Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Non preoccupiamoci troppo per Ahmadinejad persino quando dice che l'Onu produce "carta straccia" non vuole lo scontro
Testata:Corriere della Sera - La Repubblica - Il Manifesto Autore: Ennio Caretto - Vincenzo Nigro - la redazione Titolo: «Nucleare iraniano, accordo su nuove sanzioni Teheran: «Carta straccia» - "No allo scontro con l´Onu ma il nucleare è un nostro diritto" - Ecco le sanzioni. Iran: carta straccia»
Il breve articolo di Ennio Caretto sulla reazione di Ahmadinejad alla risoluzione dell'Onu sul nucleare, concentrato su aspetti economici(le sanzioni chieste dagli Usa avrebbero "danneggiato l'Italia", ciè quella parte della sua economia che ricava vantaggio dai rapporti politici dei nostri governi con il regimedegli yatollah) e diplomatici sembra non cogliere la gravità e la serietà della sfida:
WASHINGTON — Un nuovo pacchetto di sanzioni contro l'Iran, subito definito dal presidente iraniano Ahmadinejad come «un pezzo di carta straccia», è stato approvato ieri dal Gruppo 5+1, le grandi del Consiglio di sicurezza (Usa, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) più la Germania. Londra lo presenterà mercoledì venturo ai 10 membri a rotazione del Consiglio, e forse Ahmadinejad prenderà parte al dibattito. Verranno vietate le importazioni di armi dall'Iran, e verranno congelati i fondi di ditte e individui iraniani coinvolti nei programmi nucleari, nominati in un lungo elenco che va dalla Guardia rivoluzionaria a esponenti del governo. La risoluzione chiederà nuovamente a Teheran di sospendere l'arricchimento dell'uranio, ammonendola che se non lo farà entro 60 giorni l'Onu prenderà altre misure. L'America aveva insistito per il divieto dei crediti all'export in Iran, misura che avrebbe danneggiato l'Italia, ma non lo ha ottenuto a causa dell'opposizione della Russia e della Cina, e ha ripiegato su un invito ai Paesi dell'Onu a non offrire prestiti. Il Dipartimento di Stato ha incassato, definendo «soddisfacente» il compromesso che, ha sostenuto, «verrà applicato da tutti». In visita al segretario dell'Onu Ban Ki-moon, il premier francese Dominique de Villepin ha però messo l'accento sulla disponibilità del Gruppo 5+1 a negoziare con Teheran se sospendesse il programma atomico: «Il processo delle sanzioni — ha sottolineato — è reversibile e flessibile».
La REPUBBLICA mette invece in atto una vera e propria opera di depistaggio dei suoi lettori. Intervista il ministro degli Esteri Mottaki, evidentemente impegnato a fornire alla comunità internazionale alibi per la sua inazione pretesti per fingere di non capire le chiarissime parole di Ahmadinejad. Il titolo dell'intervista è infatti:
No allo scontro con l´Onu ma il nucleare è un nostro diritto
No allo scontro con l'Onu? Mentre Ahmadinejad dichiara le sue risoluzioni "carta straccia"?
ROMA - «Sì, il presidente Ahmadinejad potrebbe intervenire personalmente all´Onu per spiegare la nostra posizione sul nucleare, per evitare che ancora una volta una risoluzione nata sotto pressione politica possa creare nuova ingiustizia: il nostro ambasciatore ha comunicato al presidente del Consiglio di sicurezza che potremmo avvalerci di questa possibilità». Le 9 del mattino di ieri, via della Camilluccia, residenza dell´ambasciatore iraniano a Roma. Il ministro degli Esteri Manucher Mottaki si prepara a lasciare l´Italia dopo l´incontro della sera precedente con Romano Prodi e Massimo D´Alema. Mottaki è impegnato in un giro dei paesi membri del Consiglio Onu per convincerli che l´Iran non merita una nuova risoluzione contro «il nostro diritto all´uso pacifico del nucleare». Mottaki è un ex diplomatico, un uomo raffinatissimo ed equilibrato, la mente dialogante del governo Ahmadinejad: «Stiamo discutendo di due passi paralleli, la sospensione dell´arricchimento dell´uranio da parte nostra e la sospensione della risoluzione del Consiglio di sicurezza. Ma il nostro passo è troppo importante per poter essere riequilibrato con la semplice sospensione di una scelta politica imposta all´Onu da forze ben individuabili». Ministro Mottaki, ma nelle ultime settimane anche paesi come Russia e Cina stanno iniziando a dimostrare impazienza nei confronti dell´Iran... «Per l´Iran il processo di arricchimento