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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Foglio Rassegna Stampa
02.03.2007 L'ambigua politica di Prodi verso l'Iran
favorisce il regime degli ayatollah

Testata: Il Foglio
Data: 02 marzo 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «L’imbarazzo di Prodi l’iraniano»
Dal FOGLIO del 2 marzo 2007:

Nello stesso giorno in cui il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad dichiara che “i sionisti sono l’incarnazione di Satana” e offre alleanze al presidente sudanese Omar al Bashir, mandante del genocidio in Darfur, la Farnesina è stata costretta a fare chiarezza sull’ennesima mossa opaca di Romano Prodi, a tutto vantaggio dell’Iran.
Le pressioni dagli Stati Uniti si sono evidentemente fatte sentire: basta andare avanti in ordine sparso, ha detto Washington, altrimenti l’offensiva diplomatica contro il regime di Teheran perde efficacia, sono necessarie “sanzioni che mordano”. Tanto più che tutti i paesi europei hanno scelto di dare al ministro degli Esteri di Bruxelles, Javier Solana, il mandato come unico interlocutore con l’Iran sulla questione nucleare. Ma Prodi va avanti in solitaria. E ieri la Farnesina è stata costretta a smentire l’esistenza di un “piano italiano” sul nucleare iraniano, rivelato dall’agenzia iraniana Irna. Il fatto è, però, che l’Irna non aveva parlato di un “piano italiano”, ma aveva riportato la soddisfazione del negoziatore iraniano Ali Larijani, perché Prodi, incontrato a Roma il 21 febbraio, gli aveva presentato “alcune idee”, una proposta “allo stato iniziale, che va sviluppata”. Prodi ha così ottenuto l’effetto che si era prefisso con le sue “idee” comunicate a Larijani: ha dimostrato all’Iran che l’Italia si smarca dal fronte occidentale e tiene aperta una sua linea autonoma di dialogo e disponibilità.
E’ la quarta volta che il premier italiano s’inserisce con le sue iniziative nella questione del nucleare iraniano: due meeting con Larijani, il 10 luglio e l’8 settembre; poi il 20 settembre il clamoroso incontro con Ahmadinejad, a New York, all’Onu, unico premier occidentale a fare una simile scelta. La ragione di queste ambigue contorsioni è presto detta: l’Italia è il primo partner commerciale dell’Iran, e la maggioranza che sostiene Prodi non è disposta a seguire non soltanto gli Stati Uniti, ma neanche l’Onu – vedi Afghanistan – nella contrapposizione al fondamentalismo islamico.

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