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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Mordechai Richler L’apprendistato di Duddy Kravitz 21/11/2006
L’apprendistato di Duddy Kravitz                   Mordechai Richler
Casa Editrice                                Adelphi     Euro 19,50
Traduzione di Massimo Birattari


Montréal, Canada: irresistibile crogiuolo etnico, sociale, culturale, e
dunque linguistico, con il francese, l’inglese e lo yiddish ebraico. Siamo
nel 1947 e appare in scena il quindicenne Duddy Kravitz, protagonista dello
splendido romanzo di Mordechai Richler (1931-2001).
L’iniziazione alla vita di Duddy si dispiega in uno spumeggiante crescendo,
vissuto nella frenetica progettualità della città multietnica. Si comincia
male, a scuola, con un autoritario professore scozzese antisemita. Ma Duddy
sogna in grande, e soprattutto si rende conto che non bisogna rispettare i
codici di una società borghese spietata nel suo falso moralismo. Così
deciderà che la trasgressione calcolata è l’unica arma per giungere al
successo.
Ne farà di tutti i colori, mentendo, truffando, con vari mestieri.
Significativamente il romanzo si chiuderà con una liberatrice risata,
perché la vita si può continuamente reinventare.
Ma il romanzo ci consegna una continua invenzione di situazioni, di
linguaggio: Duddy è insieme un estremo picaro e la quintessenza del grande,
beffardo umorismo ebraico, onde le frequenti inserzioni yiddish, chiarite
in appendice dall’ottimo traduttore Massimo Birattari. Dicono che Richler
ha anticipato Philip Roth; no, è Richler basta e avanza.

Claudio Gorlier
Panorama

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