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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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L'Opinione - La Repubblica Rassegna Stampa
15.05.2007 Antisemitismo e antisionismo in Europa
l'allarme dell'Anti Defamation League

Testata:L'Opinione - La Repubblica
Autore: Barbara Alessandrini - un giornalista
Titolo: «Italia antisemita e antisionista - "Europa, l´antisemitismo cresce"»
Da L'OPINIONE del 15 maggio 2007:

Non è davvero encomiabile il posto in cui l'Italia è finita all'interno del sondaggio sull'antisemitismo realizzato dall'Anti Defamation League in cinque paesi europei (Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia) e presentato ieri in Israele dal direttore dell'istituto, Abraham H. Foxman. Come un gran numero di europei anche gli italiani continuano a lasciarsi influenzare da sentimenti antisemiti, dalle tradizionali teorie antiebraiche e dalle tesi cospirative che hanno alimentato la persecuzione degli Ebrei nei corso dei secoli.
Le domande a cui gli intervistati italiani dovevano rispondere erano semplici. Gli Ebrei sono più fedeli ad Israele che al loro paese? Gli Ebrei hanno troppo potere nel modo degli affari? Gli Ebrei hanno troppo potere nel mercato finanziario internazionale? Gli Ebrei continuano ha parlare troppo dell’Olocausto? A questo primo blocco si aggiungeva il secondo blocco di quesiti . Gli Ebrei sono i responsabili della morte di Cristo? Le vostre opinioni sugli Ebrei sono state influenzate dalle azioni intraprese dallo Stato di Israele? E se sì, sono cambiate positivamente o negativamente? Credete che la violenza diretta contro gli Ebrei europei sia il risultato di sentimenti antisemiti o anti-Israeliani? Ebbene, dato fin troppo inquietante, il 32% degli intervistati italiani ha risposto con un secco “probabilmente vero” almeno a tre dei quattro luoghi comuni antisemiti su cui sono stati interrogati.

Ed ecco alcune cifre dell'indagine: Il 42% degli intervistati ritiene che gli Ebrei abbiano troppa influenza sul mondo degli affari; il 42% ritiene che gli Ebrei abbiano troppa influenza sul mondo dei mercati finanziari internazionali; il 46% ritiene che gli Ebrei parlino ancora troppo di ciò che gli accadde durante l’Olocausto. Mentre il 18% è d’accordo sul fatto che gli Ebrei siano responsabili della morte di Cristo. E ancora solo il 38% ritiene che la fonte degli ultimi attacchi agli Ebrei italiani sia il risultato di un sentimento antisemita e il 33% che la fonte di tale violenza sia da ricercare in un profuso sentimento anti-Israeliano. Mentre la percezione positiva dell'operato del governo italiano per garantire la sicurezza dei cittadini ebrei copre un margine che va dal 28% al 50%. Indicativo anche l'atteggiamento nei confronti della stampa ritenuta dal 42% “imparziale” o “abbastanza imparziale”, dal 45% “molto” di parte. Di questi intervistati, il 53% ritiene che sia a favore degli Israeliani, il 29% ritiene che sia a favore degli “Arabi”.

A commentare i dati del sondaggio scende in campo il presidente dell'Adl in Italia Alessandro Ruben “Un terzo degli intervistati in Italia vede gli ebrei con sospetto e con preoccupazione e li giudica ancora secondo gli stereotipi classici dell’antisemitismo come, ad esempio, quella del troppo potere nel sistema economico-finanziario. Il persistere di questo antico pregiudizio, insieme all’accusa di essere cittadini poco fedeli, deve spingere le Autorità italiana ad accelerare e potenziare tutti i percorsi formativi già in atto per educare le nuove generazioni all’accettazione dell’altro e a contrastare tutte le forme di intolleranza ed in particolare di antisemitismo strisciante “. Secondo Ruben, “il fatto che fra i pregiudizi vi sia ancora l’accusa agli ebrei di parlare troppo di olocausto, costituisce un campanello di allarme sulle metodologie con le quali si sta trasmettendo la memoria collettiva della Shoà, che non è patrimonio storico solo degli ebrei ma dell’intera umanità e che trova la sua celebrazione nel giorno della Memoria”. Alla domanda se certa politica di sinistra sia responsabile di aver nutrito l'antisemitismo in Italia Ruben taglia corto: “Sicuramente la politica estera del governo di centro sinistra - dichiara - ha esercitato una certa influenza sul rafforzamento degli storici pregiudizi antiebraici.

