Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello
Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.
Sulle manifestazioni di Roma e Milano rassegna di quotidiani
Testata:Corriere della Sera - La Repubblica - L'Unità - Liberazione - Il Manifesto Autore: un giornalista - Federica Re David - Miriam Mafai - Francesco Battistini - Cinzia Sasso - Umberto de Giovannangeli - Cecchino Antonioni - Angelo Mastrandea - Geraldina Colotti Titolo: «Articoli sulle manifestazioni di Roma e Milano»
I "buoni" a Milano, a marciare "per la pace", i cattivi a Roma a "danneggiare la causa palestinese".
E questa l'immagine offerta dalla maggior parte dei quotidiani italiani delle due manifestazioni antisrealiane di sabato 18 novembre.
Non manca nemmeno la ridicola e ipocrita "presa di distanza" di Diliberto: tutti sapevano che cosa sarebbe accaduto a Roma, ma lui ora si schernisce sul CORRIERE della SERA: "imbecilli" dice. Lui però non è responsabile. "se ne dovrebbe occupare il servizio, d'rdine, non è il nostro". Come se non sapesse cosa l'aspettava, quando ha aderito alla mainifestazione, sulla base di parole d'ordine di odio verso Israele.
Il CORRIERE, comunque, nonostante l'evidente ipocrisia, pubblica, in terza pagina con il titolo "L'imbarazzo di Diliberto: imbecilli. Ma che potevamo fare?".
A contrastare le ipocrisie di Diliberto, sul MESSAGGERO, c'è , evidentemente motivato dalla rivalità tra i due partiti comunisti, Gennaro Migliore di Rifondazione Comunista: dichiara a Federica Re David: Pdci colpevole, ha dato agibilità politica". Anche Miriam Mafai, sulla prima pagina di REPUBBLICA, accusa "Chi marcia con i teppisti", cioè appunto il Pdci.
Se sulle responsabilità di Diliberto il panorama dell'informazione italiana presenta qualche apparenza di pluralismo (si può scegliere tra la tesi del Partito della Rifondazione Comunista e quella del Partito dei comunisti italiani...) sulla manifestazione di Milano l'uniformità è completa.
Francesco Battistini sul CORRIERE della SERA firma un articolo intitolato " A Milano una manifestazione senza incidenti E l'ex sessantotttino porta la bandiera di Israele". Peccato che alla manifestazione "per la pace" l'"ex sessantottino" abbia potuto portare la bandiera d'Israele soltanto scortato dalla polizia, come si apprende nell'articolo.
REPUBBLICA pubblica a pagina 2 una cronaca di Cinzia Sasso "Due popoli, due Stati a Milano una folla arcobaleno". A pagina 3 un'intervista a Pietro Ingrao rilasciata a Giovanna Casadio "Una vergogna per la sinistra così si aiuta chi vuole la guerra".
Nel testo dell'intervista il leader comunista parla di "errore politico". Ma è d'accordo con molte delle idee di chi ha gridato "10, 100, 1000 Nassirya". Contesta la forma e l'opportunità, non, pare di capre, la "sostanza": "quei giovani hanno idee simili alle mie, ma il loro è un errore politico" sintetizza l'occhiello.
"Medioriente, la pace sfila a Milano A Roma una vergogna annunciata" titola L'UNITA' in prima pagina. Che a Roma abbia avuto luogo una "provocazione" è l'idea espressa da Umberto De Giovannangeli nel suo editoriale. "Un grande corteo a milano chiede all'Onu di intervenire in Palestina" titola LIBERAZIONE in prima pagina. Che ci sia stata una manifestazione anche a Roma lo si viene a sapere solo a pagina 3. Il titolo dell'articolo di Cecchino Antonioni è criptico "E a Roma fantocci (di chi? erano fantocci umani di soldati italiani, americani e israeliani, ndr) in fiamme e slogan su Nassirya" (quali slogan?, ndr). Il capolavoro però è l'occhiello: "Sfilano in 10mila ma in 20 rovinano tutto".
Tra i giornali della sinistra quello meno preoccupato di prendere le distanze dalla manifestazione di Roma è Il MANIFESTO .
"E i "duri" bruciano i manichini "sionisti" " è il titolo della cronaca di Angelo Mastrandea che inizia con una domanda retorica:
Al netto di tre fantocci bruciati a uso e consumo di telecamere e giornalisti, perché due manifestazioni per la Palestina, una a Milano e l'altra a Roma?
Ci dispiace dover ammettere di essere d'accordo. Al netto dell'ipocrisia, infatti, perché due manifestazioni contro Israele? Chi nega il diritto di Israele a difendersi dall'aggressione terroristica (persino con misure esclusivamente difensive come la barriera di sicurezza), chi crede che le debba essere imposto il dovere di trattare sempre e comunque con qualsiasi "rappresentante" del popolo palestinese, anche con Hamas che ne nega il diritto all'esistenza e non ha mai rinunciato al terrorismo, all'atto pratico è contro l'esistenza di Israele. Promuove una politica volta a rendere Israele indifesa da chi vuole distruggerla. Perché non dovrebbe marciare con chi "brucia manichini sionisti" per dire esplicitamente che per lui Israele andrebbe cancellata dalla faccia della terra?
La vicinanza del quotidiano comunista alla manifestazione di Roma è testimoniata anche dall'intervista alla nota terrorista palestinese Leila Khaled, invitata dagli organizzatori della marcia dell'odio nella capitale, ma privata del necessario visto dal ministero degli Esteri (per questo D'Alema viene accusato di essere "filo-israeliano" sui siti web dei filopalestinesi più fanatici)
Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica, L'Unità , Liberazione e Il Manifesto