Lancio del servizio di Ferdinando Pellegrini (quello che aveva chiamato Sderot "colonia ebraica") sul Medio Oriente, al GR 1 delle 8 del 21 dicembre 2006:
....nel braccio di ferro ingaggiato con Hamas Abu Mazen puo' contare su uno scomodo alleato: il premier israeliano Olmert.
Se Olmert fosse lo " scomodo alleato" di Abu Mazen, dopo i recenti fatti di sangue e violenza interpalestinese, si potrebbe definire Hamas come il suo "pericoloso interlocutore" se non addirittura un "nemico mortale", ma non lo si fa. Gli aggettivi sgradevoli sono riservati solo ad una parte.
Inizia il servizio
Il nostro inviato a Gerusalemme Ferdinando Pellegrini:
La liberazione di centinaia di detenuti palestinesi e lo sblocco di circa 650 milioni di dollari di tasse trattenute da Israele potrebbe essere un buon un buon viatico per il presidente Abu Mazen per una eventuale campagna elettorale che potrebbe essere varata dopo la formazione di un governo di unita' nazionale.
E' di questo che Abu Mazen ha bisogno per provare a gestire una crisi con Hamas che ha portato Gaza e i territori occupati sull'orlo di una guerra civile.
il cronista fa dipendere le sofferenze del popolo palestinese da una decisione di Israele, senza dire che la crisi è radicata nell’intransigente rifiuto a riconoscere l’esistenza di quello Stato da parte dei movimenti integralisti
Abu Mazen parlerà con il premier israeliano Olmert nell'incontro previsto a breve scadenza, c'e' gia chi parla del 1 gennaio, per riallacciare un dialogo fermo ormai da troppo tempo.
ll cronista corretto dovrebbe precisare: "un dialogo fermo ormai da troppo tempo a causa del persistente rifiuto di riconoscere lo Stato d’Israele da parte di Hamas", non è questo il caso
Il primo ministro palestinese in carico Ismail Haniyeh proprio due giorni fa si era detto ancora una volta disponibile ad un allargamento dell'esecutivo anche se, dopo lunghe trattative, fino ad ora non si era approdati a nulla, ma gli scontri a fuoco fra le due diverse fazioni probabilmente hanno forzato la mano per trovare una soluzione politica in tempi stretti.
le agenzie di due giorni fa riportavano un "appello all’unità" al popolo palestinese, non una disponibilità ad un "allargamento dell'esecutivo", due giorni fa Haniyeh ha pronunciato questa frase: ''Siamo un popolo unito, per la causa della liberazione della nostra terra e dei luoghi santi''. E’ noto che la "nostra terra" per Hamas include l’intero territorio dello Stato d’Israele. Un ulteriore tentativo di trasformare, agli occhi dei poveri radioascoltatori italiani, il lupo in agnello
Certo la tregua proclamata 48 ore fa non e' una garanzia, sono in molti a volere che la situazione precipiti, a partire da al Queda.
chi altri sono questi "molti"? Si riferisce al governo di Israele? Il cronista abbia almeno il fegato di dire cosa pensa sino in fondo, evitando le insinuazioni - comunque errate - perché Israele di tutto ha bisogno meno di una guerra civile alle sue porte
Ma i paesi arabi sono pronti a mediare fra le parti e a garantire il rispetto delle regole.
Questo contraddice la storia degli ultimi 60 anni, ma la speranza è l’ultima a morire
da Gerusalemme linea a Roma.
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