Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Incontro con i famigliari dei soldati israeliani rapiti la cronaca di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 17 febbraio 2007 Pagina: 2 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Missione diplomatica in Italia per i parenti degli israeliani rapiti»
Dimitri Buffa per l'OPINIONE ha incontrato i famigliari dei soldati israeliani rapiti, Ecco la cronaca a pag.2, oggi 17/02/2007:
Sono stati ricevuti dal Papa e da D¹Alema e sono riusciti ad ottenere impegni bipartisan perché almeno si conoscano le condizioni di salute dei rispettivi familiari rapiti in Libano e a Gaza ormai oltre sette mesi orsono. Familiari e parenti di Eldad Regev e Udi Goldwasser, i due soldai rapiti in Libano dagli uomini di Nasrallah, giovedì sera sono stati presentati alla stampa e agli amici di Israele in una bellissima casa del centro storico romano, con due terrazze che affacciano sul lungotevere, messa a disposizione da Vichi Hasana, membro influente della comunità ebraica romana. Mancavano invece i familiari del caporale Gilad Shalit, rapito a Gaza da Hamas, che non se la sono sentita di accollarsi lo stress di un lungo viaggio che toccherà le principali capitali europee. Alla presenza del nuovo ambasciatore Gideon Meir, e con il fuori programma di un collegamento via telefono da Gerusalemme di Shimon Peres, hanno raccontato ai giornalisti e agli astanti la propria odissea di familiari di giovani soldati rapiti in territorio israeliano dai terroristi islamici. Ha incantato i presenti, per la propria bellezza e per la dolcezza, la moglie di Udi, Ehud, Goldwasser, la coraggiosa Karnit che conduce dal 28 giugno scorso, quando un commando di hezbollah gli rapì l¹amato marito insieme al suo commilitone Elda Regev, una vera e propria battaglia diplomatica a tutto campo. Solo tre giorni prima di suo marito, a Gaza era stato rapito Gilat Shalit e tutto fa pensare a azioni terroristiche concordate a tavolino tra i terroristi islamici palestinesi e quelli libanesi. Ebbene Karnit Shalit, vera e propria ³moglie coraggio², è stata quella che più a lungo si è intrattenuta a parlare con Massimo D¹Alema, ministro degli esteri italiano recentemente nell¹occhio del ciclone per le proprie dichiarazioni anti israeliane. Ad apposita domanda, la signora Goldwasser ha detto di avere seguito le polemiche a distanza provocate da alcune improvvide dichiarazioni del nostro ministro degli esteri, in particolare ha ricordato l¹impressione che si ebbe nello stato ebraico dopo la foto a braccetto con un ministro hezbollah. Ma ha anche aggiunto che ³oggi la situazione è cambiata² e che ³l¹Italia, che è il primo paese della Ue ad averci ricevuto, insieme al Santo Padre che ha trovato tanto tempo per noi, potrebbe ora diventare centrale nella trattativa per il rilascio dei tre soldati ³abducted² da hamas ed hezbollah². D¹Alema, dice Karnit, ha preso un solenne impegno per fare pressione sul Libano affinché i due soldati prigionieri di Nasrallah siano rilasciati. Addirittura D¹Alema potrebbe fare un pubblico appello agli hezbollah. Sarebbe quasi un miracolo di almeno parziale riconversione della politica estera italiana di cui dovremmo ringraziare questa splendida donna. Con la stampa ha parlato a lungo anche il fratello di Eldad Regev, Hagai, un simpatico giovane che sostiene di avere molta fiducia nella mediazione internazionale dell¹Italia per risolvere la loro tragedia. La serata organizzata giovedì dall¹ambasciata israeliana in Italia insieme alla comunità ebraica romana non deve essere stata quindi un¹iniziativa estemporanea e improvvisata, bensì una mossa concordata con la diplomazia italiana. Che ha tutto l¹interesse a riguadagnare con questa trattativa per il rilascio dei tre soldati ostaggi, se avesse un buon esito, la fiducia messa a rischio negli scorsi mesi proprio dalla politica dilibertiana dello stesso D¹Alema. La prova del nove di questa teoria era da ricercarsi nella presenza a questo appuntamento e nelle precise parole del capo della Croce rossa internazionale in Italia, Massimo Barra, che ha assicurato il sostegno umanitario della stessa Croce rossa nonché ³fatti concreti² entro poche settimane. Conoscendo l¹uomo che, contrariamente ad altri santoni delle ong pacifiste, poco o niente cerca le vetrine, i salotti tv e le telecamere, c¹è da scommettere che qualcosa stia bollendo in pentola e che presto le famiglie di Gilad Shalit , Ehud Goldwasser e Eldad Regev potranno riabbracciare i propri amati figli e mariti.
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