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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica - Il Manifesto Rassegna Stampa
26.10.2006 Ogni scusa è buona per denigrare Israele
affrettate certezze sull'incidente con la Germania

Testata:La Repubblica - Il Manifesto
Autore: Andrea Tarquini - Michele Giorgio
Titolo: «Libano, fuoco israeliano sui tedeschi - Jet israeliani contro nave tedesca»
La smentita del ministero della Difesa israeliano non vale nulla,  e dal  fatto che ci siano  stati un incidente e un successivo chiarimento tra Germania e Israele segue necessariamente che  i jet israeliani abbiano effettivamente sparato contro una nave tedesca.
Così l'articolo di Andrea Tarquini sulla REPUBBLICA del 26 ottobre 2006.

Evidentemente non si tratta di informazione, ma di un partito preso, secondo il quale gli israeliani avrebebro il "grilletto facile".
Ecco il testo:


BERLINO - Quello che si temeva con la missione Libano è accaduto: un incidente tra forze armate israeliane e tedesche. Senza vittime, senza danni. Ma è accaduto. Al largo della costa libanese, martedì mattina. I due governi poi, al telefono hanno fatto pace. Eppure per la prima volta dalla fine della Seconda guerra mondiale, e per la prima volta dalla fondazione dello Stato d´Israele, uomini in uniforme dei due popoli si sono trovati l´uno contro l´altro. Una conferma dei seri pericoli dell´intervento di pace europeo in Medio Oriente.
Tutto si è svolto verso le 10 del mattino ora locale (le 8 del mattino da noi). Protagonisti, una moderna fregata lanciamissili della Bundesmarine tedesca e due caccia F16 della Heyl Ha´Avir le Israel, la temibile aviazione di Gerusalemme. La notizia è stata data dal sottosegretario alla Difesa tedesco Christian Schmidt, che ne ha riferito in Commissione parlamentare. Lo scoop è del quotidiano berlinese Tagesspiegel. Israele prima ha in parte smentito, poi - dopo le conferme del ministero della Difesa tedesco - ha ammesso i fatti. La nave era una delle otto unità tedesche che pattugliano al largo delle coste libanesi per impedire il contrabbando di armi per i terroristi Hezbollah e altri gruppi armati. Probabilmente, una delle fregate della classe Bremen: veloci, silenziose, superarmate. In grado di affrontare i migliori jet o sottomarini delle grandi potenze. Dalla nave si è levato in volo, per un pattugliamento, uno dei due elicotteri `Lynx´ a bordo. Routine quotidiana, pensavano i tedeschi. Errore, ribattono gli israeliani: il Lynx non ha lanciato i segnali elettronici di riconoscimento convenuti tra l´Unifil, cioè la forza di pace, e la Heyl Ha´Avir per identificarsi ed evitare incidenti.
L´oggetto volante non identificato è apparso sugli schermi degli aerei-radar Hawkeye dell´aviazione israeliana. E subito due F16 si sono alzati in volo. Hanno sparato due colpi d´avvertimento, non si sa se colpi del cannone di bordo o missili aria-aria. Poi hanno lanciato ordigni all´infrarosso, quelli che ogni caccia moderno usa per ingannare i missili avversari. Forse solo una reazione automatica, forse il comportamento di chi si aspetta una reazione ostile. Alla fine l´elicottero è atterrato senza danni sul ponte posteriore della fregata, gli F16 si sono allontanati. Se israeliani e tedeschi fossero stati meno `professionali´, se uno di loro avesse perso i nervi, sarebbe forse andata peggio.
Fonti del ministero della Difesa tedesco, interpellate da Repubblica, confermano le notizie del Tagesspiegel. Gli israeliani prima hanno in parte smentito. Non abbiamo sparato, gli F16 si sono levati sì in volo ma senza sparare. Poi la seconda rete tv israeliana è stata più precisa. L´incidente ha avuto luogo, eccome. Tanto che i ministri della Difesa dei due paesi si sono affrettati a parlarsi per telefono. E hanno concordato di consultarsi meglio per evitare nuovi rischi. Proprio il timore di confronti militari casuali tra militari dei due paesi - sullo sfondo tragico dell´Olocausto - aveva spinto quest´estate Berlino a partecipare alla forza di pace solo con unità navali, senza inviare reparti da combattimento di terra al confine israelo-libanese. La squadra navale tedesca ha rilevato dieci giorni fa il comando in mare dalla Marina militare italiana.

