Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Ahmadinejad non potrà "difendere le ragioni del suo paese", per colpa degli americani e il sequestro di 15 marinai britannici diventa un "arresto"
Testata:La Repubblica - Corriere della Sera - La Stampa - Il Manifesto Autore: Vincenzo Nigro - le redazioni Titolo: «Pronte le sanzioni contro l´Iran embargo su armi e finanziamenti - notizie dal Medio Oriente»
Vincenzo Nigro su La REPUBBLICA del 24 marzo 2007 presenta come oggettive le ragioni addotte da Ahmadinejad per la sua mancata presenza al consiglio di sicurezza dell'Onu nel giorno della votazione sulla nuova risoluzione contro il programma nucleare iraniano: "aveva chiesto di difendere personalmente le ragioni del suo paese, tutti erano pronti ad un super-show davanti ai Grandi dell´Onu, ma gli americani hanno concesso solo ieri i visti a lui e alla sua delegazione. «Il presidente rinuncia al viaggio, è troppo tardi», ha detto rassegnato l´ambasciatore iraniano all´Onu Javad Zarif". Davvero Ahmadinejad difende le "ragioni del suo paese" e non piuttosto quelle del suo regime ? Nigro definisce anche "arresto" il sequestro da parte degli iraniani di 15 marinai britannici impegnati in un pattugliamento contro il traffico d'armi verso l'Iraq. "Teheran ferma 15 marinai britannici " è del resto il titolo scelto dalla redazione di REPUBBLICA per la cronaca di Giampaolo Cadalanu. La REPUBBLICA non è un'eccezione: "Gli iraniani catturano 15 marinai britannici" è il titolo della cronaca di Guido Santevecchi sul CORRIERE della SERA "Iran, catturati 15 marines britannici" titola la STAMPA. Di marines "catturati" scrive Marina Forti sul MANIFESTO. "Catturati" è anche il termine utilizzato nell'occhiello, mentre il titolo è evasivo: "«Incidente» tra Londra e Teheran". Fa eccezione il GIORNALE, che titola "Sequestrati dagli iraniani 15 marinai inglesi".
Ecco il testo dell'articolo di Nigro:
ROMA - Il Consiglio di Sicurezza è pronto: entro domani l´Onu voterà il nuovo giro di vite, la terza risoluzione contro il programma nucleare iraniano. A sorpresa in Consiglio non ci sarà il presidente iraniano Ahmadinejad: aveva chiesto di difendere personalmente le ragioni del suo paese, tutti erano pronti ad un super-show davanti ai Grandi dell´Onu, ma gli americani hanno concesso solo ieri i visti a lui e alla sua delegazione. «Il presidente rinuncia al viaggio, è troppo tardi», ha detto rassegnato l´ambasciatore iraniano all´Onu Javad Zarif. La risoluzione potrebbe avere 13 voti su 15: il testo preparato da Gran Bretagna, Francia e Germania trova ancora l´opposizione di Sudafrica e Indonesia, due tra i paesi più vicini a Teheran nel movimento dei Non Allineati. Il Qatar, paese musulmano che si affaccia sul Golfo, è incerto: ma nonostante l´apparente solidarietà col gigante iraniano, potrebbe votare a favore delle sanzioni. Il nuovo testo concordato segue le risoluzioni 1696 e 1737 del 2006: è molto più sintetico, richiama tutti gli obblighi delle precedenti risoluzioni non ancora rispettati dall´Iran. Tra queste imposizioni ci sono quella di sospendere l´arricchimento e il riprocessamento dell´uranio e la ricerca e lo sviluppo nel settore nucleare. La nuova risoluzione, invece, per la prima volta prevede un importante embargo all´export di armi dall´Iran verso ogni altro paese, decide di limitare e controllare le vendite di armi all´Iran stesso, e soprattutto introduce sanzioni finanziarie che bloccano il sostegno all´economia iraniana se non per ragioni umanitarie. BENI CONGELATI. Al punto 4 della bozza di risoluzione, su cui si è lavorato sino a ieri notte, il Consiglio di sicurezza in sole tre righe fa riferimento alla 1737 per imporre che vengano congelati i beni finanziari delle «entità» iraniane indicate nelle precedenti risoluzioni. Con la parola «entità» vengono indicati uomini, fabbriche e comandi del sistema iraniano coinvolti nel programma nucleare e in quello missilistico balistico (ovvero nei progetti che potrebbero fornire la bomba e i vettori per metterla a segno lontano dall´Iran). In tutto queste «entità» sono 12 tra fabbriche di armamenti e impianti nucleari, più 8 dirigenti civili e 7 generali dei pasdaran, la guardie della rivoluzione, di cui vengono congelati i beni e che verranno sottoposti a controlli negli spostamenti internazionali. Tra l´altro verranno bloccate le transazioni e gli investimenti della famosa Bank Sepah. EMBARGO ALL´EXPORT DI ARMI. Il punto 5 è quello sull´embargo all´export di armi da parte dell´Iran, un´imposizione che dovrebbe bloccare anche i rifornimenti a movimenti come Hezbollah in Libano. Mentre al punto 5 il Consiglio «decide che l´Iran non debba rifornire, vendere o trasferire armi direttamente o indirettamente», nel punto 6 il Consiglio «chiede a tutti gli Stati membri di esercitare vigilanza e restrizione nella fornitura, vendita o trasferimento (...) di armamenti all´Iran». La formulazione meno coercitiva è stata frutto del lungo braccio di ferro che alcuni fornitori di armi a Teheran (tra cui la Russia) hanno ingaggiato per non danneggiare i loro interessi. L´Iran, dunque, mentre è sotto sanzioni, legalmente avrà ancora modo di acquistare armi convenzionali sul mercato mondiale. SANZIONI FINANZIARIE. Il punto 7 della risoluzione è quello potenzialmente più innovativo, perché prevede una serie di limitazioni finanziarie per rendere difficile all´Iran trovare credito nel mondo, e parallelamente dovrebbe scoraggiare le istituzioni economiche internazionali dall´intervenire a Teheran. Anche in questo caso si tratta di una «raccomandazione» (la formula usata è «the Council calls upon»), non di un obbligo al massimo livello: la formula prevede che «tutti gli Stati e le istituzioni finanziarie internazionali non dovranno avviare nuovi impegni per doni, assistenza finanziaria e crediti di aiuto all´Iran, eccetto che per motivi umanitari». Paesi come Italia e Germania, che hanno una forte presenza economica in Iran garantita dalle assicurazioni e dai crediti di Stato, hanno difeso i loro interessi, perché vedevano messi in pericolo i crediti accesi in passato. La formula su cui è stato raggiunto l´accordo prevede sanzioni solo per il futuro. Ieri Teheran, con l´arresto dei 15 marinai britannici, era già tornata nei titoli di testa dei telegiornali. Da oggi il regime si prepara a reagire alle nuove sanzioni. L´ha detto anche l´ayatollah Khamenei: «Resisteremo a qualsiasi nuova risoluzione».
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