La sinistra contro Israele a Roma e a Milano due manifestazioni distinte, ma unite nella demonizzazione
Testata: L'Opinione Data: 17 novembre 2006 Pagina: 3 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «La sinistra contro Israele: cortei a Roma e a Milano»
Da L'OPINIONE del 17 novembre 2006:
Come reagire a due manifestazioni anti israeliane in contemporanea a Roma e a Milano? Come difendersi dall’ipocrisia di chi a sinistra ancora lancia slogan come “due popoli e due stati”, marciando sempre contro un solo popolo e un solo stato? Come reagire alle provocazioni del responsabile esteri del Pdc, Iacopo Venier, recatosi in Libano per incontrare gli hezbollah e contemporaneamente promovendo le manifestazioni “per la pace” in Medio Oriente a Roma e a Milano? Forse l’antidoto al boicottaggio delle merci ebraiche e israeliane propagandato da Forum Palestina e da chi brucerà bandiere con la stella di Davide a Roma e a Milano lo ha trovato Andrea Jarach, esponente storico della comunità ebraica milanese e fratello dell’ex rabbino della stessa città. “Cari amici – inizia così la lettera aperta diffusa in rete - sabato potrebbe essere un Israele Day al contrario. Ricordate tutti l’esaltazione che provammo, il sollievo nei nostri cuori, la riconoscenza verso gli organizzatori in quella giornata di aprile a Roma con migliaia di bandiere israeliane per le vie di Roma a ristabilire i principi della giustizia e della corretta informazione verso Israele.
Sabato rischiamo di perdere ancora una volta tutto questo a favore di una becera demonizzazione di Israele e del passivo allineamento anche di partiti (di governo) ad una manifestazione che riporta indietro la storia a prima del ritiro di Gaza a prima dell’orrore degli attentati in tutta Israele a prima delle migliaia di missili lanciati da Hezbollah e dai palestinesi di Gaza. Mentre l’Iran e la Siria, e altre potenze che non desiderano riconoscere ad Israele neanche il diritto all’esistenza, ricevono legittimazione internazionale in nome della ragion politica e della paura. E’ il momento di ribadire il nostro basta, ancora una volta. Possiamo farlo in un luogo che in Italia in questo momento rappresenta Israele e le sue ragioni fondamentali, e che ne divulga democrazia e rispetto per le minoranze, cultura e scienza.” Tutto questo per invitare gli amici di Israele a Milano a partecipare a una mostra, a Palazzo Reale di Milano,” Omanut, Israele Arte e Vita 1906 - 2006”.
"Spero che vogliate ascoltare questo appello – dice Jarach - sarà nostra cura operare con i media affinché venga dato adeguato risalto al pacifico operare degli amici di Israele in contrasto con il manifestare antiisraeliano nelle piazze. A parte gli appelli di Jarach, la novità di questi giorni sta nell’atteggiamento della “sinistra ebraica” o “per Israele”, che ormai è in rottura totale con la politica di equivicinanza a parole di Massimo D’Alema nell’area mediorientale. Nei giorni scorsi c’era anche chi come Victor Majar gli aveva in pratica dato del “cretino”, ma anche i vari Furio Colombo, Emanuele Fiano e Amos Luzzatto avevano accusato la sua intervista su “L’Unità” di una settimana fa come “propagandistica e orientata pregiudizialmente contro Israele”. D’altronde oggi se la manifestazione di Milano, cui Fassino e Rutelli hanno deciso molto ipocritamente di aderire ma di non partecipare, era appannaggio dei soliti “utili idioti” dei tavoli della pace, quella di Roma parte già dichiaratamente con queste rivendicazioni: “la revoca dell’accordo di cooperazione militare tra Italia e Israele stipulato dal governo Berlusconi ma ancora vigente con il nuovo esecutivo”; “la revoca degli accordi economici-commerciali stipulati da diverse regioni italiane con istituzioni israeliane”, e infine “la revoca dell’embargo dell’Unione Europea (a cui aderisce anche l’Italia) contro l’Autorità Nazionale Palestinese”.
In pratica contro Hamas. E questo perchè “ in una situazione umanitaria già drammatica, colpisce anche la sanità, l’istruzione e i salari dei palestinesi.” Il tutto giustificato sul presupposto apodittico che “lo sviluppo drammatico degli eventi a Gaza e l’ingresso nel governo israeliano di un leader politico razzista e guerrafondaio come Avigdor Lieberman, rendano ormai del tutto inaccettabile la politica di equidistanza (o equivicinanza) adottata dal governo italiano sulla crisi israelo-palestinese.” Così Forum Palestina chiede “che l’Italia e l’Unione Europea adottino delle sanzioni contro il governo israeliano”. Diversamente “rilanceranno in tutta Italia la campagna per il boicottaggio e il disinvestimento verso l’economia israeliana”. Per la cronaca i prodotti economici degli ebrei una volta li boicottavano i nazisti della Germania hitleriana. Vaglielo un po’ a spiegare a questi “compagni”.
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