Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Bobo Craxi adotta la posizione di Hezbollah sulle fattorie Shebaa una scandalosa intervista carica di livore antisraelaino
Testata: Corriere della Sera Data: 17 dicembre 2006 Pagina: 2 Autore: la redazione Titolo: ««Una critica più che legittima Israele ha provocato gli scontri»»
Commentando l'ennesima , incredibile dichiarazione antisraeliana del ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema, che ha dato a Israele la colpa del conflitto intrapalestinese a Gaza ("Penso che ci sia una responsabilità di Israele, che in tutti questi mesi ha tenuto chiuso il valico di Rafah"). Bobo Craxi, sottosegretario agli Esteri, rilascia dichiarazioni ancora più incredibili e scandalose. Oltre ad accusare Israele per aver bloccato a Rafah il premier palestinese di Hamas, di ritorno dall'Iran con il denaro necessario a finanziare il terrorismo, e per il rifiuto di "negoziare" con chi vuole distruggerla, giunge a far sua la posizione di un'organizzazione terroristica come Hezbollah, l'unica a considerare, in contrasto persino con l'Onu, le fattorie Shebaa territorio libanese occupato da Israele. Ecco il testo:
ROMA — «Ma Israele vuole favorire la riapertura del dialogo o no?». Bobo Craxi, lei è sottosegretario agli Esteri. Sembra di capire che condivide le critiche del ministro D'Alema a Israele. «La situazione è già complicata. Se poi chi dice di essere disponibile al dialogo crea condizioni di conflitto, allora non capisco bene come si vuole arrivare alla pacificazione». In altre parole, la chiusura del valico di Rafah è stato uno sbaglio di Israele? «E' la prova di un inaccettabile isolamento dei palestinesi. Bloccare il primo ministro Haniyeh che cercava di portare dei fondi nel suo Paese non è stata un'iniziativa saggia. Ha provocato un conflitto tra le fazioni dei palestinesi». E le cause dello scontro vanno fatte risalire a Israele? «Vanno attribuite all'atteggiamento del governo di Israele che da tempo crea ostacoli alla convivenza civile. L'episodio del valico di Rafah è solo l'ultimo, venuto alla luce perché clamoroso, ma incidenti simili gli israeliani ne hanno provocati molti in questi ultimi mesi». Una delle critiche a D'Alema è proprio quella di prendersela troppo con Israele. «Non si tratta di colpevolizzare Israele. A Tel Aviv debbono rendersi conto che un atteggiamento di chiusura impedisce ogni trattativa. Alimenta il disordine e la confusione». Lei cosa suggerisce? «Ci sono troppi conflitti aperti, Israele deve agire in modo da ridurli, non aggravarli. Il valico di Rafah, Shebaa, il Libano». Scusi, la crisi del Libano non è stata provocata dagli Hezbollah? «Gli israeliani, occupando una parte del Sud, hanno dato a Hezbollah l'alibi per agire».
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