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L'Opinione Rassegna Stampa
25.10.2006 Mohammed Yunus, modello di un islam possibile
contro la "rivoluzione permanente" di terroristi e fondamentalisti

Testata: L'Opinione
Data: 25 ottobre 2006
Pagina: 6
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Meglio Yunus di Bin Laden, i giornali sauditi se ne accorgono»
Da L'OPINIONE del 25 ottobre 2006:

Mentre in Europa tengono banco con i propri discorsi estremistici, sul velo e sul martirio suicida, gli Yusuf al Qaradawi su Al jazeera, i Nour Dachan e gli Hamza Piccardo dell’Ucoii in Italia su Rai e Mediaset e i Tariq Ramadan in Inghilterra sulla Bbc, nel resto del mondo arabo, dalla Tunisia all’Egitto, dallo Yemen agli Emirati arabi uniti, sta passando di moda la rivoluzione permanente dei terroristi come Bin Laden. Che adesso un quotidiano liberale, ma stampato con capitali sauditi a Londra, come Al Hayat, indica come sentina di tutti i mali del mondo islamico. Contrapponendogli come modello di virtù una ben altra tempra di persona, come il premio nobel per la pace Mohammed Yunus, il proprietario della Gremeen Bank con cui ha rivoluzionato l’economia del Bangladesh. Proprio paese di nascita. E’ un segno inequivocabile che anche nel mondo arabo islamico qualcosa sta cambiando anche se purtroppo le comunità di immigrati in Europa rimangono arretrate e retrograde su argomenti come il velo, ostaggio come sono di imam mafiosi come quelli che vediamo sempre più spesso in tv a parlare di un Corano che neanche conoscono. Se non nella versione distorta come quella ad esempio pubblicata in Italia proprio da Hamza Piccardo. Newton Compton editore.

Nell’articolo pubblicato lo scorso 16 ottobre e firmato dal giornalista Jamil Ziabi si usa invece un linguaggio diretto, senza ipocrisie e doppiezze, proprio come piacerebbe al profeta per ora inascoltato nella sua patria adottiva (cioè l’Italia) Magdi Allam. Ecco cosa si può leggere nell’articolo in questione: “c’è una differenza tra un investitore e un distruttore, un bombarolo e una persona costruttiva, fra quelli che rispettano i diritti umani e preservano l’umanità e coloro che uccidono gli innocenti a sangue freddo, diffondono panico e povertà tra gli esseri umani, causando la perdita del sonno alla gente e la distruzione delle loro terre. Penso a queste differenze da quando il musulmano del Bangladesh Muhammd Yunus ha vinto il premio Nobel. Egli è il fondatore della Gremeen bank, costruita per aiutare i poveri, in un tentativo di portare civiltà, religioni ed esseri umani più vicini gli uni agli altri, così che tutti possano vivere in pace”. Poi la stoccata alla cultura dell’odio che i terroristi, gli ideologi, i fiancheggiatori e i simpatizzanti della jihad globale stanno diffondendo da almeno dieci anni a piene mani in tutto il mondo: “ dal lato opposto dello spettro visivo c’è tutto quello che fa uno come Osama Bin Laden. Egli ancora si nasconde da una caverna all’altra, programmando come fare esplodere, distruggere e uccidere tutto e tutti: egli ha introdotto l’idea dei “suicide bombers”, egli ha fondato un’organizzazione terroristica e lui non fa differenza tra uccidere un bambino, una vedova o un vecchio”.

Non c’è solo Yunus nel mondo islamico, secondo l’estensore dell’articolo che lo porta ad esempio della vera condotta che deve tenere un islamico nel mondo: “anche il lavoro di carità portato avanti dal businessman saudita Muhammad Abdul Latif Jameel è nella linea di quella di Yunus. Queste attività adesso si stanno diffondendo nel mondo saudita e in quello arabo grazie al “Fondo di Abdul latif Jameel per il servizio della comunità” che ha come scopo combattere la povertà e preparare piccoli progetti per quelli che si trovano nello stato di bisogno affinchè possano sopravvivere e realizzare un giorno i propri sogni”. Questo è il vero Islam, afferma convinto l’articolista che se andasse a dire queste cose alla tv italiana magari si beccherebbe una fatwa e una maledizione come “cane infedele” dall’ultimo imam imbroglione che fa da pin up guru per l’audience di programmi televisivi ambigui e buonisti. Non “quello di Al Qaeda, che adotta l’Islam come uno slogan e opera in parole e azioni nel suo nome, il suo leader Osama Bin Laden, che usa i propri denari e il proprio carisma per traviare e indottrinare i giovani e per spingerli nel tunnel del terrorismo di modo che un giorno costoro si faranno esplodere, uccidendo gente innocente e contribuendo a spargere il terrore sempre di più". Ecco il vero bivio dunque dove si trova oggi l’immaginario del cittadino islamico medio: imitare modelli come quello di Yunus o di Latif Jameel o farsi sedurre dalla lotta armata jihadista da gente come Bin Laden, Yusuf Al Qaradawi e tutta la compagnia cantante dell’estremismo islamico, terrorista o fiancheggiatore che sia.

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