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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
07.11.2006 Nessun accordo per il governo palestinese
la cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 07 novembre 2006
Pagina: 16
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Palestinesi, ancora niente accordo sul governo»
Dal CORRIERE della SERA del 7 novembre 2006:

GERUSALEMME — «Hamas? Forse è meglio ritrovarseli al potere che per le strade, con uomini mascherati e armati». Condoleezza Rice, segretario di Stato americano, è convinta che gli Stati Uniti non debbano rinunciare alla diffusione della democrazia in Medio Oriente, «solo perché qualche volta i risultati del voto non ci piacciono». Non è un cambio di strategia o un via libera al governo guidato dal movimento fondamentalista. Rice ricorda che Hamas «ha fallito perché non è riuscito a ottenere legittimità internazionale», ma i suoi commenti sembrano almeno un sostegno ai tentativi del presidente palestinese Abu Mazen di formare un esecutivo di unità nazionale.
Il leader della Mukata ieri sera è arrivato a Gaza per discutere con il premier Ismail Haniyeh. L'accordo, che sembrava ancora una volta vicino, sarebbe saltato sul nome del primo ministro. Hamas avrebbe proposto Bassem Naim, attuale ministro della Sanità, vicino al movimento. Ma Naim è noto per le sue posizioni contro il Fatah, il partito del presidente, ed è difficile che possa essere accettato come l'uomo giusto per guidare un governo che dovrebbe riportare la concordia tra le fazioni. Abu Mazen preferirebbe un tecnico, senza legami con Hamas, per poter ottenere dalla comunità internazionale la fine dell'embargo economico. Naim, 43 anni, medico chirurgo, ha perso un figlio nel 2003 in scontri con i soldati israeliani. Ha studiato in Germania e in Giordania.
La piattaforma del nuovo governo resta vaga sulle principali richieste di europei e americani (riconoscimento di Israele e fine della violenza). Hamas conserverebbe otto ministri, il Fatah ne otterrebbe quattro e gli altri posti andrebbero ai partiti indipendenti.
Mentre Haniyeh e Abu Mazen parlavano, l'esercito israeliano è andato avanti con l'offensiva tra le case della città di Beit Hanoun, nel nord della Striscia. Sei palestinesi sono rimasti uccisi e una donna, Mirvat Masoud, si è fatta esplodere vicino a un gruppo di soldati, ferendone uno.
Il premier israeliano Ehud Olmert ha ripetuto di voler incontrare il libanese Fuad Siniora: «Ho chiesto a due importanti emissari internazionali di lavorare perché si possa arrivare a un colloquio».

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