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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La discordia nel mondo arabo 05/03/2007

Si sta profilando all’orizzonte e, con estrema  chiarezza, la strategia delle alleanze che Ahmadinejad sta tessendo con i paesi arabi, per poter imporre il suo potere  assoluto su una grande lega panaraba, schierata contro Israele e Stati Uniti, contro le democrazie e le civilta’occidentali e contro gli inalienabili diritti dell’uomo: liberta’ di parola , di stampa di riunione e liberta’ di religione. Tutti diritti che non piacciono ai fondamentalisti islamici che vogliono tenere le masse represse nelle tenebre e nell’oscurantismo contro la civilta’ e il progresso dell’ Occidente.

 

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 Nel suo piano di alleanze, Ahmadinejad,  vuole includere non solo gli Sciiti ma anche i Sunniti, ha cominciato con la formazione dell’asse Teheran -Damasco, che attraversa  Baghdad e Beirut,  e  ha raggiunto lo stato sunnita del  Sudan .Ha in mente una mira ambiziosa, quella  di soggiogare alla sua volonta’ tutti i paesi musulmani che si sottomettano al suo grande sogno di  grandezza. Dopo aver commissionato con il  suo partner siriano, l’assassinio del presidente cristiano libanese  Pierre Gemayel, ha pescato nelle acque torbide del governo palestinese di Hamas; in combutta con la Siria ha armato di missili kassam gli Hezbollah contro Israele; ha cercato accordi con Khartoum, il regime responsabile del genocidio in atto in Darfur; e in questi giorni, si  rechera’ a Riad per conferire con il re saudita.

 

 Ma i suoi piani egemonici stanno incontrando degli ostacoli prevedibili, perche’

 

 il grande fronte fondamentalista  islamico e’pero’spaccato in due: da una parte ci sono Sunniti ,dall’altra gli Sciiti, che da sempre si sono ammazzati gli uni contro gli altri. Pare che le stesse stragi a La Mecca di pellegrini che si travolgono e si calpestano per la furia, non siano poi, cosi’ casuali bensi’ sapientemente orchestrate.

 

Nella guerra tra Iraq e Iran degli anni ’80, la sunnita Arabia Saudita ha finanziato con miliardi di dollari, il sunnita Saddam Hussein contro l’Iran  Komeinista e sciita. La verita’ e’ che il sogno di gloria di Ahmadinejad e’difficilmente realizzabile, perche’ l’Egitto, la Giordania, la stessa Arabia Saudita ed altri stati del Golfo non si fidano di lui e dei suoi  minacciosi armamenti nucleari e lo temono per le sue aspirazioni espansionistiche.

 

Anche ai tempi dell’Impero Turco, gli Arabi erano divisi in tante tribu’ belligeranti sempre in discordia tra di loro e persino Lawrence d’Arabia, auspicava la nascita di un nuovo stato di Israele che  sulle orme dell’antico, avrebbe portato il progresso e la modernita’ in un mondo retrivo e fanatico.(Martin Gilbert “Churchill and the Jews”)

 

 Se si  svegliasse l’orribile mostro della discordia, il Leviatano, si scatenerebbero incontrollabili, le immense masse musulmane, fatte vivere nella miseria, nell’ignoranza, nel fanatismo e nel settarismo;  represse a tal punto da questi regimi dispotici che divorerebbero persino i loro stessi carcerieri . (Michael Young nel“The Wall Street Journal” Jan 24-2007 “ Sectarian discord in the Arab world”)

 

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 Il vicepresidente Dick Cheney e il segretario di stato Condoleezza Rice sono ben consapevoli che la rivalita’ tra i paesi musulmani e’ per Ahmadinejad un  grande fattore di debolezza, mentre rappresenta un fattore di forza  per gli alleati occidentali. Vogliono  isolarlo e fermarlo nella corsa  al nucleare ed e’ per questo che hanno gia’ contattato il re saudita,  giuocando la carta della diplomazia, prima  che, nella stanza dei bottoni, venga presa una decisione estrema ma necessaria, per fermare l’escalation iraniana.

 

Lettera firmata

 


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