Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Testata: L'Opinione Data: 28 aprile 2007 Pagina: 9 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «ISRAELE HA SVENTATO UN ATTENTATO IL GIORNO DELL¹INDIPENDENZA»
Dimitri Buffa, sull'OPINIONE di oggi, 28/04/2007, a pag.9, riporta la notizia di un attentato sventato in Israele nel giorno dei festeggiamenti per l'Indipendenza. Notizia ampiamente trascurata dai nostri media, abituati a dedicare spazio ed elogi alla " tregua " di Hamas. Già, la tregua.
Ecco l'articolo:
L¹esercito israeliano ( Israeli defence forces, Idf) ha sventato un attentato suicida e forse anche il rapimento di un soldato israeliano lo scorso 24 aprile, giorno dello yom hazamaut, cioè la ricorrenza dell¹indipendenza dello stato di Israele. Secondo il resoconto del colonnello Reuven Erlich , direttore del centro studi strategici sul terrorismo (The Intelligence and Terrorism Information Center) di Tel Aviv, l¹attacco in massa di missili Kassam, con il quale le brigate dei martiri Izz al din al Qassam, ala militare di Hamas, hanno ripreso le ostilità contro lo stato ebraico (mentre a Roma Prodi faceva finta di niente durante il tradizionale ricevimento dell¹ambasciata israeliana all¹Excelsior), non doveva servire solo a colpire lo stato ebraico. Ma anche a distrarre l¹attenzione mentre una squadra di assalto dei terroristi islamici penetrava in territorio israeliano probabilmente con un doppio scopo: uno di loro avrebbe dovuto compiere un attentato suicida e altri quattro sequestrare un soldato o un cittadino israeliano vicino al confine di Gaza. Solo per un caso l¹azione non è andata a segno: infatti dopo la caduta dei 25 missili Kassam nella zona ovest del deserto del Negev, qualcuno ha dato l¹allarme perché contemporaneamente si erano messi a suonare i sensori del cosiddetto muro antiterrorismo (quello che i no global chiamano ³della vergogna² o ³dell¹apartheid²) segnalando così un tentativo di intrusione nel valico di Rafah, al confine con la striscia di Gaza. Nonostante tutti fossero impegnati a capire da dove venissero i missili Qassam, gli uomini di Idf non si sono fatti distrarre. E non è sfuggito loro il tentativo di infiltrazione di una squadra di cinque presunti terroristi che però si sono aperti una via di fuga sparando all¹impazzata. Poco dopo Abu Ubaida, il portavoce delle Brigate Izz al din Al Qassam, in un comunicato rivendicava l¹aggressione a colpi di Qassam e di mortaio e confermava l¹intenzione di ³compiere altri sequestri di soldati sionisti² nella stessa zona in cui a giugno era stato rapito Gilat Shalit. Pochi giorni prima era stato l¹ex ministro dell¹interno del primo governo Hamas, Ahmed Saimi, a ribadire che ³per liberare i prigionieri detenuti nelle carceri israeliane bisognava ricorrere ad altre incursioni in territorio israeliano per sequestrare soldati o anche semplici sionisti².
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