titolare della Farnesina e il portavoce del ministero hanno tentato di smorzare con acrobazie verbali l’apertura a Hamas, ma la situazione sul campo non permette più le abituali tattiche verbaliste. Dopo il sanguinoso colpo di stato di Gaza, il 29 giugno Abu Mazen è andato al congresso dell’Internazionale socialista a Ginevra e ha chiesto al mondo di isolare Hamas: “Bisogna isolare il colpo di stato che ha gettato nel caos il nostro territorio. Un colpo di stato cruento non ci fermerà. Contiamo sul vostro aiuto per questa risposta democratica alle scelte dei ‘putchisti’. Hamas commette crimini sanguinosi contro il nostro popolo ogni giorno, ogni ora, ogni minuto”. Mercoledì il Consiglio dell’Olp ha formalizzato sul piano istituzionale questa rottura, dando mandato al rais Abu Mazen di sciogliere il Parlamento palestinese e indire nuove elezioni, politiche e presidenziali. Decisione rigettata da Hamas che l’ha dichiarata “anticostituzionale”. Contemporaneamente, per chiarire la drammaticità della situazione e i nuovi pericoli di attacco militare di Hamas, Abu Mazen ha chiesto – e sta per ottenere – che Israele permetta alla “Brigata Badr”, un corpo palestinese inquadrato nell’esercito giordano, di presidiare la Cisgiordania, in cui Hamas è fortissima, per evitare il pericolo concretissimo di una replica dello schema jihadista di Gaza. D’Alema, che a Ginevra ha applaudito Abu Mazen ma non ha mai criticato formalmente il sanguinoso operato di Hamas a Gaza, tornato in Italia ha deciso di non appoggiare le mosse di Abu Mazen e ha aggiunto che se si va allo scontro frontale con Hamas, si rischia di “regalarla ad al Qaida”. Una condanna dell’operato del presidente dell’Anp – che si aggiunge al silenzio della Farnesina sulla decisione di indire nuove elezioni – che ha irritato e preoccupato l’ambasciatore di Israele a Roma e anche Javier Solana e Bernard Kouchner, ma che ha trovato l’appoggio (non casuale) del ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. D’Alema ha rotto la tradizionale collocazione dell’Italia, ha fatto un passo successivo alla marcata presa di distanze da Israele e ora si è dissociato, sia pure diplomaticamente, dalle stesse scelte dell’Olp – un’assoluta novità – e si trova in consonanza con Mosca, oltre che con Damasco e con la sinistra estrema italiana (Pdci, Rifondazione e Verdi). Particolarmente significativa la polemica con Kouchner, da cui D’Alema si aspettava forse un appoggio, dopo la consonanza di posizioni durante la guerra del Kosovo. Il ministro degli Esteri francese non ha usato mezzi termini per rigettare il suo appello a non isolare Hamas: “Sono spesso d’accordo con il mio amico Massimo D’Alema, ma in questo caso non lo sono”. Kouchner – questo è ancora più rilevante – ha anche attaccato frontalmente l’asse del ragionamento di D’Alema, quell’analisi che informa tutta la sua politica estera e che motiva le sue continue aperture non soltanto a Hamas, ma anche a Hezbollah, Siria e Iran. Un’analisi che legge il terrorismo e il fondamentalismo jihadista non come movimenti autonomi, ma come “risposta a errori dell’occidente”, un’analisi che ha motivato il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e le critiche all’operato della Nato in Afghanistan. Kouchner ha rigettato il sillogismo per cui un isolamento occidentale di Hamas la consegnerebbe ad al Qaida: “Non accusiamo gli occidentali di essere responsabili dei collegamenti che le organizzazioni estremiste mantengono fra loro. La politica d’isolamento della popolazione palestinese a Gaza, se continuasse, è un rischio grave. Ma non credo che Hamas abbia aspettato questa terribile situazione di Gaza per avere dei contatti con al Qaida. Sarebbe troppo semplice pensare che la comunità internazionale ne sia responsabile”.
AVVENIRE a pagina 17 pubblica un breve articolo dal titolo eloquente "Israele: Hamas prepara esercito". L'allarme, che rivela le intenzioni non certo pacifiche del gruppo islamista, è stato dato dall'esercito israeliano