Ma se si considera lo stereotipo delle risposte date nel sondaggio, il dato che emerge con maggiore forza è rappresentato dal sovrapporsi alla componente antisemita di un nuovo antisionismo che porta con sé il concetto di annullamento dello Stato di Israele. Insomma, come sottolineato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ogni valutazione sugli ebrei maturata nel tempo non può prescindere da un ormai visibile antisionismo. La politica è stata trasformata in una sorta di escamotage per giustificare la negazione dello stato di Israele”. E a ben leggere tra le cifre del sondaggio di quel 17% di italiani che sostiene che le proprie opinioni sugli Ebrei siano state influenzate dalle azioni intraprese dallo Stato di Israele, il 47% afferma che la propria considerazione degli Ebrei è resa peggiore dall'operato di Israele. E solo il 36% che la propria opinione sugli Ebrei è migliorata a seguito delle sue azioni. Tutto questo rappresenta una inequivocabile conferma del travaso in corso tra antisemitismo ed antisionismo. Come anche l'apparente incongruenza tra i dati relativi allo scacchiere mediorientale e l'allarmante fenomeno antisemita interno al nostro paese per Ruben “confermano una spiccata sensibilizzazione nei confronti della politica mediorientale e contestualmente l'urgenza di operare per dissolvere il bagaglio degli stereotipi antisemiti che finiscono per giustificare le azioni antiebraiche di cui tutti siamo al corrente”.

Nel sondaggio, comunque, non mancato anche dati confortanti. La ricerca demoscopica dell'ADL tratteggia un 89% “molto preoccupato” o “abbastanza preoccupato” del pericolo che l’Iran stia sviluppando armi nucleari, un 53% degli intervistati favorevoli ad Israele e solo un 13% sfavorevole ad Tel Aviv. In merito poi all'attuale situazione mediorientale, il 20% degli intervistati dice di simpatizzare per i palestinesi, il 22% per gli israeliani , il 28% di non simpatizzare con nessuno e il 24% di simpatizzare per entrambi. Inoltre il 45% degli intervistati considera Hamas un’organizzazione terroristica, il 24% un movimento nazionalista legittimo ed il 39% ritiene che esso voglia distruggere Israele. Il 27% ritiene che Israele voglia distruggere il popolo palestinese. Eppure ben il 63% degli intervistati ha mostrato di sostenere “fortemente” o “abbastanza fortemente” la decisione dell’Unione Europea di interrompere gli aiuti stranieri al Governo Palestinese finché Hamas non metterà fine agli atti di violenza contro i civili israeliani, non riconoscerà ad Israele il diritto di esistere e non accetterà tutti gli accordi firmati in passato tra Israele e l’Autorità Palestinese.

Oltretutto il 45% ritiene che, nonostante la formazione di un governo palestinese unitario, la comunità internazionale dovrebbe continuare a boicottare il governo palestinese e non inviare aiuti stranieri fino a quando Hamas non accetterà di rinunciare all’uso della violenza contro gli israeliani e ne riconoscerà il diritto ad esistere. Di più il 71% è d’accordo con l’affermazione che “Israele voglia veramente raggiungere un accordo di pace con i Palestinesi ed il 67% è d’accordo con l’affermazione che l’“Autorità Palestinese voglia davvero raggiungere un accordo di pace con Israele”. E anche se il 37% è d’accordo con l’affermazione che il trattamento che Israele riserva ai Palestinesi sia simile al trattamento che il Sud Africa riservava agli abitanti di colore, durante l’apartheid, con un margine che va dal 49 al 35%, gli intervistati italiani considerano Israele un paese aperto e democratico e si dicono convinti nel 42% dei casi, contro il 40% dei contrari, che l’anno scorso Israele abbia avuto tutto il diritto di usare la forza militare contro gli Hezbollah nel Libano del sud.

