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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
03.11.2006 Un silenzio molto sospetto
delle bombe cluster di Hezbollah i quotidiani continuano a non scrivere

Testata:
Autore: la redazione
Titolo: «Cluster bomb, la guerra senza fine - Gaza: continua il raid di Israele, 5 morti»
Si continua a parlare delle cluster bomb lanciate da Israele, ma ad ignorare totalmente quelle lanciate dagli Hezbollah (il cui lancio è stato denunciato dall'organizzazione umanitaria Human Right Watch). Le vittime israeliane non valgono niente? Nemmeno mezzo rigo? O forse quelle sparate dagli Hezbollah fanno meno male?
 
A pag. 6 di City di oggi la redazione riporta un articolo dal titolo: "Cluster bomb, la guerra senza fine "In 30 anni oltre 11 mila vittime"" accompagnato dalla fotografia di una ragazza con la seguente didascalia: "EFFETTO COLLATERALE La piccola Sakina Merra, ferita da una cluster bomb in Libano" (Reuters)
 
 
GINEVRA (Svizzera) . La guerra è finita, ma loro non lo sanno. E continuano ad esplodere, mietendo vittime innocenti. Che hanno la sola colpa di camminare, giocare, correre sulle strade un tempo bombardate. Colpevoli di una mattanza disumana, le cluster bomb - o bombe a grappolo, quegli ordigni che prima di brillare spargono sul terreno centinaia di piccoli altre bombe pronte a esplodere - hanno ucciso o menomato negli ultimi 30 anni oltre 11mila persone, il 98% delle quali civili. Un quarto di loro sono bambini. Lo dice lo studio condotto da Handicap International, che ammette che il bilancio reale sia 10 volte peggiore.
 
A rendere difficile una stima precisa delle vittime di queste armi, spiegano i curatori dello studio, è l'impossibilità di conoscere la portata dei danni prodotto in Paesi come Afghanistan, Iraq e Vietnam,
 
(guarda caso vengono citati soltanto i Paesi nei quali sono stati coinvolti in qualche modo gli Usa. Non dicono però che le mine in Afghanistan sono state seminare dai sovietici durante l'invasione. E altri Paesi, come per es. quelli africani, vengono totalmente ignorati)
 
dove potrebbero essere state usate in modo massiccio. Senza contare il problema del Libano, sul quale Israele ha lanciato decine di migliaia di cluster bomb durante il conflitto contro gli Hezbollah (concentrando i lanci nelle ultimissime ore della guerra): secondo l'Onu nel Paese dei cedri si trovano oggi 100mila munizioni cluster rimaste inesplose. Secondo Handicap International (associazione che si batte per la messa al bando delle munizioni cluster, in linea con il divieto imposto nel 1997 sull'uso delle mine antiuomo), dal 14 agosto scorso (data del cessate il fuoco), le cluster bomb feriscono o uccidon in Libano due-tre persone al giorno. Anche senza questi "aggiornamenti", comunque, i dati sono impressionanti: basti pensare a quel 27% di vittime-bambine, mentre stavano giocando o lavorando. Altri Paesi considerati nel report - il primo tentativo, dicono i curatori, di mettere assieme dati sulle vittime delle cluster bomb a libello mondiale - includono Ciad, Laos, Cecenia e Kosovo. "Le cluster bomb sono armi per definizioni imprecise, progettate per colpire una vasta area" dice Angelo Simonazzi, direttore generale di Handicap International. "In trent'anni i governi non sono stati in grado di far fronte ai danni sproporzionati e duraturi causati ai civili da questo tipo di arma. E ci sono Paesi" continua "come Usa e Russia, che non hanno intenzione di smettere di usarla. Solo perché ne hanno gli arsenali pieni. Senza pensare che con quelle armi, la guerra non finisce mai del tutto". (Ansa, Apcom, Reuters)
 
 
Sotto un articolo dal titolo "Gaza: continua il raid di Israele, 5 morti"
 
BEIT HANUN (Territori Palestinesi) - Ancora sangue nella Striscia di Gaza. Ieri, proseguendo l'operazione "nubi d'autunno", lanciata mercoledi, l'esercito israeliano ha ucciso altri 5 palestinesi, tra cui 3 civili. Uno di loro aveva 75 anni.
 
Due giorni, 14 vittime. Si aggrava così il bilancio del raid lanciato da Israele con il duplice scopo di interrompere il lancio di razzi qassam sul suo territorio e di premere per il rilascio del caporale Gilad Shalit, rapito da un commando palestinese a luglio. I morti da parte palestinese sono 14 (280 dall'inizio dell'offensiva partita 4 mesi fa per trovare Shalit). Tre i soldati israeliani uccisi nello stesso  periodo. Il 75enne è stato colpito, dicono i familiari, mentre portava in salvo il figlio disabile, sul balcone al momento dell'attacco.
"Buoni risultati" L'ufficiale Yoav Galand ha definito "buoni" i risultati conseguite dalle truppe, che hanno setacciato la città casa per casa. Malgrado l'intensa attività, comunque, quattro razzi quassam sono caduti anche ieri in territorio israeliano, senza tuttavia causare vittime né danni.
 
Quindi non si sa quali siano stati questi risultati, visto che non viene neanche accennato a quanti missili dalla striscia di Gaza sono stati sparati prima dell'operazione israeliana. Né se c'erano stati feriti o vittime. E nemmeno si sa quante armi o quanti covi sono stati trovati e smantellati.
 
Interrogatori Secondo testimoni locali,
 
che si sono sempre rivelati del tutto inaffidabili
 
molti cittadini di Beit Hanun sono stati caricati su camion per essere interrogati in una località segreta. Una portavoce dell'esercito israeliano ha anche detto che "tutti gli uomini tra i 16 e i 45 anni sono stati convocati in un punto per rispondere a delle domande".
"Fermate il massacro" il presidente palestinese Abu Mazen ha lanciato un appello agli Stati Uniti perché premano su Israele per fermare quello che ha definito "un massacro e un'aggressione". (Reuters).

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