Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Franco Cardini non difende i cristiani del Medio Oriente, rimpiange Saddam Hussein e condanna Israele quando i pregiudizi politici vengono prima di tutto il resto
Testata: Corriere della Sera Data: 05 luglio 2007 Pagina: 21 Autore: Gianna Fregonara Titolo: «Cardini: temo che così si alimenti nuovo odio»
Antislamica. Così bolla Franco Cardini la manifestazione in difesa della libertà religiosa dei cristiani in Medio Oriente. Promossa da un musulmano. Aggiunge che per garantire che i cristiani non fossero perseguitati in Iraq bastava mantenere al potere Saddam Hussein (che uccideva centinai di migliaia di iracheni, cristiani inclusi, ma aveva il caldeo Tareq Aziz tra i suoi principali complici) e che anche in Israele i cristiani "hanno difficoltà religiose". "Ma lì di solito non vengono uccisi o rapiti" nota interedetta l'intervistatrice. Cardini cambia discorso.
Domanda: al cattolico Cardini interessano più i cristiani o il suo odio per Israele e l'America?
ROMA — «Qualche Quale? dubbio ce l'ho». «Che, al di là delle buone intenzioni degli organizzatori che stimo, il tasto che interessa sia l'antislamismo indiscriminato». Per questo il professor Franco Cardini, cattolico, che pur non sarebbe contrario per principio, anzi, a partecipare ad una manifestazione per ricordare le persecuzioni ai cristiani nel mondo, non ha aderito a quella di ieri: «Mi sembra che in questo caso si dia un po' troppo per scontato che i musulmani siano quasi tutti radicali e che i musulmani radicali siano tutti dei terroristi. Si parla di fondamentalismo, di fanatismo e scatta troppo spesso l'associazione musulmano-fanatico, senza vedere che invece i terroristi sono alcune frange circoscritte ». Spesso però le maggiori persecuzioni i cristiani le subiscono in Paesi musulmani. «Ma noi confondiamo fondamentalismo e islamismo e questo non aiuta, anzi. Si dice che in Iraq i cristiani sono perseguitati. Certo, ma dopo la guerra, perché tutto si poteva dire di Saddam tranne che non fosse tollerante con i cristiani. Ma adesso lì scatta l'associazione: cristiani-occidentali. E poi non dimentichiamo che i cristiani hanno difficoltà religiose anche in America Latina e in Israele». Ma lì di solito non vengono uccisi o rapiti. «Certo, ma io credo che il problema che pure c'è sia più complesso di quanto appaia con questa manifestazione. Per esempio io mi chiedo: le chiese orientali, le chiese che vivono nei posti a rischio, in Medio oriente per esempio, sono state coinvolte? È stato chiesto loro che cosa ne pensano, loro che dovrebbero per così dire essere i beneficiati da questa mobilitazione? Non è che alla fine si ottiene il risultato opposto e si finisce per alimentare l'odio verso quelle comunità?» Insomma lei teme che possa essere strumentalizzata. «Sì, io avrei preferito una manifestazione più congressuale, in cui discutere del problema dei cristiani perseguitati, in cui, parlare, confrontarsi e non una a cui aderire e basta».
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