Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Azione militare israeliana contro la Jihad islamica tre esempi di cattiva informazione
Testata:Corriere della Sera - L'Unità - Il Manifesto Autore: la redazione - Umberto De Giovannangeli - Michele Giorgio Titolo: «Doppio raid a Gaza Uccisi 13 palestinesi - Raid su Hamastan: uccisi 13 palestinesi fra miliziani e civili - Olmert serve l'aperitivo a Gaza: 13 palestinesi uccisi»
A pagina 15 del CORRIERE della SERA del 28 giugno 2007, troviamo questo trafiletto. Nessun cenno al fatto che secondo Israele tutti i morti erano membri di Hamas o della Jihad islamica. Le fonti citate sono naturalmente, ma la precisazione manca:
GAZA — L'esercito israeliano ha compiuto ieri due diverse incursioni nella Striscia di Gaza, una a Gaza City e l'altra nel sud a Khan Yunis, uccidendo almeno 13 palestinesi tra cui, secondo alcune fonti, un ragazzo dodicenne e causando 45 feriti. Quella di ieri è l'operazione di terra su più vasta scala lanciata nell'enclave dopo la violenta presa del potere da parte di Hamas, meno di quindici giorni fa.
A pagina 13 dell'UNITA' Umberto De Giovannangeli privilegia le fonti palestinesi, le condanne e le accuse all' "aggressione" israeliana. Il titolo riferisce di 13 "palestinesi" uccisi.
Tzahal all’assalto di Hamastan. Alle prime luci dell’alba l’esercito israeliano riceve l’ordine di avanzare lungo due direttrici: nel sud della Striscia, fra il valico di Sufa e la città palestinese di Khan Yunes, e nel centro della Striscia dal valico di Karni verso i rioni orientali di Gaza City. La reazione dei miliziani di Hamas è immediata. Gli scontri sono durissimi. I miliziani palestinesi usano razzi anticarro e mine contro i mezzi blindati israeliani. Due militari restano feriti. Per ore miliziani palestinesi e soldati israeliani si combattono nella località di Khuzaa (Khan Yunes) e a Sajaya (Gaza City). La vittima più nota è Raed Fanuna, uno dei fondatori delle Brigate Al-Quds, braccio armato della Jihad islamica, sopravvissuto a quattro tentativi di uccisione da parte di Israele. Sulla morte di Fanuna le ricostruzioni sono contrastanti. Fonti locali riferiscono che è stato centrato nella sua automobile da un razzo israeliano, mentre Israele nega di averlo attaccato. Il bilancio degli ospedali di Gaza parla di almeno 13 morti, tutti miliziani di Hamas e della Jihad islamica, sostengono fonti militari israeliane. Ma fonti locali palestinesi affermano che almeno tre degli uccisi erano civili membri della stessa famiglia. Tra questi un bambino di nove anni, Deib Said Jundiyah. Secondo le fonti la loro casa è stata colpita da una cannonata. I feriti sono 45. Un portavoce militare di Tel Aviv afferma che non si tratta di un’offensiva in grande stile, bensì di incursioni di carattere preventivo, di una profondità di circa uno-due chilometri, concepite per distruggere «infrastrutture terroristiche» palestinesi. Ma è una prevenzione condotta col pugno di ferro, che vede in azione reparti di élite dell’esercito supportati da decine di blindati e carri armati, e la copertura degli elicotteri da combattimento Apache. Nel pomeriggio l’incursione nel nord si è conclusa col ritorno delle truppe sul versante israeliano del confine. Ma la tensione nella Striscia resta altissima: dai minareti, i muezzin legati ad Hamas incitano alla resistenza, mentre esponenti della Jihad islamica avvertono: centinaia di «shahid» (terroristi suicidi) sono pronti ad entrare in azione. Da Ramallah, il presidente dell’Anp Abu Mazen stigmatizza l’offensiva militare israeliana. «Condanniamo queste azioni criminali contro la nostra gente nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania - ha tuonato il rais palestinese, dopo un incontro con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov -. Voglio ribadire - aggiunge Abu Mazen - che siamo contrari ai missili che vengono lanciati dall’una e dell’altra parte». Il riferimento sembra essere anche al lancio di razzi Qassam da parte di miliziani palestinesi contro Israele, l’ultimo dei quali ha colpito ieri la città di Sderot senza fare vittime. A condannare i raid israeliani è anche Jamal Nazzal, portavoce di Al Fatah: «Israele - dice - utilizza la conquista di Gaza da parte di Hamas per giustificare l’aggressione contro i civili palestinesi». La collera di Hamas si riversa anche contro «Mahmud il traditore». Il portavoce del movimento islamico non esita ad accusare il presidente dell’Anp di complicità con gli occupanti: i nuovi raid israeliani, denuncia Barhum, «rientrano in una cospirazione della quale fa parte anche Abu Mazen, che ha lo scopo di premere su Hamas e sulla popolazione di Gaza». Il movimento islamico ha minacciato una dura reazione ai raid e ha negativamente commentato la nomina di Tony Blair a inviato del Quartetto (Russia, Usa, Onu e Ue) nella regione. Ghazi Hamad, portavoce del premier di Hamas Haniyeh, sentenzia: «La nostra esperienza con Blair, come premier della Gran Bretagna, non è stata incoraggiante. Egli ha sempre adottato le posizioni degli Usa e di Israele». L’ex premier britannico dovrà cimentarsi con la tragedia di Gaza: una tragedia che ha anche il volto dei 4mila palestinesi bloccati in Egitto e che chiedono ora di poter tornare nella Striscia.