Tra i maggiori e più radicati luoghi comuni individuati dal sondaggio? Il fatto che gli ebrei abbiano troppo potere nel modo degli affari e nel mercato finanziario internazionale. “Una valutazione allarmante - continua Ruben - dato che in piena globalizzazione grandi concentrazioni economiche sono nelle mani dei cinesi, degli arabi dei cristiani”. Infine il 48% degli intervistati ritiene che gli Ebrei siano più fedeli ad Israele che all’Italia. “ Un altra follia, è assurdo- dice Ruben – che si possa ancora pensare che un ebreo ad esempio italiano non sia fedele al suo paese. Basti pensare ai nomi di ebrei che hanno dato lustro al nostro paese come il sindaco di Roma Ernesto Nathan, il ministro degli Esteri Sindey Sonnino, il primo presidente dell'Assemblea costituente, Umberto Terracini, solo per fare qualche esempio. C'è un grande senso dello Stato nella comunità ebraica. Ogni tanto qualche politico mi dice di aver appena parlato col mio ambasciatore ed io, essendo italiano, non riesco mai a capire a quale ambasciatore si riferisca”.

Da La REPUBBLICA :

ROMA - Parlano sempre della Shoah. Hanno troppo potere nel mondo degli affari. Infine, sono loro i colpevoli della morte di Gesù Cristo. Ecco alcuni dei pregiudizi antisemiti più duri a morire in Europa, secondo un sondaggio svolto in Francia, Spagna, Germania, Polonia e Italia dall´Anti Defamation League, (Adl, lega contro la diffamazione degli ebrei). Dall´indagine, realizzata presso 2.714 persone, risulta che gran numero di esse continua a credere nei più tradizionali e balordi teoremi anti-ebraici della storia. Per oltre la metà degli intervistati, per esempio, «ogni ebreo è più fedele a Israele che al suo Paese».
Le risposte degli italiani non si discostano dalla media. Il 42% si dice convinto che influenzano eccessivamente i mercati finanziari, il 46% sostiene che ricordano troppo spesso l´Olocausto e il 18% afferma che sono responsabili della morte del Cristo (su quest´ultimo tema, la punta viene registrata in Polonia con il 39 % degli intervistati che accusa gli ebrei di questo crimine). Spagna e Germania sono invece i paesi con la più alta percentuale di coloro che hanno un atteggiamento ostile nei confronti degli ebrei.
Secondo Abraham Foxman, direttore dell´Adl, «milioni di europei continuano ad adottare una vasta gamma di stereotipi antisemiti e di teorie cospirative. Non meno preoccupante è il risultato che quasi metà degli interpellati ritengono che gli ebrei americani controllino la politica degli Stati Uniti in Medio Oriente». L´esito del sondaggio, ha aggiunto Foxman, dimostra «la necessità che i governi europei adottino metodi e programmi contro vecchi pregiudizi e prendano una posizione di guida nel rendere l´antisemitismo inaccettabile».
Commentando questo sondaggio, il portavoce della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici rivela che, a differenza della Francia, nel nostro paese non si verificano «atti ostili, come aggressioni verso ebrei». Tuttavia, aggiunge Pacifici, «siamo stanchi di dover testimoniare ciò che la storia ha già dimostrato. Noi siamo l´Italia, siamo la Francia, siamo l´Europa».

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