Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Bombe a grappolo contro Hezbollah, non contro obiettivi civili è il gruppo terroristico che si fa scudo di non combattenti
Testata:L'Unità - La Repubblica Autore: Umberto De Giovannangeli - Cristina Nadotti Titolo: «Gli Usa ammettono: Israele usò bombe a grappolo in Libano - Libano, conferma Usa»
Un'inchiesta del Dipartimento di Stato americano ha stabilito che Israele, durante la recente guerra contro Hezbollah, ha utilizzato in aree civili bombe a grappolo fornite dagli Stati Uniti.
Lo stesso portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack: ha ricordato che gli Hezbollah «hanno usato civili innocenti come scudi umani per i guerriglieri», ma per u.d.g. questa frase ha soltanto chiarito "come la pensi il governo" americano, ovvero che esso mantiene una posizione pregiudizialmente a favore di Israele e che presumibilmente non sospenderà le forniture di bombe a grappolo. Per il cronista dell'UNITA' è comunque Israele ad aver utilizzato le bombe a grappolo per colpire deliberatamente obiettivi civili. Ma in realtà quelli di Israele erano obiettivi militari, collocati in mezzo ai civili da Hezbollah.
Ecco il testo:
La Casa Bianca informerà oggi ufficialmente il Congresso che Israele potrebbe avere violato gli accordi con gli Stati Uniti in materia di forniture di armamenti quando, l’estate scorsa, ha utilizzato nella guerra nel sud Libano contro Hezbollah, bombe a frammentazione di fabbricazione americana. A rivelarlo è stato ieri il «New York Times». Il Dipartimento di Stato, che in agosto ha avviato un’inchiesta, ha redatto un rapporto preliminare in cui si rivela che le forze armate dello Stato ebraico avrebbero usato le «bombe a grappolo» contro la popolazione civile, come del resto denunciato da diverse organizzazioni umanitarie. La legge americana sul controllo delle esportazioni di armamenti però impone che le «cluster bomb», che lasciano sul terreno centinaia di pericolosissime mine inesplose, siano usate solo contro l’esercito nemico e che in caso di violazioni l’amministrazione imponga sanzioni. La questione è estremamente delicata, dal momento che Israele è uno stretto alleato degli Usa. Non a caso, secondo il quotidiano statunitense, la conclusione dell’indagine ha provocato un aspro dibattito all’interno dell’amministrazione Bush. Ora toccherà ai deputati decidere quali iniziative assumere. Nonostante la ferrea alleanza tra Stati Uniti e Israele e la quantità di armi che gli Usa forniscono al loro alleato mediorientale per scopi difensivi, il ricorso a sanzioni per violazioni degli accordi non è senza precedenti. Nel 1982 fu il presidente Ronald Reagan a imporre un divieto di sei anni nella vendita di «bombe a grappolo» agli israeliani, dopo che Israele le aveva utilizzate in aree civili nell’ambito dell’operazione «Pace in Galilea» (l’invasione del Libano). Difficilmente la Casa Bianca si muoverà, prevedono diversi analisti. Del resto come la pensi i governo lo ha chiarito il portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack: «È importante ricordare che tipo di guerra ha intrapreso Hezbollah», ha affermato, sottolineando in proposito che i miliziani sciiti, sostenuti da Siria e Iran, «hanno usato civili innocenti come scudi umani per i guerriglieri». Da Gerusalemme, il portavoce del ministero degli esteri israeliano, Mark Regev, ha assicurato che il suo governo ha fornito agli Stati Uniti tutte le informazioni richieste. «Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con gli Usa - ha rimarcato Regev - in totale trasparenza e nel dettaglio». u.d.g.
Anche per REPUBBLICA ormai sarebbe accertato che Israele ha deliberatamente colpito obiettivi civili. Le circostanziate smentite israeliane, che nessuno ha mai potuto confutare, vengono riportate come tesi dubbie e sospetti (si vedano le parti del testo sottolineate). Eccol'articolo:
Gli Stati Uniti potrebbero smettere di fornire a Israele bombe a grappolo per qualche anno. Una commissione dell´amministrazione Bush informerà oggi il Congresso sui risultati di un´inchiesta per accertare se l´esercito israeliano ha sganciato bombe a grappolo contro obiettivi civili, durante la guerra contro gli Hezbollah libanesi della scorsa estate. Negli anni ‘70, Israele si impegnò con gli Stati Uniti a usare questo tipo di armi fornite da Washington solo ad alcune condizioni, gran parte delle quali sono segrete, ma è trapelato che una di queste è che non siano usate su aree popolate. Che Israele abbia sganciato le bombe a grappolo, che spargono mine antiuomo in un raggio di chilometri, è accertato e l´Onu ha affermato che dopo la fine delle operazioni in Libano sono morte almeno 30 persone e altre 180 sono rimaste ferite a causa di ordigni inesplosi. La decisione di sottoporre l´operato di Israele al vaglio del Congresso americano potrebbe non portare ad alcuna azione, ma ha già infiammato la commissione e ci sono tutte le promesse perché susciti altrettanto dibattito al Congresso. Alla fine, le conseguenze per Israele potrebbero essere ininfluenti, gli Stati Uniti deciderebbero al massimo - come già fece l´amministrazione Reagan nel 1982 - di non fornire all´esercito del Tsahal bombe a grappolo per qualche anno. Una cosa che farebbe poco male a Israele, che fabbrica da sé questo tipo di arma. Il valore simbolico di un´eventuale sanzione sarebbe però enorme, poiché sarebbe di fatto l´ammissione che Israele ha colpito volutamente obiettivi civili, un´accusa che all´esercito del Tsahal ha già portato molte critiche. Fonti dell´amministrazione Bush hanno riferito che Israele ha collaborato alla stesura del rapporto per il Congresso e si è difeso sostenendo che prima di sganciare le bombe ha lanciato sulle zone volantini, con i quali intimava alla popolazione civile di allontanarsi e che molti dei villaggi erano comunque deserti, perché la gente era scappata allo scoppio della guerra. Israele ha inoltre risposto alle accuse di colpire obiettivi civili riaffermando il suo diritto alla difesa e sottolineando che Hezbollah ha usato la popolazione come copertura per le basi da cui ha lanciato i razzi oltre confine. Indiscrezioni trapelate dalla commissione rivelano che alcuni ufficiali americani hanno chiesto a Israele di provare che un uso improprio delle bombe a grappolo sarebbe da imputare solo a comandanti e membri dell´esercito e non sarebbe venuto da un ordine del governo. Altre voci parlano di un tentativo, sempre all´interno della commissione, di trovare un cavillo per non dover indicare l´operato di Israele come una violazione dei trattati del ´70. In ogni caso la discussione di oggi al Congresso sarà un altro banco di prova per il braccio di ferro tra l´assemblea e Bush. E´ al presidente che toccherà l´ultima parola su eventuali sanzioni a Israele, a meno che il Congresso decida di avviare un´azione legislativa. Difficile ipotizzare che la maggioranza democratica, che non riesce neanche a stabilire una linea precisa sulla guerra in Iraq, voglia impelagarsi in un cambio di rotta nella politica verso Israele.
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