A pagina 11 del MANIFESTO Michele Giorgio annuncia che Israele ha deciso di massacrare gli abitanti di Gaza e per ora ha solo servito, come recita il titolo, l'"aperitivo".
Israele ha mostrato ieri quale contributo intenda dare al «rafforzamento» del presidente palestinese Abu Mazen dopo la sconfitta di Fatah a Gaza, dal 15 giugno sotto il completo controllo di Hamas. I reparti corazzati israeliani si sono lanciati ieri nell'assalto più sanguinoso e profondo nella Striscia di Gaza dai raid della scorsa estate, scattati dopo la cattura del caporale Gilad Shalit da parte di tre gruppi armati palestinesi. I morti sono stati almeno 13, tra cui alcuni civili, più di 50 i feriti, alcuni dei quali bambini in gravi condizioni. Abu Mazen ha condannato l'attacco, ma deve essere consapevole che il «generoso» sostegno di Israele alla sua causa e a quella della «lotta ai terroristi», enunciato dal premier Ehud Olmert al vertice di Sharm el Sheikh, in futuro vedrà Gaza vivere ancora molti di questi giorni insanguinati. E mentre i carri armati avanzavano fino alle porte di Gaza city e sotto le cannonate morivano anche civili, Hamas e Fatah hanno trovato il tempo per scrivere la sceneggiatura del secondo episodio di Sex, lies and videotape. Fonti di Hamas, citate dal quotidiano israeliano Maariv, hanno rivelato che i miliziani di Ezzedin al Qassam sono in possesso di decine di cassette video che documentano relazioni extra-coniugali con prostitute di responsabili dell'Anp, tra cui anche un ex ministro, archiviate dai servizi di sicurezza di Fatah per eventuali ricatti politici e che ora il movimento islamico vorrebbe usare per attaccare i «corrotti» dell'entourage di Abu Mazen. La reazione dei servizi di sicurezza fedeli alla presidenza è stata immediata. Maariv ha così prontamente ricevuto tre filmati che mostrano un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, mentre accetta una somma di 500 shekel (oltre 100 dollari) per la sua presunta attività di informatore della sicurezza preventiva, cominciata qualche anno fa, dopo che aveva molestato una compagna di studi. Uno degli scontri politici e militari più gravi del Medio Oriente dunque si trasforma in Vallettopoli. Il popolo palestinese non merita tutto questo. L'attacco israeliano di ieri - scattato, secondo un portavoce dell'esercito, in risposta ai lanci di razzi artigianali Qassam su Sderot - si è concentrato in modo particolare su Shajaiyeh, nella parte orientale di Gaza City, dove dieci palestinesi sono stati uccisi. La resistenza all'incursione è stata intensa. I combattenti palestinesi hanno sparato razzi anticarro sui reparti corazzati israeliani, tra cui bulldozer militari per distruggere edifici. Due soldati sono rimasti leggermente feriti. Nello stesso momento altri blindati si spingevano fino alla periferia di Khan Yunis. Nei combattimenti sono morti due civili e un capo militare della Jihad Islamica, Raed Fanuna. Tre dei palestinesi uccisi ieri erano membri della stessa famiglia. Tra questi un bambino di nove anni, Deib Said Jundiyah. La loro casa è stata ridotta in un cumulo di macerie da una cannonata ma l'esercito israeliano sostiene di aver «centrato» solo miliziani armati e di non avere informazioni su un'abitazione colpita da un carro armato. Il portavoce dell'ospedale Shifa di Gaza city, ha detto che i medici hanno estratto dai cadaveri pezzi di proiettili sparati dai cannoni dei mezzi corazzati. Nel pomeriggio gli attacchi sono cessati e le truppe sono arretrate fino al versante israeliano del confine. Per il portavoce militare sono state solo «operazioni di routine al fine di sventare minacce e distruggere strutture terroristiche». Nel frattempo sul versante egiziano di Rafah, sotto il sole cocente e 42 gradi di temperatura, continua il dramma dei palestinesi bloccati dalla chiusura del valico, imposta da Israele. Chi è fortunato ha trovato riparo in un hotel di El Arish, quelli che non hanno soldi vivono in strada. Di loro non si occupa nessuno perché per le organizzazioni umanitarie non sono profughi o sfollati. Intanto la blanda opposizione della Russia non è riuscita ad impedire la nomina di Tony Blair a inviato per il Medio Oriente del Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia). Ieri, da New York, la portavoce del Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha confermato che l'ex premier britannico sarà emissario del Quartetto per i palestinesi e lavorerà per «mobilitare» l'aiuto internazionale alla popolazione civile.
Nessuna di queste cronache mette in relazione l'operazione israeliana con i lanci di razzi kassam e con gli attacchi ai valichi tra Gaza e Israele che l'hanno preceduta e causata. L'impressione che si vuole creare è che Israele sfrutti la presa del potere di Hamas a Gaza per colpire senza limiti i civili palestinesi. Ma la realtà è che da Gaza Israele continua ad essere attaccata.
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