dell´uranio, e quindi la sua eventuale sospensione, sono un segnale di una importanza totale, decisiva. Noi siamo pronti a fare nuovi passi in avanti. Ma non rinunceremo al diritto fondamentale della nazione iraniana di esercitare i suoi diritti. Quello è l´unico prezzo che non potremo mai pagare». Ministro, la settimana scorsa c´era stato un segnale positivo: la riunione di Bagdad in a cui Iran e Usa sono stati seduti per la prima volta allo stesso tavolo. Tra l´altro una conferenza nata da una sua proposta al ministro degli Esteri iracheno Zebari. «L´incontro di sabato sulla sicurezza dell´Iraq ha creato un´atmosfera positiva. Noi siamo soddisfatti della riunione di tutti i paesi vicini dell´Iraq e dei 5 del Consiglio di Sicurezza perché il governo di Bagdad ha visto raggiunto un suo primo obiettivo. A Bagdad tutti sono stati d´accordo nel dire che la stabilità dell´Iraq influisce direttamente sulla stabilità di tutta l´area. Può darsi che qualcuno si aspettasse uno scontro a quella riunione (tra Iran e Usa, ndr), ma il modo in cui si sono svolti i lavori ci offre la speranza per un fruttuoso lavoro futuro. Le dico di più: noi crediamo che le prossime riunioni, anche a livello ministeriale, debbano tenersi ancora a Bagdad, per dare un segnale chiaro ai terroristi che colpiscono l´Iraq. Crediamo che a queste riunioni sia giusto associare il G8 e anche i rappresentanti del Movimento dei Non allineati e dell´Organizzazione della conferenza islamica». L´Iran aiuterà gli Stati Uniti a stabilizzare l´Iraq? «L´Iran ha la piena capacità di aiutare il governo e il popolo iracheno. La nostra intenzione è quella di rafforzare la stabilità dell´Iraq e di tutta la regione. Ma naturalmente, soprattutto nel settore della sicurezza, ogni intervento dovrà avvenire su opportuna richiesta».
Di tono insolitamente (per un giornale sempre schierato) oggettivo e neutrale l'articolo del MANIFESTO. Che comunque concede l'ultima parola ad Ahmadinejad:
L'accordo per una nuova risoluzione che impone l'inasprimento delle sanzioni all'Iran è stato raggiunto ieri dai 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza ai quali si è aggiunta la Germania. George Bush ha fatto sapere dalla Casa bianca che ora spera in un voto veloce, in modo da costringere Tehran ad abbandonare le sue attività nucleari. L'adozione di una nuova risoluzione Onu potrebbe avvenire la prossima settimana. Il contenuto dell'accordo nei suoi vari punti è stato reso noto ieri dall'agenzia Reuters (che ha ottenuto in via ufficiosa una bozza). Questi i punti chiave: 1) l'Iran ha 60 giorni di tempo per sospendere l'attività di arricchimento dell'uranio e l'Aiea ha il compito di verificare la scadenza. 2) Si allunga la lista di società e singoli le cui proprietà saranno congelate: fra cui la banca Sepah, di proprietà statale e aziende controllate dai pasdaran. 3) Viene imposto l'embargo totale all'esportazione di armi convenzionali made in Iran. 4) Tutti i paesi e le istituzioni finanziarie internazionale non dovranno concedere nuovi «finanziamenti e prestiti al paese» eccetto che per «scopi umanitari e di sviluppo». 5) Ai governi di tutto il mondo viene chiesto, ma non imposto, di vigilare sui viaggi all'estero dei funzionari iraniani coinvolti in attività nucleari. Se entro 60 giorni dall'approvazione della risoluzione l'Iran sospenderà i suoi programmi nucleari le sanzioni saranno sospese, altrimenti ne saranno adottate altre, più dure. Viene comunque escluso un intervento militare. L'iter adesso prevede che il testo sia presentato informalmente dai 5+1 ai 10 membri non permanenti del Consiglio, fra cui l'Italia. Il ministro degli esteri italiano D'Alema sarà oggi all'Onu per una discussione d'urgenza sul dossier nucleare iraniano, che dovrebbe aprire la strada all'approvazione della risoluzione. «Non penso che quello che dite nelle vostre riunioni e quello che decidete di conseguenza preoccuperà la nazione iraniana», ha dichiarato ieri Mahmoud Ahmadinejad in una sorta di messaggio inviato al Consiglio di sicurezza che si era appena accordato sulle nuove sanzioni. Per il presidente iraniano l'organismo Onu «non ha alcuna legittimità» e il documento che emetterà sarà «un pezzo di carta straccia». Per cui Tehran non sospenderà l'arricchimento dell'uranio.