Il MANIFESTO, come suo costume, utilizza l'episodio per un processo a Israele.
Le ricognizioni degli aerei israeliani in Libano diventano "raid", il disarmo di Hezbollah, richiesto dalla risoluzione dell'Onu, viene totalmente dimenticato ed emerge la paradossale e distorta immagine di una missione Unfil squlibrata a favore di Israele perché in teoria avrebbe il mandato di rispondere ad Hezbollah se questo attaccasse Israele, ma non utilizza la contraerea contro gli aerei israeliani che monitorano il continuo rifornimento d'armi a Hezbollah.
Ecco il testo:
 

Con i missili sparati dai suoi F-16 contro una nave militare tedesca di pattuglia lungo le coste libanesi, Israele ha detto «grazie» al cancelliere Angela Merkel che ha descritto la missione dei soldati della Germania nelle forze Onu in Libano come un impegno volto a garantire la sicurezza di Israele e che ha annunciato il suo sostegno alla richiesta al Consiglio di sicurezza Onu di sanzioni contro l'Iran.
Ieri il quotidiano tedesco "Der Tagesspiegel", citando il segretario di stato e della difesa Christian Schmidt, ha rivelato che lunedì due F-16 israeliani, per motivi oscuri, hanno sparato per due volte e sorvolato a bassa quota una nave tedesca impegnata nelle operazioni di controllo davanti alle coste del Libano. Gli F16 hanno anche lanciato dei razzi-esca infrarossi, per ingannare eventuali missili anti-aerei lanciati dalla nave. Sull'accaduto era calato il silenzio e il segreto sarebbe durato ancora a lungo se il «Der Tagesspiegel» non avesse riferito le dichiarazioni di Schmidt. Nei giorni scorsi il ministro della difesa Amir Peretz, era ripetutamente sceso in campo per ribadire la «perfetta legittimità» delle violazioni dello spazio aereo libanese per tenere sotto controllo presunti rifornimenti di armi agli Hezbollah. «Non solo ci sentiamo liberi di agire ma sappiamo di avere pieno diritto ad effettuare i pattugliamenti aerei», ha detto alla Knesset. Ieri sera Peretz ha smentito le rivelazioni del quotidiano tedesco e spiegato che i due caccia israeliani si erano levati in volo perché un elicottero era decollato da una portaerei tedesca senza aver prima chiesto l'autorizzazione. Non avrebbero però aperto il fuoco. La questione delle incursioni israeliane nei cieli del Libano è al centro di un dibattito acceso nell'Unifil. Le regole di ingaggio prevedono, non è un mistero, azioni immediate contro eventuali movimenti di militanti armati di Hezbollah ma dicono ben poco a proposito delle violazioni dello spazio aereo libanese. I raid si sono intensificati in queste ultime 2-3 settimane tanto da spingere il generale francese Alain Pellegrini, capo della missione Unifil, a sollecitare l'impiego accanto ai mezzi diplomatici di azioni militari per fermare le violazioni israeliane. «Se tali mezzi diplomatici non dovessero risultare sufficienti, potrebbero venire utilizzate altre misure», ha dichiarato il generale francese, alludendo ai missili antiaerei in dotazione al contingente dell'Onu. Lo stesso presidente Chirac è intervenuto per chiedere a Israele di porre fine ai sorvoli sul Libano, così come il ministro della difesa francese, Michele Alliot-Marie, che in una conferenza stampa al Palazzo di Vetro, ha avvertito che le violazioni dello spazio aereo libanese «sono estremamente pericolose perché potrebbero essere interpretate come ostili dalle forze della coalizione. E sarebbe un incidente molto serio». Erano soltanto parole perché quando lunedì i due F-16 israeliani hanno sparato sorvolando la nave tedesca della Unifil navale, si è tenuto nascosto l'accaduto. D'altronde lo stesso Pellegrini in una dichiarazione al primo canale della tv pubblica libanese, ha successivamente affermato che le Forze Onu non devono aprire il fuoco sugli aerei israeliani e che «occorre trovare una soluzione, forse tecnica, occorre pensarci seriamente». E il silenzio è calato anche sul pericolo gravissimo delle bombe a grappolo sparate da Israele sul territorio libanese. Dal cessate il fuoco del 14 agosto sono 21 i civili rimasti uccisi e oltre 100 feriti da questo tipo di ordigni minuscoli e letali. Quattro giorni fa l'ultima vittima, un bambino di 12 anni.

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