venerdi 12 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
24.02.2007 L' avverbio dell'ex-ministro degli esteri italiano
Israele non lo accetta

Testata: Corriere della Sera
Data: 24 febbraio 2007
Pagina: 15
Autore: m.ca.
Titolo: «éalestinesi,Israele replica a D'Alema»

Il nostro ex- ministro degli esteri - e scriviamo ex nella speranza che tale continui ad essere - ha usato un avverbio in linea con la sua politica filo-araba e avversa a Israele. D'Alema si accontenterebbe di un " riconoscimento implicito" dello Stato ebraico da parte del prossimo governo di coalizione Fatah-Hamas. "Implicitamente", ha detto. Gli ha risposto l'Ambasciatore d'Israele a Roma Gideon Meir. Ecco la cronaca dal CORRIERE della SERA di oggi 24/02/2007, a pag.15:

ROMA — (m. ca.) «È molto importante capire quale struttura avrà il governo», diceva ieri Massimo D'Alema alla Farnesina dopo un colloquio con Haya Rashed al Kalifa, la presidente dell'Assemblea generale dell'Onu. Ma il governo del quale parlava da ministro degli Esteri, seppure dimissionario, non era quello italiano. Si riferiva al governo di unità nazionale palestinese in cantiere sulla base di un'intesa tra al Fatah e Hamas, prima forza nel Parlamento dei Territori che è classificata tra i gruppi terroristici dall'Unione europea. D'Alema ha impiegato un'impostazione che può piacere alla sinistra estrema del centro-sinistra, non altrettanto a Israele.
Il problema sta nel grado di accettazione del diritto all'esistenza dello Stato ebraico da parte palestinese. Sulle tre condizioni che il «Quartetto» composto da Usa, Russia, Ue e Onu chiede dal 2006 di rispettare a qualsiasi esecutivo del dopo Arafat — riconoscere Israele, accettare gli accordi precedenti con lo Stato ebraico, rinuncia alla violenza — il ministro italiano ha indicato una sua scala di priorità. Questa: «Ci sono delle condizioni, tra le quali considero fondamentali due. Uno, un governo che riconosca gli accordi firmati dall'Autorità palestinese, e quindi implicitamente riconosca Israele con cui sono stati firmati questi accordi. In secondo luogo, un governo che si adoperi con ogni mezzo per fermare la violenza e dia un segnale chiaro già promuovendo la liberazione del caporale Shalit e lo scambio di prigionieri».
Implicitamente è termine inviso a Ehud Olmert, convinto che annacquare i tre punti non porti sicurezza. Dice l'ambasciatore israeliano a Roma Gideon Meir: «Speriamo che l'Italia, Paese di primo piano nell'Ue, e l'Ue, parte chiave del Quartetto, continuino a insistere sulle tre condizioni di base poste dal Quartetto a qualsiasi governo palestinese. Innanzitutto il riconoscimento del diritto di Israele a esistere. Un diritto non negoziabile in alcun modo».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sulla e-mail sottostante.


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT