Prodi con Chirac alleati di Hamas + Hetzbollah l'analisi di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 25 novembre 2006 Pagina: 2 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Prodi cerca aiuto in Chirac»
Sull'OPINIONE di oggi, 25/11/2006, a pag.2, Dimitri Buffa analizza i rapporto Prodi Chirac. Ecco l'articolo:
Il lato peggiore dell¹Europa è tornato a saldarsi attorno all¹asse anti americano e anti israeliano in politica estera. Ieri a Lucca il premier italiano Romano Prodi ha chiesto aiuto al presidente francese Jacuqes Chirac per continuare a portare avanti la politica di equivicinanza in Libano e nei Territori palestinesi a tutto discapito dello stato ebraico. E durante l¹incontro è stato messo a punto il nuovo motore del multilateralismo a senso unico europeo: un comitato permanente di Esteri e Difesa tra l¹Italia e la Francia. Il tutto mentre l¹Alto commissario dell¹Onu ai diritti umani ha sparato bordate micidiali contro il governo Olmert in un¹intervista al Jerusalem Post. Tutto si tiene verrebbe di dire se non fosse che la linea politica di appeasement con il terrorismo islamico che si sta adottando e di cui ormai l¹Italia è diventata perno insostituibile assomiglia tremendamente a quella di Monaco ¹38, scelta che come è noto produsse come unico effetto, all¹epoca, la seconda guerra mondiale e il consolidamento del potere di Adolf Hitler. Oggi uno come lui non c¹è più ma anche gente come il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, il leader sciita libanese Hassan Nasrallah e la intera dirigenza di Hamas di certo non gli è da meno. Almeno in dichiarate intenzione di liquidare la questione ebraica con gli stessi mezzi. E intanto oggi a Helsinki l¹Europa riceveva a braccia aperte Il ministro siriano degli Esteri Walid al-Muallim. Il quale parteciperà alla riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea e dei paesi del Mediterraneo, che prenderà il via il prossimo lunedÏ. La Siria dice di volere chiarire il proprio punto di vista a proposito delle questioni che hanno portato al congelamento dell'accordo di partenariato euro-siriano. In risposta al rifiuto europeo di siglare l'accordo, il ricatto politico era il seguente: Damasco si sarebbe rivolta a Iran, Russia e Cina e in seconda analisi a Chavez e al Sudan. Insomma l¹orgoglio degli stati canaglia e di chi se ne serve e li aizza contro l¹occidente. A tutto ciò l¹Europa contrappone il miserevole asse Prodi-Chirac, che ha sostituito quello preesistente con Schroeder, dopo che la Merkel si è tirata fuori dalla trappola riaprendo i rapporti con Bush. Di fatto nasce un Consiglio congiunto Esteri-Difesa tra Italia e Francia per ³rendere ancora più stretta la collaborazione tra i due Paesi in campo militare². L'annuncio para trionfalistico è ovviamente stato dato del premier Romano Prodi nel corso della conferenza stampa congiunta con Jacques Chirac al vertice di Lucca. La creazione di questo organismo sarebbe il frutto di un'intesa siglata dai ministri della Difesa italiano Arturo Parisi e francese Michelle Alliot-Marie. Chirac, che ha fatto sapere che potrebbe ricandidarsi all¹Eliseo, sostiene che ³la nuova struttura mostra l'importanza della collaborazione strategica con l'Italia che è il nostro primo partner dell'operazione all'estero in Afghanistan, nei Balcani, nel Libano e nel campo degli armamenti come dimostra l'accordo sulle fregate². Visto che i francesi ieri hanno affermato di essere pronti in Libano a sparare sugli aerei israeliani se oseranno di nuovo invadere lo spazio aereo per spiare i movimenti di armi dall¹Iran e dalla Siria verso gli hezbollah, c¹è poco da stare allegri anche sul ruolo dei militari italiani. Gli stessi rapporti diplomatici con Gerusalemme potrebbero entrare in fibrillazione. D¹altronde che il mondo si stia ricompattando contro Israele è ormai un fatto. E l¹intervista dell'alto commissario dell'Onu per i Diritti umani Louise Arbour al Jerusalem Post sembra l¹ennesima conferma dell¹assunto. La signora in questione infatti ieri ha affermato che ³seppure ci sia una differenza, dal punto di vista dei diritti umani, fra attacchi missilistici finalizzati all'uccisione di civili e attacchi in cui i civili non siano uccisi intenzionalmente, il danno provocato è comunque catastrofico². Al termine di una visita di cinque giorni in Israele e nei Territori palestinesi, la Arbour ha precisato che ³la differenza è piccola fra noncuranza e intenzionalità, così come fra quando desideri il risultato e quando lo prevedi come virtualmente certo e non fai attenzione. In termini di colpevolezza non c'è molta differenza fra noncuranza e intenzione². Con questa affermazione apodittica l¹Onu di fatto mette in dubbio il diritto di Israele a difendersi dal terrorismo islamico.
Argomenta la Arbour: ³Quando uccidi civili ogni volta che compi un attacco, ad un certo punto dovresti chiederti: era prevedibile che sarebbero state uccise così tante persone? Questo è il momento in cui dovresti chiederti se in qualche modo sei colpevole². E tanto basta per gettare sullo stato ebraico la croce della violazione dei diritti umani in Libano. Quando si dice il relativismo. Come se fosse in collegamento telepatico con questa cara signora, il premier Prodi a proposito di Libano e Palestina ha detto di vederla così: ³con la Francia l'obiettivo comune è di dare tutto il nostro sostegno al governo Siniora e di moltiplicare i nostri sforzi per portare nella regione la stabilità e favorire la preparazione di una pace stabile e duratura. Francia, Spagna e Italia vogliono insieme agli altri partner europei aiutare l'uscita dallo stallo in cui si trova la Palestina.² E quindi? ³Io e Chirac ci siamo trovati d'accordo così come anche i nostri rispettivi ministri degli Esteri, nel favorire la formazione di un governo di unità nazionale in modo da poter offrire un'interlocuzione al governo israeliano per risolvere i problemi più urgenti². E a chi si chiede se la farsa di un compromesso storico alla palestinese tra chi come Hamas vuole distruggere Israele e chi come Abu Mazen vuole farci, almeno a parole, la pace, funzionerà, Prodi risponde così: ³Primeggia la situazione drammatica di Gaza e quindi auspichiamo e ci adopereremo affinchè si inizi da Gaza ad avere soluzioni concrete per la drammatica situazione in cui ci si trova in Medio Oriente. Abbiamo pertanto auspicato la cessazione della violenza, che in questi giorni ha ancora colpito quelle zone². Tradotta dall¹ipocritese la cosa suona così: Italia e Francia sono pronte ad un¹altra bella missione militare ³equivicina² per legare le mani a Israele anche a Gaza, contro i terroristi di Hamas, dopo averlo già fatto in Libano, con quelli di Hezbollah.
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