Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Hans Magnus Enzensberger - Il perdente radicale 09/04/2007
Hans Magnus Enzensberger, Il perdente radicale, Einaudi, Torino, 2007, pp. 74, euro 8.
Il bel pamphlet del poeta e filosofo tedesco si sarebbe potuto chiamare benissimo Fenomenologia dello sfigato radicale, intendendo con “radicale” non tanto e non solo “estremista”, quanto “totale”, “completo”, “sferico”. In un gustosissimo stile non privo di ironia, reso assai bene dal traduttore Emilio Picco, Hans Magnus Enzensberger dimostra infatti come le truppe cammellate del terrorismo internazionale e, più in generale dell’Islam fondamentalista, siano in buona parte composte da perdenti ad oltranza, parafrasando il celebre titolo dell’antipatico ma lucidissimo premio Nobel V. S. Naipaul, implacabile nel deridere e denunciare le follie dei musulmani integralisti. Per Enzensberger - che, a lume di naso, pare davvero aver azzeccato l’analisi - disoccupati, sfaccendati, buoni a nulla e frustrati vari costituirebbero la vera manovalanza di al-Qaeda (come di fenomeni socio-politici tutto sommato per lui non dissimili quali il nazismo, ma qui, francamente, non ci sentiamo di seguirlo) e dei vari gruppi collaterali che squassano oggi l’Islam. Per carità, sappiamo bene come numerosi membri di al-Qaeda, ad esempio i protagonisti degli schianti sulle Twin Towers, siano altoborghesi arabi senza problemi se non la noia e la repulsione verso il nostro decadente stile di vita (ma questo è un altro problema, tutto interno all’Occidente). In ogni caso, senza dubbio moltissimi dei terroristi kamikaze (o shahid, martire, come preferirebbero essere chiamati) sono dei born to lose senz’arte né parte che nell’azione violenta di distruzione/autodistruzione tentano di rinvenire una qualche giustificazione (parlare di senso in un simile caso ci sembra davvero esagerato) per la loro ingiustificabile e di fatto ingiustificata presenza sul pianeta. Per simili sfigati, corrosi da un mix di ignoranza ed invidia, l’obiettivo è il dissolvimento, lo scopo è raggiungere quel Nulla che per loro è sempre meglio della realtà da ultimissimi che vivono. Tali sentimenti sono colti benissimo da Enzensberger, che con questo saggetto offre un contributo alla comprensione del fenomeno islamista ben più di peso di certi tomi “indigeribili”.
Carlo Lo Re
Apparso su il Domenicale di sabato 31 marzo 2007 con il titolo di Pamphlet anti-islamico. Ironie di filosofo e poeta