City di ieri parla degli scavi nella Spianata (mai chiamarla col nome originale, Monte del Tempio eh?) e oggi rincara la dose, intitolando addirittura "Archeologia di guerra"
A pag. 10 di City di ieri la redazione riporta il seguente articolo dal titolo: "Scavi nella Spianata: "Israele rischia nuova Intifada""
GERUSALEMME - Alcuni scavi nelle vicinanze della Spianata delle Moschee di Gerusalemme sono fonte di gravi tensioni con tutto il mondo islamico. "La Moschea al Aqsa è in pericolo", sostiene lo sceicco Raed Sallah, uno dei leader del movimento islamico in Israele. "Stanno scavando sotto la moschea e costruendo una sinagoga di fronte al Duomo della Roccia", ribadisce il giudice islamico Tayassir al-Tamimi. Da Damasco, Khaled Meshaal, il leader di Hamas, ha ammonito: "Gli israeliani farebbero bene a ricordarsi cosa accadde sette anni fa, quando Sharon entrò nella Spianata delle Moschee", alludendo alla rivolta armata palestinese che ha allontanato le speranze di pace e portato Hamas al potere dei Territori.
E' assurdo che nonostante tutti i documenti (alcuni dei quali firmati dagli stessi palestinesi!!) che comprovano che la guerra è stata iniziata dai palestinesi giorni prima della passeggiata (tra l'altro autorizzata dal Waqf) di Sharon, si attribuisca ancora a lui la responsabilità. Il colmo, però, è dare la colpa a Sharon anche per le scelte dei palestinesi sei anni dopo. Pure quel che combineranno nei prossimi duemila anni, sarà sempre causato da quel che ha fatto Sharon nel 2000?
Come dicevamo a pag. 6 di oggi City il giornale rincara la dose, naturalmente a carico di Israele: "Archeologia di guerra Scavi sotto Spianata a rischio indifada"
GERUSALEMME - Israeliani e palestinesi trovano il tempo di litigare anche sugli scavi archeologici. Il Waqf, l'ente per la protezione dei beni islamici in Palestina, accusa Israele di scavare di continuo sotto la Spianata delle Moschee, cosa a che a suo parere rischia di destabilizzare la sacra moschea al-Aqsa; gli israeliani accusano il Waqf di aver condotto lavori clandestini nella Spianata e di aver distrutto importanti reperti ebraici. Ieri, quando gli archeologi israeliani si sono messi al lavoro per sgomberare la massicciata che dal Muro del Pianto conduce alla sovrastante Porta dei Mugrabi, dove entro otto mesi sorgerà un ponte d'acciaio di 200 metri di collegamento, la zona era blindata come per una operazione di guerra. In contemporanea, dagli schermi di al-Jazira lo sceicco palestinese Tayassir Tamimi implorava i fedeli perché accorressero a "difendere la moschea al-Aqsa", terzo luogo sacro islamico. In realtà, a parte qualche lancio di pietre, non ci sono stati disordini. Ma la disputa archeologica nel cuore di Gerusalemme rischia di incendiare nuove rivolte. (entrambi gli articoli firmati Ansa)
Leggermente meno squilibrato Metro, che se non altro si degna di parlare anche delle hudne interne e del rischio di guerra civile, spiegando anche che non si tratta di scavi, ma di sostituire il ponte che collega il piazzale antistante il Muro occidentale alla sovrastante spianata delle Moschee. Lavori, quindi, che andrebbero a tutto vantaggio dei musulmani che percorrono a migliaia proprio quel ponte.
A pag. 5 la redazione firma il seguente articolo dal titolo: "Palestinesi al bivio", accompagnato da una foto della Moschea presa dal basso (nascosta parzialmente dal muro) co la seguente didascalia: "I LAVORI ISRAELIANI nella strada ai piedi della moschea".
In bilico tra accordo per il governo e la guerra civile, tra trattative con Israele e terza Intifadah, la giornata di ieri può essere stata davvero importante per i palestinesi.
C'è grande attesa per l'esito dell'incontro tenuto alla Mecca su un futuro governo di unità nazionale palestinese. Secodno il presidente palestinese Abu Mazen, infatti, se i colloqui falliranno si rischia che scoppi una guerra civile nei Territori. Dal canto suo il premier palestinese di Hamas, Ismail Hanyieh, ha assicurato "ogni sforzo" per raggiungere un'intesa. L'incontro fra Abu Mazen e Haniyeh, al quale partecipa anche il capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Meshaal, si svolge su iniziativa del re saudita, che ha invitato i leader palestinesi a "ricordare i loro obblighi davanti a Dio". Nei Territori intanto la tregua sembra reggere, ed è in corso la liberazione di tutti i militanti rapiti dalle opposte fazioni.
Ma la tensione è altissima anche a Gerusalemme, dove le autorità israeliane hanno avviato i lavori per sostituire il ponte che collega il Muro del Pianto con la Spianata delle Moschee. I musulmani protestano pensando che sia a rischio la stabilità delle moschee. E si rischia una terza Intifadah. Lo sheikh di al Azhar, Tantawi, ha esortato i palestinesi al martirio "bloccando le ruspe". 11 palestinesi sono stati arrestati per aver partecipato a sassaiole di protesta contro i lavori edili.
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