Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Terroristi suicidi dall'Europa all'Iraq la denuncia del rapporto Europol
Testata: L'Opinione Data: 18 aprile 2007 Pagina: 9 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «In Iraq i kamikaze made in Europe»
Da L'OPINIONE , un articolo di Dimitri Buffa:
340 terroristi islamici arrestati in Europa in tutto il 2006. Il sette per cento donne e di esse il 70 per cento sono europee convertite all¹islam. 53 di questi terroristi erano pronti a farsi esplodere in Iraq e 24 erano i reclutatori. I fermi sono avvenuti in Italia e Francia, la maggior parte, e poi in Spagna, Danimarca, repubblica Ceca, Svezia e Germania. La maggioranza degli aspiranti shaheed provengono dal Maghreb e dai gruppi salafiti algerini e marocchini. Il resto però è composto da cittadini europei, immigrati di seconda e terza generazione con età compresa tra i 17 e i 41 anni. Da questi semplici dati diffusi ieri da Eurogol viene fuori il ritratto dei famosi kamikaze made in Europe che un¹analista attento e spesso dolosamente inascoltato come Magdi Allam traccia ormai da anni nei propri articoli e nei propri libri. E da questi kamikaze siamo letteralmente invasi Di certo, spiega l¹Europol, la maggior parte di coloro che si fanno esplodere in Iraq e anche in Afghanistan non viene reclutato localmente ma in Europa o nel Maghreb. E questo deve fare molto riflettere sulla percezione che hanno della religione islamica masse di giovani più o meno provenienti dal ceto medio degli immigrati. Infatti quasi tutti e 340 gli arrestati avevano un lavoro e una famiglia e una posizione socio economica non di certo proletarizzata o di bisogno che potesse essere un alibi per il loro indottrinamento. Poi c¹è il problema dei finanziamenti al terrorismo e quello della raccolta dei fondi o ³fund raisimg². Anche qui il rapporto Europol da pessime notizie a chi ancora si illude di avere a che fare con organizzazioni sovranazionali enormi come quelle del traffico di stupefacenti: non solo questi kamikaze infatti sono ³home made², ma anche nella raccolta dei fondi prevale il fai da te e la colletta. E¹ stato calcolato che per atti terroristici devastanti come quelli sui treni di Madrid nel 2004 siano bastate somme mediamente inferiori ai 15 mila euro. In queste condizioni con tutti i money transfer che sfuggono persino ai più elementari controlli fiscali nella maggior parte delle capitali europee e raccogliere il tesoretto che serve all¹attentato è quasi un gioco da ragazzi. E l¹intelligence pertanto va tarata sul micro terrorismo piuttosto che sull¹analisi geo politica dei flussi migratori. In queste condizioni e con la possibilità di operare in quasi assoluta libertà nelle moschee improvvisate diffuse in tutta Europa, l¹opera di proselitismo capillare appare difficilmente contrastabile Senza infiltrare uomini dei servizi segreti praticamente in ogni realtà sospetta di fanatismo islamico presente sul territorio italiano ed europeo. La strategia di contrasto e di contenimento della minaccia dovrebbe un po¹ ricalcare quella che si fece nei primi anni ¹70 nei gruppuscoli marx leninisti. E le similitudini non finiscono qui: come all¹epoca tutti giocavano alla rivoluzione ricalcando i modelli guevaristi e terzo mondisti di guerriglia oggi in Europa tutti possono fare la stessa cosa giocando alla jihad in franchising, con Al Qaeda che ormai è poco più che un marchio, che diffonde direttive e modalità di adesione alla guerra santa principalmente via internet. Non c¹è quindi bisogno di compartimentazione per salvaguardare la segretezza delle cellule jihadiste, perché non c¹è bisogno di migliaia di adepti. Basta la fantasia e la volontà del singolo per produrre attentati devastanti. E siccome ancora non si può leggere nel pensiero della gente, l¹unica possibilità di prevenire gli attentati è quella di inzeppare di microspie moschee e scuole coraniche, di fare corsi di arabo accelerato agli agenti dei servizi e delle polizie politiche come la Digos e di procedere con una paziente e capillare raccolta di informazioni senza guardare in faccia a nessuno.
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