Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Le falsità antisraeliane di Bobo Craxi la replica dell'ambasciatore Meir alle dichiarazioni del sottosegretario agli Esteri
Testata: Corriere della Sera Data: 18 dicembre 2006 Pagina: 5 Autore: Maurizio Caprara Titolo: «L'ambasciatore Meir a Bobo Craxi: «Falsità su Israele»»
Dal CORRIERE della SERA del 18/12/2006:
ROMA — «È completamente falso. È un attacco a Israele». Gideon Meir, l'ambasciatore israeliano che è a Roma da settembre, non avrebbe voglia di legare il suo nome a risposte colpo su colpo a membri del governo italiano. Ma non se la sente di tacere dopo aver letto ieri sul nostro giornale che secondo Bobo Craxi in Libano «gli israeliani, occupando una parte del Sud, hanno dato a Hezbollah l'alibi per agire», ossia per catturare soldati e sparare missili. Meir evita di citare il sottosegretario agli Esteri, tuttavia mentre parla con il Corriere è chiaro che ce l'ha con lui. Ed è evidente che si aspetta una presa di distanza da parte di Romano Prodi e Massimo D'Alema. «Penso che chiunque si esprima a nome dell'Italia debba conoscere i fatti: sul Libano, Israele ha applicato in pieno la risoluzione 425 dell'Onu. Che ci siamo ritirati completamente da lì lo ha dichiarato il segretario generale dell' Onu», dice Meir. Non è che Craxi si riferisse alle fattorie di Shebaa, in mano israeliana e rivendicate da Beirut e da Damasco? «Dovrebbe sapere che la decisione su che farne è stata affidata dall'Onu al segretario generale». Dall'arrivo a Roma, Meir ha stabilito di darsi un profilo aperto al confronto anche con gli interlocutori meno comodi, purché non ostili allo Stato ebraico. «Quando lo merita, è legittimo criticare Israele. Ma se non lo merita per noi è difficile accettarlo», sottolinea. Su Bobo Craxi ha preso il telefono per protestare con Prodi o con D'Alema? «Finora no. È la prima volta che rispondo a un giornale italiano sulle affermazioni di qualcuno. Tuttora osservo le regole che mi sono assegnato: dialogare con il vostro governo nelle persone di Prodi e D'Alema, non tramite la stampa». Con il presidente del Consiglio, Meir ha avuto contatti mercoledì in occasione della visita del suo premier. «Quanto ho sentito da Prodi e D'Alema nei colloqui con Ehud Olmert è del tutto diverso», aggiunge riferendosi alle tesi del sottosegretario. Craxi ha detto che «non è stata un'iniziativa saggia» a Rafah bloccare il primo ministro di Hamas, Haniyeh, intento a portare fondi a casa. Secondo D'Alema negli scontri tra palestinesi c'è «una responsabilità di Israele» che a lungo ha chiuso il valico. Meir: «Rafah non è una frontiera normale come tra Francia e Italia. Ci passano armi iraniane, ha tunnel nascosti. Haniyeh portava danaro dell'Iran: serviva a pagare attacchi contro Israele. E a indebolire Abu Mazen».
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