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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica - Il Manifesto Rassegna Stampa
26.01.2007 Con amici così, chi ha bisogno di nemici ?
per il "Campo della Pace Ebraico" Israele non è minacciata dall'Iran e il terrorismo se l'è cercato

Testata:La Repubblica - Il Manifesto
Autore: Autori Vari
Titolo: «NOI EBREI DI SINISTRA E LE CRITICHE AD ISRAELE»

Le minacce iraniane all'esistenza di Israele non sono attuabili, il terrorismo, che è una minaccia concreta, è causato dalla stessa Israele, che sceglie di continuare a occupare i territori.
La comunità ebraica sbaglia a criticare D'Alema.
Sono i punti salienti di un appello di ebrei italiani di sinistra, autodefinitisi  "Campo della Pace Ebraico".
Pubblicato da La REPUBBLICA e Il MANIFESTO del 26 gennaio 2007.
Particolarmente devastante l'uso che del testo ha fatto La REPUBBLICA , che lo ha impaginato insieme all'articolo sulle parole di Napolitano su antisionismo e antisemitismo, con l'evidente intento di diminuirne la portata.

Ecco il testo:

Dopo le polemiche tra la Comunità ebraica e il ministro degli Esteri Massimo D´Alema, che hanno segnato anche l´assemblea di martedì a cui D´Alema non ha partecipato per impegni istituzionali, un gruppo di ebrei di sinistra ha lanciato questo appello riguardante l´atteggiamento da tenere nei confronti della politica dello stato di Israele.
Il pensiero critico rappresenta un cardine della tradizione e di tutta la storia ebraica, prima e dopo la nascita dello stato di Israele. Ma negli ultimi anni, a causa di eventi tragici, si è andato affievolendo sino a un ripiegamento del mondo ebraico su se stesso, che - comprensibile dal punto di vista emotivo - ha portato a un´involuzione identitaria in cui sono saltate le distinzioni stesse tra ebrei, ad esempio tra ebrei di sinistra e di destra. Si sono riaffacciate paure di annientamento - la "distruzione di Israele" - che non valutano lucidamente il rapporto effettivo tra minacce gravissime, come quelle del presidente iraniano Ahmadinejad, e le possibilità reali del loro avverarsi. Il terrorismo islamista, pericolo più immediato, si alimenta peraltro dal proseguimento dell´occupazione dei territori palestinesi da parte israeliana che è la vera fonte di immani disgrazie non solo per i palestinesi ma anche per Israele.
Da parte della sinistra ebraica si è persa quella capacità di progettare un diverso presente e futuro rispetto a quello prospettato dalla destra ebraica, allineata alla destra mondiale neo e teo-con.
Nell´ebraismo il pluralismo è una condizione esistenziale. Questo pluralismo, oggi, ha bisogno di essere riconfermato anche rispetto alla differenza tra "ebreo" e "israeliano". Perché se è ovvio, per noi, un legame tra la propria identità diasporica e Israele, tale legame non deve diventare una appartenenza sostanziale, che genera confusione e rischia di portare acqua al mulino di chi non vuole distinguere tra ebreo e israeliano. Noi vogliamo coltivare il nostro legame con Israele alla maniera lucida con cui lo coltivò Primo Levi, che di fronte alla prima "avventura in Libano" dell´esercito israeliano levò la sua voce insieme a quella di molti altri ebrei diasporici e israeliani contro la logica aggressiva e non più solo difensiva dell´esercito israeliano.
Dopo una riflessione collettiva tra ebrei di sinistra con diverse esperienze, abbiamo deciso di prendere una posizione pubblica che, anche dopo le polemiche tra il ministro D´Alema e molta parte dell´espressione istituzionale di destra ma anche di sinistra delle Comunità ebraiche, evidenziasse una voce diversa.
Riconosciamo alle parole di David Grossman, durante la commemorazione di Rabin a Tel Aviv il 4 novembre, quel carattere che serve oggi a noi ebrei di sinistra in Italia, in Israele e nel mondo, per riprendere l´iniziativa in un panorama segnato dal cosiddetto "scontro di civiltà". In questo quadro il conflitto israelo-palestinese è ancora, purtroppo, un centro di irradiamento dell´odio globale tra culture e religioni oltre che luogo dove si continua a perpetrare un´ingiustizia costante nei rapporti tra i popoli.
E´ nostra intenzione contribuire a ricostituire il "Campo della Pace Ebraico" in Italia e a questo scopo chiediamo a quanti nel variegato mondo ebraico sentono la stessa esigenza di confrontarsi con noi.
Paolo Amati, Marina Astrologo, Andrea Billau, Ilan Cohen, Beppe Damascelli, Lucio Damascelli, Marina Del Monte, Ester Fano, Gisella Kohn, Dino Levi, Stefano Levi Della Torre, Tamara Levi, Patrizia Mancini, Marina Morpurgo, Moni Ovadia, Renata Sarfati, Sergio Sinigaglia, Stefania Sinigaglia, Susanna Sinigaglia, Jardena Tedeschi, Claudio Treves
(per contatti: campodellapaceyahoo. it)

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