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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Avvenire - Il Manifesto Rassegna Stampa
03.07.2007 Che buona azione tradire Israele
due trafiletti santificano Mordechai Vanunu

Testata:Avvenire - Il Manifesto
Autore: la redazione
Titolo: «A Gerusalemme torna in carcere la «spia» nucleare - Non c'è pace per Vanunu altri sei mesi di carcere»
Non una spia (nel titolo la parola  è tra virgolette) che ha messo in pericolo la sicurezza del suo paese, ma "uno dei più noti esponenti del movimento di protesta contro le armi atomiche in generale e contro la politica nucleare israeliana in particolare" .
Mordechai Vanunu, nel  breve articolo pubblicato da AVVENIRE il 3 luglio 2007 ( a pagina 15), è presentato come un eroe e una vittima.

Scopriamo che gli sono state "addossate" delle colpe non sue , per esempio quella di 
aver  tentato di «uscire da Israele» recandosi a Betlemme (e violando così le condizioni sotto le quali era stato scarcerato ). Ma Betlemme, sottolinea il redattore di AVVENIRE, dista solo 10 kilometri da Gerusalemme, da dove Vanuno proveniva. Una  strana logica.  Betlemme è  nei territori dell'Autorità palestinese, e il fatto che sia solo a 10 kilometri da Gerusalemme non cambia nulla.

L'odio che "l'ex tecnico nucleare" nutre e dichiara per Israele ( e gli ebrei) è ricordato con comprensione:  "prova forte repulsione verso Israele (al punto che si rifiuta di esprimersi in ebraico e che si è convertito al cristianesimo facendosi chiamare John Cross)"

Ecco il testo completo:

Gerusalemme Mordechai Vanunu, l'ex tecnico nucleare che nel 1986 raccontò in dettaglio al "Sunday Times" tutti i segreti della centrale nucleare israeliana di Dimona, torna in carcere. Il giudice del tribunale di pace di Gerusalemme, Yoel Tzur, ha comminato a Vanunu (che per le sue rivelazioni ha già scontato 18 anni di detenzione) sei mesi di reclusione, con l'aggiunta di altri sei mesi con la condizionale per un periodo di tre anni. Nel 2004 la liberazione dell'ex tecnico - diventato uno dei più noti esponenti del movimento di protesta contro le armi atomiche in generale e contro la politica nucleare israeliana in particolare - era stata accompagnata dall'imposizione di severe limitazioni. Israele voleva garantirsi che Vanunu non divulgasse altre informazioni sulla centrale che, a quanto pare, ha custodito nella memoria. A Vanunu, che prova forte repulsione verso Israele (al punto che si rifiuta di esprimersi in ebraico e che si è convertito al cristianesimo facendosi chiamare John Cross), è stato negato il permesso di andare all'estero. Una delle colpe addossategli è aver tentato di «uscire da Israele» quando cercò di passare da Gerusalemme verso la città cisgiordana di Betlemme, distante dieci chilometri. Al tecnico è stato anche vietato di avere contatti con cittadini stranieri.

"Non c'è pace per Vanunu" titola Il MANIFESTO, calcando decisamente la mano sul vittimismo. Per il quotidiano comunista la spia israeliana è stata condannata "per aver parlato con i giornalisti". Dimenticando che il divieto di concedere interviste deriva dal rischio che Vanunu danneggi ulteriormente la sicurezza di Israele.
Ecco il testo  (da pagina 5):

Il tecnico israeliano Mordechai Vanunu è stato condannato ad altri sei mesi di carcere per aver violato la libertà vigilata concessagli pur avendo completato l'intero periodo di detenzione di 18 anni. Vanunu, che lavorava al reattore nucleare di Dimona, era stato condannato con l'accusa di spionaggio per aver denunciato nel 1986, in una intervista al Sunday Times, l'esistenza del programma nucleare militare israeliano. Una volta scarcerato, tre anni fa, gli era stato imposto di non concedere interviste. Il tribunale di Gerusalemme ha giudicato Vanunu colpevole di aver parlato con i giornalisti.

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