Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Credito alla propaganda di Hamas che diventa un partito come gli altri, dimenticando il terrorismo e la volontà di distruggere Israele
Testata:Il Mattino - La Stampa Autore: Michele Giorgio - la redazione Titolo: ««Usa e Israele fomentano la guerra civile» - Haniyeh: "Usa e Israele vogliono la guerra civile"»
Per la titolazione la redazione esteri de Il MATTINO del 14 gennaio 2007 sceglie la propaganda di Hamas. Titolo: «Usa e Israele fomentano la guerra civile» Sottotitolo:Dure accuse del premier palestinese Haniyeh, La Rice a Gerusalemme: “Non ho proposte, sono qui per ascoltare”. L'articolo di Michele Giorgio, scritto per un pubblico moderato, presenta positivamente un Abu Mazen che vorrebbe ma non può, mancando un adeguato sostegno americano, sfidare Hamas. Quest'ultimo gruppo è presentato come un normale partito politico, non come la crudele organizzazione teroristica che è.
Ecco il testo:
Gerusalemme. L'atteso tour diplomatico del segretario di Stato americano Condoleezza Rice è cominciato ieri in Israele, prima tappa di un viaggio in diversi Stati del Medio Oriente. In serata la Rice ha incontrato il ministro della Difesa israeliano, il laburista Amir Peretz e il ministro per le Questioni strategiche, l’ultrà di destra Avigdor Lieberman. Ha poi visto il ministro degli Esteri Tzipi Livni (di Kadima). Oggi invece avrà colloqui a Ramallah con il presidente palestinese Abu Mazen e si recherà a Amman per alcune ore, prima di tornare a Gerusalemme dove domani si incontrerà col premier israeliano Ehud Olmert. Nei prossimi giorni girerà per Egitto, Arabia Saudita e Kuwait. Un giro impegnativo che il segretario di Stato americano ha detto di aver intrapreso col fine dichiarato di «ascoltare» le idee dei suoi interlocutori sulla situazione in Medio Oriente, ma senza avere in tasca un piano Usa da proporre per rilanciare il processo di pace. «Non vengo con una proposta, non vengo con un piano - ha rivelato ai giornalisti che la seguono - Non c'è bisogno di un piano made in Usa, ci sono troppi attori importanti che sono implicati e per fare progressi ci vorranno tutte le parti... Ho letto molto sugli sforzi passati per tentare di far progredire la questione israelo-palestinese e se non si preparerà bene il terreno, ciò non potrà accadere». Parole che certo non hanno fatto piacere al presidente palestinese Abu Mazen, che da tempo chiede un intervento americano incisivo per rilanciare il negoziato, in modo da dare più forza e sostegno anche al suo tentativo di portare i palestinesi dei Territori alle elezioni anticipate per mettere fine al potere di Hamas (vincitore del voto di un anno fa). Ma è opinione diffusa tra gli analisti palestinesi che Washington non farà passi decisivi fino a quando Hamas rimarrà al governo. Il presidente palestinese pur avendo alzato il tono dello scontro - il suo annuncio di elezioni anticipate ha provocato violente reazioni nei Territori, con scontri a fuoco tra le fazioni opposte che hanno fatto una trentina di morti - non pare ancora abbastanza forte per andare ad un confronto decisivo con Hamas. Senza dimenticare che la maggioranza della popolazione chiede la formazione di un governo di unità nazionale. La prossima settimana Abu Mazen giungerà a Damasco per incontrarsi col capo dell'ufficio politico di Hamas, Khaled Mashal, per cercare di giungere a un'intesa. L'incontro è considerato risolutivo: potrebbe concludersi con un'intesa oppure accentuare la spaccatura tra le due parti. Nel caso di un accordo verrebbe formato un esecutivo ampio con Ismail Haniyeh (di Hamas) ancora primo ministro ma con il portafoglio degli Esteri, delle Finanze e dell'Informazione assegnati ad esponenti di Al Fatah, il partito del presidente Abu Mazen. Il movimento islamico da parte sua continua a fare la voce grossa. Il premier Haniyeh, in un discorso teletrasmesso da Gaza, ieri ha accusato Israele e Stati Uniti «di agire con l'intento di portare il popolo palestinese a una guerra civile» e ha lanciato un appello all'unità. Secondo il premier palestinese «gli Stati Uniti e Israele stanno cercando di trasformare il conflitto israelo-palestinese in una guerra civile tra palestinesi e vogliono prevenire la costituzione di un'unità nazionale». Hamas ieri ha segnato un punto a suo favore con la firma di un accordo tra il governo e i rappresentanti dei circa 160mila dipendenti pubblici, che ha messo fino allo sciopero generale iniziato lo scorso settembre in seguito al mancato pagamento degli stipendi.
Di seguito, un altro articolo (del 13 gennaio), tratto dal sito web della STAMPA, che assimila Hamas a un qualsiasi partito democratico. Hamas, in realtà, e' un partito simile a quelli del nazi-fascismo perche' vuole distruggere con la violenza piu' barbara esistente un altro paese democratico, assassinando i suoi civili inermi , perche' ritenuti di una razza inferiore (sarebbero i figli delle scimmie e dei maiali). Anche in questo caso il titolo("Haniyeh: "Usa e Israele vogliono la guerra civile") riprende la propaganda del gruppo islamista
GAZA Il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ha accusato oggi Israele e Stati Uniti di «spingere i palestinesi verso la guerra civile». Le dichiarazioni del leader di Hamas, a capo dell’esecutivo dell’Anp, giungono a poche ore dall’arrivo nell’area del segretario di Stato Usa Condoleezza Rice.
«I politici americani e israeliani cercano di spingere il popolo palestinese alla guerra civile ed a conflitti interni affinché lo scontro israelo-palestinese si trasformi in un conflitto tra palestinesi», ha commentato Haniyeh durante un discorso televisivo indirizzato ai connazionali.
«Le politiche americane e israeliane nella regione si poggiano su altre basi: impedire la creazione di una vera unità nazionale e impedire la formazione di un vero governo d’unità nazionale capace di esprimere la volontà e le ambizioni del popolo palestinese», ha aggiunto il premier di Hamas.
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