Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Gaza e Cisgiordania: chi crea i veri muri l'analisi di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 16 giugno 2007 Pagina: 4 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Gaza e Cisgiordania: il vero muro l'hanno creato i palestinesi»
Sull'OPINIONE di oggi 16/06/2007, a pag.4, l'analisi di Dimitri Buffa sulla sitiazione palestinese.
I Palestinesi hanno battuto un altro incredibile record negativo: farsi da soli il proprio auto-apartheid. Per anni il politically correct europeo e italiano ha potuto dare la colpa a Israele crocifiggendo la sua classe politica per avere innalzato ³the fence², la barriera anti terrorismo, appioppandogli subito l¹epiteto de ³il muro della vergogna². Lasciando intendere un¹analogia in realtà inesistente con il non rimpianto Muro di Berlino, simbolo della cortina di ferro sovietica. E ora che Gaza è tutta in mano ai fondamentalisti di Hamas che ieri hanno proposto ad Abu Mazen la pace, nella guerra civile palestinese, in cambio di una rigida spartizione tra Gaza e Cisgiordania, nessuno dice una parola? Il governo nominato da Abu Mazen dopo la destituzione di quello precedente non fermerà di certo la mattanza. Che incidentalmente,e nessuno lo dice (se si assommano anche i morti precedenti alla guerra civile vera e propria, cioè quelli degli anni dell¹Intrafada o Intifada interna, ndr) stanno ormai superando quelli degli scontri tra esercito e polizia israeliana contro i terroristi. Vittime innocenti incluse. Quest¹anno quasi un migliaio di palestinesi sono morti per mano di altri palestinesi. E siamo solo a giugno. Oramai quindi è chiaro che prima di fare la pace con Israele, i palestinesi devono fare la pace tra di loro. E questa cosa sembra anche più difficile, visto che Iran e Siria soffiano sul fuoco e alimentano Hamas. Poi si è riaperto il fronte libanese con i palestinesi degli eterni campi profughi, che si dividono in palestinesi pro e contro gli hezbollah. E vedrete che succederà anche lì, tempo sei mesi. Ormai gli stessi palestinesi per non ammazzarsi più decidono di separare lo stato che ancora non hanno in due stati. E stavolta nessuno può dare la colpa a Israele perché i territori destinati ai ³poveri palestinesi² mancano di contiguità. Il problema è che manca la contiguità necessaria tra le idee e le ideologie, accomunate entrambe solo dall¹odio contro gli ebrei. Ma una sotto spoglie laiche e l¹altra sotto mentite spoglie islamiche, senza più possibilità di mettersi d¹accordo. Tanto che ormai non si incontra più un arabo liberale che prenda sul serio le rivendicazioni territoriali dei palestinesi: li considerano un popolo impazzito che ha perso ogni occasione, governato da governanti ancora più pazzi che pensano solo al potere, ai soldi e all¹esercito personale. Il compromesso quasi raggiunto è questo: Al Fatah monopolizzerà il terrorismo e la guerriglia solo in Cisgiordania e Hamas avrà l¹esclusiva su Gaza. La prima pietra di un muro invisibile, cui presto ne potrebbe seguire uno visibilissimo, i palestinesi l¹hanno quindi messa ieri da soli. Benché per anni qualcuno abbia osato paragonare Israele al Sudafrica e il sionismo al razzismo, adesso viene fuori la verità vera: i palestinesi non sono mai stati un popolo. Tantomeno un popolo unito, visto che quasi tutti erano ex cittadini giordani e qualcun altro era invece egiziano, libanese o siriano. E oggi lo dimostrano dividendosi definitivamente in due. E ce li voglio proprio vedere i buonisti, i pacifisti e i cooperatori di ong senza sé e senza ma, marciare un domani bruciando bandiere israeliane e invocando ³due popoli e tre stati².
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