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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
17.02.2007 L'attentatore per eccellenza Nasrallah nella parte del "buono"
è la bufala sul quotidiano DS

Testata:
Autore: u.d.g.
Titolo: «Nasrallah: «C’è chi sta preparando un attentato contro i soldati Unifil in Libano»»
Nasrallah: «C’è chi sta preparando un attentato contro i soldati Unifil in Libano»
Il capo di Hezbollah avverte di un imminente attentato contro i caschi blu dell’Onu impegnati nel sud. Al premier Siniora dice: «Non deporremo mai le nostre armi»
 
Sotto questo strabiliante titolo, l'UNITA' di oggi, 17/02/2007, a pag.9, riporta per la firma dello zelante u.d.g. (alias Umberto De Giovannangeli) una notizia incredile. Sarebbe lo stesso Nasrallah a lanciare l'avviso che "qualcuno" starebbe per compiere un attentato. Serebbe ridicolo se non fosse tragico. E se non fosse grottesco che il quotidiano DS prende per buona una bufala simile e la propina ai propri lettori. Ecco l'articolo:
PREMESSA d'obbligo: in Libano una delle cose che più funziona - Israele ne sa qualcosa - è la rete di intelligence messa in piedi nel corso degli anni da Hezbollah. Una premessa che rende ancora più inquietante ciò che segue: «Qualcuno» ha interesse a far sì che venga compiuto un attentato conto le forze Unifil schierate nel sud del Libano. E a rendere ancora più fosco lo scenario è l'individuazione del «preveggente»: il leader di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah. L'avvertimento è in un passaggio del discorso trasmesso da diverse televisioni arabe e tenuto in occasione dell'anniversario dell'assassinio del primo segretario del «Partito di Dio», Abbas al Moussawi.
«Da più di due mesi ci sono ambienti che "prevedono" un attentato contro le forze Unifil nel sud del Paese, ma siccome le previsioni di questa gente si avverano puntualmente, si sta preparando una qualche azione, oppure si chiamando qualcuno a farlo dall'estero», avverte Nasrallah. Basta e avanza per far scattare più di un campanello d'allarme. Chiunque conosca un po' - nemici e amici - Nasrallah, sa bene che il leader di Hezbollah non parla mai a vuoto. Se ha sentito la necessità di segnalare un possibile attentato ai caschi blu dell'Onu impegnati in Sud Libano è perché, dice a l'Unità una fonte di Beirut molto addentro al mondo sciita libanese, Nasrallah è stato avvertito, o comunque ha acquisito elementi concreti in proposito, che i piani per un attentato sono in uno stato avanzato di progettazione e le responsabilità potrebbero essere fatte ricadere sulla milizia sciita. I destinatari del suo messaggio sono molteplici: i comandi Unifil, innanzitutto; i governi dei Paesi che sostengono, con propri contingenti militari, la missione Unifil; ma anche i mandanti di questo possibile attentato. All'Unifil, Nasrallah ha chiesto anche di non utilizzare «aerei spia sui cieli del Libano, altrimenti sarebbero trasformati in spie di Israele e noi non accettiamo che ciò possa avvenire»,continua il leader del Partito di Dio, sostenuto da Iran e Siria, precisando che la risposta dei vertici dell'Unifil sarebbe stata «positiva e soddisfacente». Nasrallah ha poi affrontato il problema degli arsenali delle milizie. E qui l'avvertimento è rivolto alle forze della maggioranza libanese che sostengono il governo di Fuad Siniora: «È vero - afferma il leader di Hezbollah - che abbiamo armi, non abbiamo certo combattuto Israele con spade di legno. Possedere armi è un diritto della resistenza e non intendiamo chiedere il permesso a coloro che non hanno sparato neanche una pallottola contro Israele». «Le armi, le munizioni ed i miliziani della resistenza sono un sostegno essenziale per l'esercito del Libano nel sud del Paese per affrontare il nemico israeliano», sostiene Nasrallah. Resta la fosca previsione di un possibile (imminente?) attentato contro i militari impegnati nella missione Unifil 2, 2496 dei quali sono italiani.
L'avvertimento del capo di Hezbollah, avviene alcuni giorni dopo il proclama lanciato a tutti «i mujahiddin» dal numero due di Al Qaeda, Ayman Al-Zawahri, perché non «accettassero» la presenza dei «militari colonizzatori» in Libano. E non «accettare», nel linguaggio jihadista, significa combattere quella presenza ostile. Con l'arma del terrore. In Libano, concordano fonti di intelligence occidentali, già operano cellule qaidiste. Nelle scorse settimane, le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato 13 membri di Al Qaeda provenienti da diversi Paesi arabi (Siria, Arabia Saudita, Palestina, Giordania). Le minacce di Al-Zawahri. Gli arresti. E ora l'avvertimento preventivo di Nasrallah. Ombre sinistre si proiettano sulla missione Unifil.

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